racconti
Blonde… e Dio creò il cane
di Renata Allìo
Neos edizioni
euro 11,00
“… e il sesto giorno Dio creò il cane, il suo capolavoro”.
Forse è sufficiente l’epigrafe posta a inizio volume dall’autrice – alla sua prima, felice, prova narrativa – per avere idea di questo piccolo libro che racconta in quattordici episodi le storie di altrettanti cani: cani veri o d’invenzione, belli o brutti, grandi o piccoli, scodinzolanti e non. Ma tutti che ascoltano, amano, che condividono, nel vero senso della parola, con noi, la vita, le sue gioie, i suoi dolori. E non sono solo gli umani a raccontare gli animali, ma gli stessi cani a raccontarsi e a raccontare.
Potremmo solo aggiungere quanto scrisse un poco noto autore romantico spagnolo, Mariano José de Larra: “Chi non ha avuto un cane, non sa cosa sia amare ed essere amato”.
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romanzo
Incidenze
di Philippe Djian
trad. di D. Petruccioli
Voland
euro 14,00
Parigino, Djian – considerato l’erede francese della beat-generation, come dice la pubblicità – diviene noto al pubblico negli anni Ottanta, e soprattutto nel 1986, in seguito all’uscita sugli schermi del film “Betty Blue” – cult-movie di Jean-Jacques Beineix – tratto da un suo romanzo. Ora Voland presenta questo suo ultimo ottimo lavoro: “Incidenze”, di genere difficilmente classificabile. Inizia come un “noir” – il protagonista, Marc, che si trova a letto la giovane amante morta stecchita (un po’ come incominciava “Domani nella battaglia pensa a me”, di Javier Marías), e decide di nasconderla in un crepaccio -, ma poi si trasforma in una sorta di viaggio senza speranza dentro l’animo umano, dentro uno spirito malato… Non anticipo altro, ma l’autore è decisamente in gamba (ed è ora in Italia per presentare il suo libro).
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teatro
Caino
di Mariangela Gualtieri
Einaudi
euro 10,00
Pare proprio che i cosiddetti tradizionalmente “cattivi” della storia attirino sempre più gli scrittori. Dopo il “Caino” di José Saramago o il “Giuda” di Gustavo Zagrebelsky, ecco apparire in libreria – e a teatro – la commedia “Caino” di Mariangela Gualtieri. L’autrice, che ha fondato il Teatro Valdoca assieme a Cesare Ronconi, ripropone qui la figura del contadino fratricida in tutta la sua solitudine, abbandonato, maledetto, inviso a Dio e agli uomini. L’enigma del male – dice l’autrice -, il “mysterium iniquitatis”, è un fondale che non possiamo non indagare, anche se ci fa orrore, anche se vorremmo, istintivamente, tenerlo ben lontano da noi.
Paolo Collo (Torino, 1950) ha lavorato per oltre trentacinque anni in Einaudi, di cui è tuttora consulente. Ha collaborato con “Tuttolibri” , “L’Indice” e “Repubblica”. Ogni settimana ha una rubrica di recensioni su "Il Fatto Quotidiano". Curatore scientifico di diverse manifestazioni culturali a Torino, Milano, Cuneo, Ivrea, Trieste, Catanzaro. Ha tradotto e curato testi di molti autori, tra cui Borges, Soriano, Rulfo, Amado, Saramago, Pessoa.