Tra i più inquietanti fenomeni politici dei nostri tempi c’è l’apparizione, nello stato di Israele nuovamente costituito, del “Partito della Libertà” (Tnuat Haherut), un partito politico strettamente affine – per organizzazione, metodi, filosofia politica e richiamo sociale – ai partiti nazista e fascista. È stato costituito dai membri e dai seguaci dell’ex Irgun Zvai Leumi, un’organizzazione – con sede in Palestina – terrorista, di destra e sciovinista.
L’attuale visita di Menachem Begin, leader di questo partito, negli Stati Uniti, è ovviamente calcolata per dare l’impressione nelle imminenti elezioni israeliane del sostegno americano al proprio partito, e per cementare i legami politici con gli elementi sionisti conservatori degli Stati Uniti. Svariati americani di fama nazionale hanno speso il proprio nome per dare il benvenuto alla sua visita. Non è pensabile che coloro che in tutto il mondo si oppongono al fascismo, se correttamente informati sui precedenti politici e sulle aspirazioni del signor Begin, possano associare i loro nomi e il loro sostegno al movimento che rappresenta.
Prima che sia compiuto un danno irreparabile – per mezzo di aiuti finanziari, di manifestazioni pubbliche a sostegno di Begin, e dell’impressione in Palestina che gran parte dell’America sostenga gli elementi fascisti d’Israele – l’opinione pubblica americana deve essere informata sui precedenti e sugli obbiettivi del signor Begin e del suo movimento.
Le dichiarazioni pubbliche del partito di Begin non rendono affatto conto della sua vera natura. Oggi, costoro parlano di libertà, democrazia e anti-imperialismo, mentre fino a poco tempo fa sostenevano apertamente la dottrina fascista dello stato. È nelle sue azioni che il partito terrorista tradisce la sua vera natura; è dalle sue azioni passate che possiamo prevedere ciò che potrà fare in futuro.
L’attacco al villaggio arabo
Un esempio scioccante è stato il loro comportamento nel villaggio arabo di Deir Yassin. Questo villaggio, fuori dalle vie principali e circondato da terreni ebraici, non aveva in nessun modo preso parte alla guerra, e aveva persino scacciato le bande arabe che volevano utilizzare il villaggio come loro base. Il 9 Aprile (New York Times) bande di terroristi hanno attaccato questo pacifico villaggio, che non era un obbiettivo militare dei combattimenti, hanno ucciso la maggior parte dei suoi abitanti – 240 tra uomini, donne e bambini – e ne hanno lasciati vivi alcuni per ostentarli come prigionieri lungo le strade di Gerusalemme. Gran parte della comunità ebraica è rimasta inorridita dal misfatto e la Jewish Agency ha inviato un telegramma di scuse al Re Abdullah della Trans-Giordania. Ma i terroristi, lungi dal vergognarsi del loro atto, sono orgogliosi di questo massacro, lo hanno largamente pubblicizzato, e hanno invitato tutti i corrispondenti stranieri presenti nel paese ad osservare i cadaveri ammucchiati e la devastazione compiuta a Deir Yassin.
L’episodio di Deir Yassin dimostra la natura e le azioni del Partito della Libertà.
All’interno della comunità ebraica costoro hanno predicato un miscela di ultranazionalismo, di misticismo religioso e di superiorità razziale. Come altri partiti fascisti, sono stati usati per interrompere gli scioperi, ed essi stessi hanno sollecitato la distruzione dei sindacati liberi. In loro vece hanno auspicato corporazioni sul modello fascista italiano.
Durante gli ultimi anni di sporadiche violenze anti-inglesi, l’Irgun Zvai Leumi e la banda Stern hanno inaugurato un regno di terrore nella comunità ebraica palestinese. Hanno pestato degli insegnanti, perché avevano parlato contro di loro, hanno sparato a degli adulti, perché non avevano permesso che i figli si unissero a loro. Con i metodi dei gangster – pestaggi, vetrine fracassate e continue rapine – i terroristi hanno impaurito la popolazione e preteso un pesante tributo.
Gli elementi del Partito della Libertà non hanno avuto nessun ruolo nei traguardi costruttivi della Palestina. Non hanno bonificato terre, non hanno costruito insediamenti, e hanno solo screditato le attività ebraiche di difesa. La loro opera in favore dell’immigrazione, tanto reclamizzata, è stata minima e rivolta principalmente a introdurre compatrioti fascisti.
Le contraddizioni acclarate
Le contraddizioni tra le dichiarazioni sfrontate fatte ora da Begin e dal suo partito, e le loro passate imprese in Palestina recano un segno totalmente diverso da quello di un normale partito politico. È il marchio inconfondibile di un partito fascista, per il quale il terrorismo (rivolto allo stesso modo contro ebrei, arabi e inglesi) e la distorsione [dei fatti] sono i mezzi, e lo scopo è lo “Stato Leader”.
Alla luce delle predette considerazioni, è fondamentale far conoscere in questo paese la verità sul signor Begin e sul suo movimento. È una tragedia che i vertici del sionismo americano si siano rifiutati di attivarsi contro i tentativi di Begin, o anche di informare i propri associati sui pericoli per Israele nel sostenere Begin.
I sottoscritti perciò colgono l’occasione per presentare pubblicamente pochi fatti salienti su Begin e sul suo partito; e per esortare gli interessati a non sostenere quest’ultima manifestazione di fascismo.
Isidore Abramowitz, Hannah Arendt, Abraham Brick, Rabbi Jessurun Cardozo, Albert Einstein, Herman Eisen, Hayim Fineman, M. Gallen, H. H. Harris, Zelig S. Harris, Sideny Hook, Fred Karush, Bruria Kaufman, Irma L. Lindheim, Nachmann Maisel, Seymour Melman, Myer D. Mendelson, Harry M. Oslinsky, Samuel Pitlick, Fritz Rohrlich, Jouis P. Rocker, Ruth Sagis, Itzhak Sankowsky, I. J. Shoenberg, Samuel Shuman, M. Singer, Irma Wolfe, Stefan Wolfe.