PASSAVO DI LÌ – B non è Sansone: non morirà con tutti i filistei. Muscoli flaccidi e pochi capelli per rovesciare le colonne
15-11-2010
di
Gino Spadon
Fu calamitoso dramma quello che si consumò, nelle notte tra l’11 e il 12 novembre, tra il Cavaliere a schiumar rabbia nel lussuoso Hotel Hyatt di Seul e il gotha pidiellota tutto raccolto a Roma intorno al buon Cicchitto ad ascoltare in uno sbarrar d’occhi come cavalli in un incendio.
E se l’uno, laggiù, sbraitava, sbavava insulti e minacciava guerre contro il traditore, gli altri, fedeli al loyolano motto, mostravano le pugna e già correva la lor mente alle casse di fucili che teneva in serbo il celtico sodale..
Non ci fu pace quella notte né il giorno appresso e molti furono gli amici che, inquieti, mi telefonarono paventando il peggio, Uno d’essi, un siciliano di raro ingegno, mi confessò di sentire già per l’aria il biblico “muoia Sansone!!!”
Ora, poiché ho a cuore l’amico e i tanti altri a me cari, ho così parlato: “Amici non temete. Se il dì verrà che il meneghino duce, fattosi Sansone, minacci di morte sé stesso e i suoi nemici, di subito lo sfracello minacciato svanirà come neve che “al sol si dissigilla”. Troppo pochi capelli ha il nano per scuoter le colonne, né potrà con mascella d’asino ispaventar la gggente, dappoichè la pidiellota diaspora gli farà mancare l’arma fatale.
Gino Spadon vive a Venezia. Ha insegnato Letteratura francese a Ca' Foscari.