Quasi 40 leggi ad hoc per sfuggire la giustizia e non rispondere del proprio comportamento di fronte alla legge, calpestando l’uguaglianza giuridica dei cittadini, quindi offendendo in un sol colpo la democrazia e la costituzione. Il via libera che la Camera ha offerto al processo breve è la conferma di quanto il parlamento, per colpa di questa maggioranza, sia ridotto ad un pool difensivo del premier imputato.
Il ddl che manda in fumo 15 mila procedimenti, seccando la sete di giustizia sacrosanta dei familiari delle vittime del terremoto de L’Aquila o del disastro di Viareggio (solo per citare gli esempi più eclatanti), permette però la prescrizione del reato contestato a Berlusconi nel processo Mills. Processo che potrà sciogliersi come neve al sole già a giugno di quest’anno, invece che a gennaio dell’anno prossimo.
Se non bastasse, al Senato si lavora sul processo lungo per scudarlo dalle sentenze del caso Ruby, Mediatrade e Mediaset. Ecco cosa fanno questi golpisti di governo: dicono di voler accorciare i tempi della giustizia per garantire tutti i cittadini, per soddisfare le richieste dell’Europa, per favorire lo sviluppo del paese. Poi invece la prima norma concepita è a tutela di uno solo, con il danno che pesa su noi tutti.
Per altro in modo talmente schizofrenico da essere una spudorata ammissione di colpa. Perché in una camera accorciano i tempi dei processi per mezzo della cancellazione dei processi stessi, mentre nell’altra li allungano, sempre, col fine di cancellarli. L’obiettivo è che tutto sia prescritto, infatti, senza tenere in considerazione la contrarietà e l’allarme della magistratura e della società civile, oltre che dell’opposizione politica.
E stanno accelerando perché il time out giudiziario di Berlusconi è prossimo, perché ci sono le elezioni amministrative, perché la maggioranza da mesi è logora. Alla Camera, poi, sollevano il conflitto di attribuzione per annientare il lavoro della Procura di Milano e al Senato, i vari Gasparri e Quagliariello, ormai valenti avvocati del premier più che rappresentanti del popolo, paventano una interrogazione al ministro Alfano sollecitando anche l’azione ispettiva e disciplinare contro la Procura meneghina.
Condisce il tutto, la contro riforma della giustizia che porrà il pm sotto il controllo dell’esecutivo e il ritorno in auge del ddl bavaglio contro le intercettazioni, in verità mai scomparso dai radar di Palazzo Grazioli, in quanto vera ossessione del presidente del Consiglio-utilizzatore finale. Ovviamente con l’avvocato di governo, il Guardasigilli, ennesimo difensore del premier, correo di questa operazione di aggressione verso la magistratura.
La speranza è che il Capo dello Stato non firmi questa nefandezza che chiamano ddl processo breve, che l’opposizione faccia quadrato a difesa della tenuta democratica, che i cittadini non solo si indignino ma provino disgusto, come dice don Ciotti. Cioè reagiscano socialmente, facendo rete in tutti i luoghi dove vivono il proprio quotidiano e canalizzando la loro energia positiva in direzione di una mobilitazione pacifica costante, fuori i palazzi della politica, cioè nelle piazze e nelle strade, ma anche nelle urne, votando per esempio si al referendum di giugno che vuole abrogare il legittimo impedimento e che difende i beni pubblici come l’acqua e la salute, quando veicola il no al nucleare.
Luigi de Magistris, oggi europarlamentare IdV, nasce a Napoli nel 1967. Si laurea in giurisprudenza a 26 anni ed entra in magistratura. Lavora per 15 anni come pm presso i Tribunali di Napoli e Catanzaro, occupandosi di indagini delicatissime come Toghe Lucane, Why Not e Poseidone, incentrate sul legame tra politica, massoneria e criminalità organizzata in merito ai finanziamenti pubblici. Trasferito quando le inchieste arrivano a coinvolgere nomi di spicco del mondo politico italiano, lascia la magistratura per dedicarsi alla politica. Nel giugno del 2009, con quasi 500 mila preferenze, entra al Parlamento Europeo come indipendente dell'Italia dei Valori e viene eletto presidente della Commissione Europea per il controllo sui bilanci.