PASSAVO DI LÌ – Giovanardi (onorevole e sottosegretario) si scandalizza: per l’Ikea, non per il Cavaliere
25-04-2011
di
Paolo Collo
C’erano stati dei precedenti: quello su Stefano Cucchi – un “anoressico, drogato e sieropositivo” mentre è stato pestato in carcere e lasciato morire – e un altro, sull’aereo di Ustica, quando sostenne che avrebbe querelato chiunque avesse sostenuto una tesi diversa dell’inverosimile bomba a bordo. Quali parole si possono usare oggi – senza essere denunciati – per definire la recente “uscita” del signor Carlo Giovanardi a proposito di famiglie più o meno regolari?
Ignorante? (da ignorare)
Omofobo?
Oscurantista?
Parruccone?
Incolto?
Razzista?
In realtà sulla punta della lingua ne avremmo qualche altra decina di termini da affibbiare a questo signore il quale, sconvolto da una pubblicità dell’Ikea in cui si vedono due ragazzi (ohibò) che si tengono per mano (orrore! censura! disgusto! spudorati! sodomiti, anzi, culattoni!), decide ignobilmente di dire (senza che gli scappi da ridere) che quella normalissima – direi tenera – immagine offende il comune senso del pudore, mette in dubbio la sana virilità del maschio italico (modenese) e favorisce lo sgretolarsi della famiglia italiana eterosessuale (e non importa se poi il marito va a puttane o, peggio, va a Cuba o in Indonesia a comprare “carne fresca”, tanto, alla domenica, può sempre fare la comunione…)
Ma no, non preoccupatevi. Non è così. Non è niente vero. Il prode Giovanardi non pensa quel che dice. Dice unicamente quel che pensa gli possa portare qualche voto in più. Se domani mattina il suo padrone Berlusconi decidesse di fidanzarsi con un baffuto giovanotto, o se la Conferenza episcopale italiana (Cei) la smettesse di avere sull’omosessualità posizioni degne di Torquemada e dell’Inquisizione, lui, veloce e furbo come un furetto, difenderebbe a spada tratta la pubblicità incriminata, si comprerebbe un bel paio di orecchini e magari proporrebbe di far cantare l’inno di Mameli ai Village People…
Paolo Collo (Torino, 1950) ha lavorato per oltre trentacinque anni in Einaudi, di cui è tuttora consulente. Ha collaborato con “Tuttolibri” , “L’Indice” e “Repubblica”. Ogni settimana ha una rubrica di recensioni su "Il Fatto Quotidiano". Curatore scientifico di diverse manifestazioni culturali a Torino, Milano, Cuneo, Ivrea, Trieste, Catanzaro. Ha tradotto e curato testi di molti autori, tra cui Borges, Soriano, Rulfo, Amado, Saramago, Pessoa.