Giustamente in questi giorni in tv si parla delle primarie, ma solo su La7 e Raitre. Non è detto però che anche Bruno Vespa, prima o poi, non organizzi una serata con tanto di modellino del luogo del delitto, inteso come Pd. Invece Gad Lerner ha mandato in onda l´altra sera una puntata in cui erano presentate le tre mozioni, senza alcuna condiscendenza verso il metodo scelto e i candidati. Non è mancato un momento molto critico, quando alcuni lavoratori di fabbriche a rischio hanno testimoniato le loro difficoltà e la sensazione di essere abbandonati dalla politica tutta, compreso il Pd. Invece Vespa, nella stessa serata, ha trattato di immigrazione, dando modo a Urso (ex An) di dire che, secondo lui, può essere concessa la cittadinanza agli immigrati che superino un esame di lingua e cultura italiane (e la Costituzione no?). Giusto, ma solo se a dover superare l´esame fossero pure Bossi e Berlusconi. Se no, espulsi!
Dio ti vede, Berlusconi anche
Chissà se la realtà è migliore o peggiore della Tv. Perché da un lato i tg edulcorano i fatti per ragioni politiche, dall’altro puntano al catastrofismo per ragioni di audience. In tutti i due casi, però, si tratta di evasione. Così la settimana scorsa abbiamo visto vari servizi efferati:1) la signora di 90 anni uccisa dagli scippatori; 2) il bambino in carrozzina finito sotto il treno, incredibilmente salvo; 3) la passeggiata mattutina del giudice Mesiano. Quest’ultimo filmato, andato in onda su Canale 5 al mattino, non conteneva notizie, né notazioni di costume. Si voleva solo lanciare un avvertimento: una sorte di “ Dio ti vede “ all’uomo che ha osato condannare l’azienda del padrone editore. Un vero schifo e una vergogna per il giornalismo. Ma si può anche notare che, se contro quel giudice non hanno trovato niente di peggio che suoi calzini azzurri, vuol proprio dire che è un santo.
Il mandante non cambia
Il direttore di Repubblica Ezio Mauro, parlando con Lucia Annunziata, ha detto che parteciperà alle primarie del Pd, ma non sa ancora se voterà scheda bianca o per uno dei tre candidati, che sono tre brave persone. È consolante saperlo, perché di questi tempi le brave persone sono merce rara, in tutte le professioni. A cominciare dal giornalismo, dove il colossale conflitto di interessi di Berlusconi ha avuto l’effetto di moltiplicare i piccoli conflitti di interesse tra i suoi dipendenti e le notizie. Di più: anche tra i nostri dipendenti Rai (in quanto dipendenti del servizio pubblico) e le notizie, che ormai sono solo merce di scambio per futuri scatti di carriera. Quanto poi ai giornalisti Mediaset, non essendo neppure sottoposti alla Commissione di vigilanza, è giusto che, se sbagliano, chiedano scusa. Benché sia inutile, perché ci si può scusare delle carognate, non della propria nullità, che è colpa di chi ci manda, cioè del mandante!e carognate, non della propria nullità, che è colpa di chi ci manda, cioè del mandante!
Savoir faire di una certa Brianza
Il leghista Castelli si esibisce in continuazione in tv ridendo a sproposito e non perdendo occasione per offendere, magari di rimessa. Dopo l´eroica impresa di definire Rosy Bindi «zitella petulante», a Exit si è replicato. Si parlava della bocciatura da parte delle destre (più Binetti) della legge contro le violenze omofobe e Castelli, oplà, ha tirato fuori dal suo scarso repertorio l´art. 3 della Costituzione, che stabilisce l´uguaglianza dei cittadini davanti alle legge. Proprio quello che lui e i suoi alleati avevano tentato di aggirare con il lodo Alfano e che, secondo Castelli, impedirebbe di punire con aggravanti le violenze contro i gay. Poi, per dare subito un esempio pratico, a Scalfarotto che chiedeva gli stessi diritti degli altri italiani, come per esempio quello di sposarsi, Castelli ha risposto col suo solito sorrisetto: «Ma lei può sposarsi anche domani; basta che si scelga una signora». E se no, botte!
Frankfurter Zeitung: pericoloso farsi vedere col Cavaliere
Magari fosse vero il proverbio Nemo propheta in patria! Invece per Berlusconi vale il contrario: da noi spopola, anche se (come ha precisato D’Alema) solo tra meno della metà degli italiani, ma all’estero proprio non piace. A Otto e mezzo il corrispondente della Frankfurter Allgemeine Zeitung ha detto perfino che i politici tedeschi non vogliono farsi vedere con Berlusconi perché «porta jella». Poi si è corretto: «perché fa perdere voti». La ministra Brambilla è impallidita e perfino i capelli fiammeggianti parevano sul punto di spegnersi, cosicché, improvvisamente ridotta in bianco e nero, sembrava Bondi svenuto. Peggio ancora a Ballarò, dove il povero Alfano, orbo di tanto lodo, si è dovuto sorbire i titoli antiberlusconiani di tutti i giornali esteri. E perfino il vecchio falco Luttwak, da Washington, ha sostenuto che il conflitto di interessi di Berlusconi è inconcepibile. Insomma, il resto del mondo è comunista!
Sono nata a Ghilarza (Oristano), ho studiato lettere moderne all’Università Statale di Milano, in pieno 68. Ho cominciato a lavorare all’Unità alla fine del 73, quando era ancora ‘organo’ del Pci, facendo esperienza in quasi tutti i settori, per approdare al servizio spettacoli negli anni 80, in corrispondenza con lo straordinario sviluppo della tv commerciale, ovvero con l’irresistibile ascesa di Silvio Berlusconi. Ho continuato a lavorare alla redazione milanese dell’Unità scrivendo di televisione e altro fino alla temporanea chiusura del giornale nell’anno 2000. Alla ripresa, sotto la direzione di Furio Colombo, ho cominciato a scrivere quotidianamente la rubrica ‘Fronte del video’, come continuo a fare oggi. E continuerò fino a quando me lo lasceranno fare. Nel 2003 è stato stampato e allegato all’Unità un volumetto che raccoglieva due anni di ‘Fronte del video’.