Nessuno ricorda che i colpi contro la mafia riassumono il lavoro di mesi ed anni dei magistrati. La politica del governo è attribuire i successi alle polizie mentre il Cavaliere attacca i giudici e le intercettazioni ingannando i poveri lettori-spettatori dietro la maschera del ministro degli interni
Perché giornali e tv diventano le trombe di Maroni
27-12-2010
di
Luigi de Magistris
La politica del Ministro degli Interni è fatta di propaganda e autoritarismo. Egli gode di ampi spazi sui mezzi di comunicazione e ne abusa. Utilizza i megafoni della comunicazione – che è diversa dall’informazione – per far credere che grazie al Ministro i latitanti vengono arrestati e sono effettuati sequestri e confische di beni. Sono, invece, il frutto del lavoro di magistrati e forze dell’ordine. Non si sospetta che Maroni – a differenza di altri nel passato al Viminale – possa colludere con le mafie e proteggere latitanti. E’ poco per dire che è suo merito l’arresto dei mafiosi. Queste operazioni vengono da lui strumentalizzate per nascondere l’apporto causale che dà all’approvazione di leggi e provvedimenti che favoriscono la criminalità organizzata, soprattutto nel rapporto con la politica e l’economia. Scudo fiscale, vendita all’asta dei beni confiscati, soppressione di fatto del falso in bilancio, mancata protezione del collaboratore di giustizia Spatuzza, processo breve, tagli alle risorse per giustizia e forze dell’ordine, eliminazione del potere del PM di prendere notizie di reato di propria iniziativa, mancato scioglimento del Comune di Fondi, eliminazione del reato di banda armata per garantire l’impunità ad alcuni leghisti ed evitare che potessero divenire pregiudicati come il Ministro. La propaganda del Viminale si accompagna a una strategia autoritaria. La volontà del Governo è quella si trattare le questioni sociali, economiche e politiche come ordine pubblico. E’ stata la strategia usata nel ventennio, da Scelba agli inizi degli anni ’50, nel 2001 con il movimento no-global. L’immigrazione va affrontata con le mitragliatrici libiche, il lager di Gheddafi e l’espulsione dei senza reddito e senza fissa dimora. I disastri ambientali del Governo con i manganelli per fermare la rabbia dei cittadini esasperati. La più grande manifestazione degli ultimi anni della FIOM viene presentata, alla vigilia, come il luogo in cui si sarebbero registrate pericolose derive estremistiche. E’ stata, invece, un sussulto di democrazia e la dimostrazione che esiste la classe operaia. Sarebbe stato meglio se Maroni si fosse (pre)occupato di evitare l’ingresso dei neo-nazisti serbi per la partita di calcio a Genova. Gli studenti protestano contro la riforma autoritaria, classista e neo-liberista del Ministro Gelmini e il Viminale militarizza il territorio e opta per la repressione del dissenso. Ricercatori, professori, artisti e musicisti criticano le misure del Governo e Maroni dà il via libera per colpire il pensiero libero. Il Ministro fa abuso di potere nell’utilizzare le forze dell’ordine – composte in maggioranza da donne e uomini ai quali va la gratitudine per quello che fanno per la sicurezza e la tutela dei diritti – per colpire il dissenso al Governo e la libera manifestazione del pensiero. E’ immorale mettere una parte del popolo (le forze dell’ordine) contro quella parte del popolo che difende la Costituzione.
Luigi de Magistris, oggi europarlamentare IdV, nasce a Napoli nel 1967. Si laurea in giurisprudenza a 26 anni ed entra in magistratura. Lavora per 15 anni come pm presso i Tribunali di Napoli e Catanzaro, occupandosi di indagini delicatissime come Toghe Lucane, Why Not e Poseidone, incentrate sul legame tra politica, massoneria e criminalità organizzata in merito ai finanziamenti pubblici. Trasferito quando le inchieste arrivano a coinvolgere nomi di spicco del mondo politico italiano, lascia la magistratura per dedicarsi alla politica. Nel giugno del 2009, con quasi 500 mila preferenze, entra al Parlamento Europeo come indipendente dell'Italia dei Valori e viene eletto presidente della Commissione Europea per il controllo sui bilanci.