Caro Domani, dobbiamo scusarci con Berlusconi se non siamo riusciti a far cadere prima i suoi ministri “lacrime e sangue”
01-12-2011
di
Marco Lombardi, precario della sanità, Firenze
In questa fase di incertezze e sacrifici, con le parole recessione e default che oltrepassano la soglia del bisbigliato, non si aveva certo mancanza dei piazzisti della politica. Casomai è a quest’ultimi che la ribalta mancava.
Ecco dunque il preventivato ritorno sulla scena di Silvio Berlusconi, cui, secondo il fido Alfano, dovremmo addirittura chiedere scusa. Mo’ me lo segno, direbbe Troisi e la citazione è lusinghiera, visto che si scade nel cabaret se a tuonare contro i sacrifici ipotizzati da Mario Monti è il leader di una coalizione che ha varato tre manovre finanziarie in cinque mesi, cavando tanti denari ai meno abbienti e nemmeno un ragno dal buco. Mi scusi, signor ex Presidente, se da cittadino e da elettore non ho fatto abbastanza per evitarle le ingiurie del mondo intero ma, mi creda, avrei voluto con tutto il cuore sollevarla ben prima dall’ingrato onere di governare questo “paese di merda”. Che dirle, meglio tardi che mai. Anzi, meglio ancora se mai più.
Poteva poi una Lega Nord allo sfascio non lucrare sulle parole di Giorgio Napolitano in materia di cittadinanza? Secondo Tosi il conseguimento della cittadinanza italiana per nascita sul territorio e non per consanguineità, impedirebbe il rimpatrio dei genitori stranieri se irregolari. Tre parole a commento: non-è-vero. Per i cittadini provenienti da paesi della Comunità Europea, scontato il riferimento alla Romania, il problema neppure esiste, essendone prevista l’espulsione solo per motivi di ordine pubblico. Per gli extracomunitari è l’attuale legge in materia di immigrazione, la “Bossi-Fini” (due cognomi che dicono tutto), a prevedere per i genitori un permesso di soggiorno per assistenza minore: essi non possono essere espulsi finché il figlio è minorenne. Compiuta la maggiore età, il padre e la madre, se non in possesso di altro presupposto al rilascio del permesso di soggiorno, verrebbero espulsi comunque, a prescindere dalla cittadinanza del figlio.
La polemica della Lega è solo un polverone a fini elettorali, ma di polvere da sparo ora si tratta e sollevarla è da irresponsabili. Certo, altrettanto grave è che nessuno degli altri attori politici abbia replicato, anche solo con le semplici considerazioni di cui sopra.