C’è poco da ridere, questa volta. Ma ci rendiamo conto cosa sta succedendo in questo nostro Paese? Tutti i santi giorni. No-stop. Come dire: la normalità. Qualche esempio.
Un bel giorno un partito che sta al governo decide di trasferire – incostituzionalmente – tre ministeri dello Stato in un’altra città. Risatine. Vignette satiriche. Battute. Ma niente più. Il governo nicchia. L’opposizione scuote la testa. Fino a che il capo dello Stato non dice la sua al riguardo (ma tanto poi…). Dopo un massacro perpetrato da un razzista di nome Breivik in un’altra nazione, un parlamentare europeo italiano dice al riguardo: “Molte idee di Breivik sono buone, alcune ottime. Una parte dei norvegesi è andata a cercarsela”. Risultato? Risatine. Vignette satiriche. Battute. Alzate di spalle. Ma nessuno lo caccia con ignominia dal suo partito.
Viene presentata una proposta di legge che propone di introdurre una tutela contro le discriminazioni fondate sull’omofobia e la transfobia. Una cosa normale per un Paese normale (e minimamente civile). E invece no. La proposta viene bocciata dai partiti al governo della nazione (ma hanno idea di cosa sia questa nazione?) e dall’Udc.
I partiti di governo varano una “stangata” che come al solito va a colpire i soggetti più deboli (sanità, trasporti, ecc) e contemporaneamente non sfiora nemmeno con una rosa la cosiddetta”casta” politica che continua a divorare miliardi (cfr. il “Sole24Ore”). E a divorarli sono “tutti”: dall’estrema destra all’estrema sinistra, isole comprese. Come dire: tutti insieme appassionatamente.
Tutti i giorni la magistratura scopre politici, uomini di governo e dell’opposizione, faccendieri, industriali, costruttori, spioni, ufficiali della Guardia di Finanza, amici degli amici, mafiosi, papponi, ecc. che rubano, taglieggiano, danno e prendono tangenti, vivono gratuitamente in case da sceicchi, girano in fuoriserie, prendono l’elicottero per andare alla “festa del peperoncino” o a una partita di calcio, allevano mignotte “sotto copertura”, corrompono e vengono allegramente corrotti. E cosa accade? Vengono espulsi dai partiti di appartenenza? Vengono cacciati a calci nel culo da Camera e Senato? No. Certo che no. Risatine. Vignette satiriche. Battute.
Siamo l’unico Paese dell’Unione Europea ad avere una situazione carceraria che dire da terzo mondo è poco. Carceri sovraffollate? Suicidi dei detenuti? Droga? Condizioni igieniche spaventose? Roba da Tribunale per i Diritti Umani. Pannella che digiuna? Un vecchio pazzo. Tanto sui giornali dobbiamo scrivere di Ruby o di qualche “succosa” storia di cronaca nera o del calcio-mercato…
Questa è la cronaca di una settimana (e non abbiamo accennato ai cosiddetti centri di accoglienza per gli immigrati, o alla spazzatura, o alla Salerno-Reggio Calabria…)
Come dire: “Tamarreide” in doppiopetto blu e auto blindata.
Paolo Collo (Torino, 1950) ha lavorato per oltre trentacinque anni in Einaudi, di cui è tuttora consulente. Ha collaborato con “Tuttolibri” , “L’Indice” e “Repubblica”. Ogni settimana ha una rubrica di recensioni su "Il Fatto Quotidiano". Curatore scientifico di diverse manifestazioni culturali a Torino, Milano, Cuneo, Ivrea, Trieste, Catanzaro. Ha tradotto e curato testi di molti autori, tra cui Borges, Soriano, Rulfo, Amado, Saramago, Pessoa.