8 MARZO. Gli uomini dell’opposizione non difendono l’onore d’Italia, ragazza maltrattata dal “mostro” che non si dimette
07-03-2011
di
Giancarla Codrignani
Tutti gli anni torna l’ottomarzo e tutti gli anni restano fuori dalle feste gli altri 364 giorni e notti del vivere. Quest’anno l’atmosfera è davvero particolare: vibra ancora l’aria del 13 febbraio con le migliaia e migliaia di donne che hanno manifestato per la loro dignità. Si sarebbe attesa un’analoga valanga di proteste maschili per reclamare il rispetto del “loro” corpo, oltraggiato dal comportamento del nostro “esemplare” presidente (togliamogli almeno la maiuscola) del Consiglio. L’ho già detto e ripeto: se Berlusconi fosse gay, il bunga-bunga vedrebbe un’esibizione tutta diversa e forse qualcuno capirebbe che “darla” (come ormai si dice in televisione) o “darlo” in quel modo è indecente e offensivo della persona umana. Da anni c’è un contenzioso aperto all’interno del movimento femminista sulla prostituzione che “è un mestiere come un altro”, anche se quando faccio osservare che sembra “una buona opportunità per sistemare tua figlia”, tutti diventano verdi senza essere leghisti. Ma non si vedono neppure reazioni visibili di protesta da parte di deputati e senatori maschi a condanna della prostituzione dei colleghi che non nascondono le pudendissime conversioni partitiche fra le braccia del Grande Compratore e i relativi tariffari.
Sembra che l’opposizione mediti il riuso del meraviglioso “se non ora quando” di invenzione femminile per il 13 febbraio, ma non per difendere, da bravi cavalieri, l’onore della ragazza Italia e della sua Costituzione – che sarebbe il giusto richiamo al recupero della dignità nazionale -, ma per ripetere un inutile NO al mostro che si dovrebbe dimettere, e che non lo farà neppure costretto dalla Corte costituzionale. Allora, anche se noi donne ci sentiamo cittadine e preoccupate della sorte democratica comune, ci sembra che ci risiamo: un ottomarzo di politica neutra con le solite mimose che ormai ci regaliamo fra noi. Non che non veniamo nominate; anzi, è tutto un ricordare che, oppresse da mille guai, abbiamo bisogno di iniziative “per” noi: ma sempre senza assumere la cultura, il pensiero, la politica “delle” donne.
Mi piacerebbe fare riflettere a partire dalle donne del Nord Africa o dalle aspirazioni delle sorelle che vivono negli altri continenti, ma servirebbe a farci sentire male senza risvegliare l’interesse degli uomini. Quindi, per “la festa” racconto una storia. Una famosa giornalista americana aveva condotto parecchi anni fa uno studio sui ruoli femminile e maschili in Afghanistan. Le donne si erano lamentate della tradizione che imponeva loro di camminare tre passi dietro al marito. Ritornata recentemente a Kabul ha ripreso la sua inchiesta e ha scoperto che le donne camminavano ben cinque passi dietro al marito e ha chiesto conto del cambiamento: «vi lamentavate prima, adesso va peggio e non vi vedo turbate… quale è la ragione per cui accettate questo cambiamento?». La risposta è stata immediata e univoca: «le mine»… La storiella richiede la sua morale: “dietro ogni uomo c’è una donna intelligente”.
Postilla per chi pensa che sono cattiva: me l’ha raccontata un uomo gentile…
Giancarla Codrignani, docente di letteratura classica, giornalista, politologa, femminista. Parlamentare per tre legislature