C'è voluto il presidente della Repubblica per dire ciò che gli altri non hanno detto: schiaffo meritato a Berlusconi, Alfano, Fini, Casini, Bersani. Schiaffo per Di Pietro e Grillo, ipercritici del Colle
Gino SPADON – Per fortuna che Giorgio c’è
25-10-2010“Per fortuna che Giorgio c’è”. Questo l’inno che tutti gli italiani dovrebbero cantare ogni mattina. C’è voluto Napolitano, infatti, per dire la parola che gli altri, chi per tornaconto, chi per viltà, chi per ignoranza non hanno saputo (o voluto) dire. Lo schiaffo se l’è meritato Berlusconi che ha avuto la faccia tosta di affermare, in un’intervista al Frankfurter Allgemeine Zeitung, di non aver mai voluto il cosiddetto lodo Alfano, lasciando quasi intendere che esso serve, se mai, a salvaguardare il ruolo del Presidente della Repubblica.
Lo schiaffo se l’è meritato Bersani troppo intento a strapparsi le vesti per saper dire con fermezza ciò che Napolitano ha denunciato. Lo schiaffo se l’è meritato Fini che, dopo aver approvato il lodo, dice oggi, allineandosi in ritardo, che “bisogna tener conto delle osservazioni di Napolitano”. Lo schiaffo se l’è meritato Casini che, dopo aver giudicato la “retroattività” del lodo una “scelta sbagliata”, ha deciso comunque, insultando la logica, di “astenersi”. Lo schiaffo se lo sono meritato anche i vari Di Pietro, Grillo e ipercritici del Colle che troppe volte hanno acriticamente accusato il presidente della Repubblica di “pavidità”.
Gino Spadon vive a Venezia. Ha insegnato Letteratura francese a Ca' Foscari.