I duri e puri dell’ex premier hanno sempre chiesto “lasciateci lavorare”. Adesso lascino lavorare chi prova a salvarci
24-11-2011
di
Ezio Pelino, "Ateismo e Libertà", Sulmona
Caro Domani,
dopo il cafonal berlusconiano, la sobrietà, la misura , la signorilità di Monti ci riconciliano con il mondo della politica. Costituiscono un modello pedagogico per tutti, politici e non. Lo stile è anche sostanza quando non è atteggiamento strumentale ma autentica espressione di cultura, nel caso, di una cultura alta, nord-europea. Non c’è giorno che, abituati al circo Barnum di affaristi, escort, menestrelli di corte e barzellette volgari, il nuovo presidente non ci stupisca facendoci intravedere che un’altra politica è possibile. In partenza per Bruxelles ha rifiutato il gigantesco Airbus 300 che usava abitualmente il suo predecessore per il più piccolo Falcon da 12 posti. Disoccupato è quel plotone di gorilla da paese sudamericano che faceva da scorta a lui e ai suoi ministri. Scomparsi anche i macchinoni stranieri sgommanti con l’immancabile contorno di motociclette a sirene spigate, sostituiti da più modeste auto italiane. Per anni si è detto, come un refrain, dai fans duri e puri di Berlusconi: “Lasciatelo lavorare”. Noi, con Marcello D’Orta, sussurriamo sommessamente: “Speriamo che ce la caviamo”.