La cosiddetta crisi monetaria che ritengo sia stata organizzata ad arte dagli istituti economici mondiali, continentali e nazionali, prendendo spunto da fatti gravi di delinquenza finanziaria privata, per imporre regole altrimenti non digeribili dall’opinione pubblica e dai lavoratori, attanaglia il mondo e in particolare l’Europa dal 2008, cioè da quando Berlusconi ha ripreso il governo dopo due anni del martoriato Prodi caduto per fuoco amico.
Da allora il ritornello del governo, e di Berlusconi in prima persona, in tutte le occasione, spesso create surrettiziamente, era un mantra: «La crisi non c’è» e «Noi stiamo meglio degli altri Paesi». Berlusconi sapeva di mentire, ma la sua canea abbaiava di concerto, scodinzolando sul disfattismo della sinistra che “ voleva la crisi a tutti i costi per denigrare l’Italia all’estero “. Due mesi prima della crisi, ancora nel giugno del 2008, il superministro Tremonti (che bisognerebbe retrocedere ad «Unmonte») non aveva nemmeno ipotizzato di tassare le banche per dare ai poveri. Chi ricorda la «Tobintax» che fu battezzata «Robintax» con riferimento a Robin Hood perché Tremonti diceva «bisogna togliere ai ricchi e dare ai poveri»? Almeno chiedano scusa agli Italiani!
Ebbene, due mesi dopo avvenne il crack dei titoli spazzatura e delle liquidazioni da nababbi e tutti i governi compreso quello (specialmente quello) di Berlusconi e del veggente Tremonti hanno fatto un piano per salvare le banche dal fallimento. Siamo in mano a questi ignoranti. Da tre anni ci sentiamo dire che «la crisi da noi non c’è», ma se questa crisi non c’è perché bisogna fare una finanziaria da 47 miliardi di euro che corrispondono a 91.600 miliardi di vecchie lire? Da capogiro.
Dopo la semtenza Lodo Monddori abbiamo la certezza giuridica che Berlusconi è corruttore certificato «doc»: ha cioè falsificato scientemente e deliberatamente non solo la giustizia, ma il mercato che dovrebbe essere un «peccato mortale» per un «liberale». Ha alterato il sistema, corrompendolo per i suoi interessi illeciti e illegittimi. Ciò significa che egli siede su un patrimonio illegittimo: sia le tv comprate con tangenti a Craxi, sia per la Mondadori, Panorama e il resto che ha «rubato» corrompendo un giudice.
Questo quaquaraqua è la falsità fatta persona: ha riempito il parlamento di avventurieri e presunti mafiosi, anche di potenziali carcerati che tiene al riparo con le guarentigie dell’immunità perché la sua maggioranza nega «a prescindere» l’autorizzazione a procedere anche in caso di arresto per motivi di mafia. Questa gentaglia per anni, da 15 anni almeno, sta truffando l’Italia: mangiano, requisiscono anche gli stipiti delle porte, corrompono, si lascino corrompere, comprano e vendono voti e istituzioni e ora vengono tranquilli e pacifici a chiedere la partecipazione delle opposizioni all’approvazione di una manovra economica che è un insulto e uno stupro all’Italia seria e che lavora, all’Italia che ha mantenuto in piedi il Paese, facendo pagare i poveri, i lavoratori, le donne, i precari, i ricercatori, i pensionati, in una parola «l’Italia migliore» che fa schifo al semiministro Brunetta.
C’è una manovra varata dal governo Tremonti-Berlusconi che per ingannare ancora una volta il Paese, scarica i tagli sul prossimo governo, sapendo che non sarà lui a governare: è questo il dramma dell’Italia dove in genere, la destra dilapida e la sinistra risana. Manovra immorale e se il governo la vuole, che se la voti, ma deve votarla tutta adesso e non vincolare i governi futuri alle scelte scellerate fatte da un corruttore e da un ministro dell’economia che vale come il due di briscola, anche per le vicende corruttive del suo braccio destro che lavorava a nome e per suo conto.
Il Presidente della Repubblica fa il suo mestiere e chiama a raccolta tutti, destra e sinistra in nome dei superiori interessi dell’Italia. Dov’era il governo quando doveva tutelare i superiori interessi, e invece faceva leggi e solo leggi a distruzione dell’interesse superiore, ma beneficio esclusivo del capo del governo? Perché il Presidente ha firmato quasi tutto, bene sapendo che prima o poi i nodi sarebbero arrivati al pettine come puntualmente sta accadendo?
Il compito dell’opposizione è fare cadere questo nefasto governo e non di collaborare nemmeno per salvare il mondo. Nessuna complicità deve essere possibile. Altro che emendamenti concordati e ridotti per arrivare quanto prima all’approvazione del funerale Italia, dando così una ulteriore forza a Berlusconi e prolungando l’agonia della Nazione e dei poveri in primo luogo! Se l’opposizione accetta l’invito e collabora, ancora una volta, salva il governo e affonda il Paese. Un secondo dopo la caduta di Berlusconi, l’economia farà un balzo in vanti, la crisi avrà una svolta e all’estero avremmo acquistato quella dignità che perdiamo ogni giorno di più. Per superare la crisi, bisogna dare il ben servito a Berlusconi.
Paolo Farinella, biblista, scrittore e saggista, è parroco nel centro storico di Genova in una parrocchia senza parrocchiani e senza territorio. Dal 1998 al 2003 ha vissuto a Gerusalemme "per risciacquare i panni nel Giordano" e visitare in lungo e in largo la Palestina. Qui ha vissuto per intero la seconda intifada. Ha conseguito due licenze: in Teologia Biblica e in Scienze Bibliche e Archeologia. Biblista di professione con studi specifici nelle lingue bilbiche (ebraico, aramaico, greco), collabora da anni con la rivista "Missioni Consolata" di Torino (65.000 copie mensili) su cui tiene un'apprezzata rubrica mensile di Scrittura. Con Gabrielli editori ha già pubblicato: "Crocifisso tra potere e grazia" (2006), "Ritorno all'antica messa" (2007), "Bibbia. Parole, segreti, misteri" (2008).