Distrugge il bel libro di Niccolò Ammaniti con l’aria di un signore che apre l’impermeabile e mostra il pisello. Finalmente tutti lo guardano sfogliando Repubblica che accoglie la sua intemperanza
Quando il critico letterario vuol farsi notare, esibizionismo per diventare qualcuno
11-01-2011
di
Paolo Collo
Su “il Venerdì di Repubblica” del 7 gennaio 2011 appare, a pagina 154, sotto il titolo “zona critica” un articolo – Com’è lontana Virginia Woolf, anoi è rimasto solo Ammaniti – di tal Nicla (sì, proprio così, Nicla, ma non è né una riccioluta bambina prodigio americana né una spia dell’ex impero sovietico) Vassallo, che la didascalia ci dice essere docente di filosofia teoretica all’Università di Genova.
E in quest’articolo di poche righe il signor Nicla riesce a farci sapere di conoscere, nell’ordine: Incompreso di Florence Montgomery; il film tratto da questo libro dal regista Luigi Comencini; il regista Bernardo Bertolucci e il film The Dreamers; l’altro regista francese Jean-Luc Godard; il Gordon Pym di Edgar Allan Poe; lo scrittore Federico Moccia; Dostoevskij e le Memorie dal sottosuolo; Proust e la sua insopportabile madeleine; Edipo e il suo complesso (ma non è una band); La stanza di Jacob di Virginia Woolf.
Ebbene, tutto questo per dire che non gli è piaciuto il (bel) romanzo di Niccolò Ammaniti Io e te, recentemente edito da Einaudi, che, come altri libri del giovane scrittore romano, diventerà a sua volta un film.
Insomma, “zona critica” sta alla critica letteraria seria, come un signore che apre il classico impermeabile e mostra il pisello sta all’amore. Puro esibizionismo.
Per non dire che da quel che mi risulta Ammaniti non ha mai detto di essere il più grande scrittore sulla piazza: scrive bei libri che oltretutto piacciono, per niente stupidi o modaioli.
E infine, parafrasando il titolo del suddetto articolo, potremmo scrivere: Com’è lontana Virginia Woolf, a noi è rimasto solo Nicla.
Paolo Collo (Torino, 1950) ha lavorato per oltre trentacinque anni in Einaudi, di cui è tuttora consulente. Ha collaborato con “Tuttolibri” , “L’Indice” e “Repubblica”. Ogni settimana ha una rubrica di recensioni su "Il Fatto Quotidiano". Curatore scientifico di diverse manifestazioni culturali a Torino, Milano, Cuneo, Ivrea, Trieste, Catanzaro. Ha tradotto e curato testi di molti autori, tra cui Borges, Soriano, Rulfo, Amado, Saramago, Pessoa.