Ma come possono gli onorevoli avvocati del presidente immaginare la trasformazione delle ragazzacce sboccate al telefono nelle verginelle che vanno ad Arcore per amore del cineclub? A spese dello Stato, come ricorda il consigliere regionale di Formigoni, Nicole Minetti
Postribolo (2) – Emilio Fede e Lele Mora, ministri delle notti del Cavaliere
27-01-2011
di
Gino Spadon
Quando ormai sembrava che nulla avrebbe potuto liberaci di quest’uomo che ha incanaglito gran parte del nostro popolo con i suoi comportamenti e che ha impoverito il nostro Paese con una politica ricca solo di promesse illusorie, ecco che a liberarcene provvede in questi giorni Berlusconi stesso assistito in quest’opera “meritoria” da una corte di legulei e di maneggioni che devono proprio odiarlo quest’uomo per averlo appoggiato e consigliato in un’azione letteralmente suicida. Ma quale idea è stata mai quella di indottrinare i frequentatori di villa San Martino perché trasformassero con le loro dichiarazioni un palese puttanaio in un luogo di laica santità? Ma quale cretino, quale minus habens, potrà mai credere che in quella villa ci si andasse per cenare e per trascorrere poi il resto del tempo in lieti conversari conditi da proiezioni private dei viaggi dell’anfitrione, rallegrati dai suoi discorsi, dalle sue lepidezze e dai suoi canti con l’Apicella; allietati infine da balli castigatissimi? Non si poteva pensare che questi discolpe, pronunciate col tono della lezioncina imparata a memoria, sarebbero state controproducenti? Fossero state invitate signore di varie età, piacenti o avvenenti e anche (perché no) desiderabili assieme a signori di un certo nome e comunque di specchiata onestà, come è giusto che avvenga nella casa di un Presidente del Consiglio, ciò non avrebbe dato adito alcuno a pettegolezzi, maldicenze o diffamazioni. Ma qui, guarda caso, l’età delle invitate va dai 17 ai 24 anni circa, e tutte sono dotate in modo dovizioso di curve da capogiro e da curriculum che non sono certo quelli di una Margherita Hack odi una Rita Levi-Montalcini. Quanto ai “signori”, poi, si annoverano tipi come Emilio Fede, grande amicone certo, ma anche noto biscazziere o come l’impresentabile Lele Mora. Che il giudizio su questi personaggi non sia frettoloso e dettato dal pregiudizio, lo dimostrano i loro comportamenti rivelati dai documenti trasmessi ieri, 26 gennaio, al Parlamento dai PM milanesi. Emblematica la spartizione di un prestito di Berlusconi fra il gatto (il Lele beneficiario del prestito stesso) e la volpe (l’Emilio autore della “cresta”). Quanto alle donne basti per tutte la contabilità della Ruby, trovata nella perquisizione genovese (con tanto di prezzo, immagino, per ogni prestazione),e la dichiarazione di Nicole Minetti che, secondo quanto contenuto negli ultimi documenti trasmessi dei PM) tratta Berlusconi da “vecchio pezzo di m….” per avere il poveraccio deciso di disfarsi di questa antica protetta (ritenuta, forse, orami sciupata e frusta) per collocarla (parole della Minetti) in un posto a spese dello Stato. Forma di riconoscenza assai bizzarra da parte di una donna che Berlusconi , lunedì scorso, nella trasmissione “L’Infedele” aveva definito (cito) “una splendida persona, intelligente, preparata, seria, laureata col massimo dei voti, con 110 e lode…di madre lingua inglese”. Non oso neppure immaginare come avrebbe definito Berlusconi se si fosse laureata col minimo dei voti e se non fosse di madrelingua inglese. L’ha proprio scampata bella colui che passerà alla storia come il Grande Benefattore di ragazze allo stesso tempo poppute e sventurate..
Gino Spadon vive a Venezia. Ha insegnato Letteratura francese a Ca' Foscari.