È abbastanza frequente che editori della carta stampata chiudano i loro giornali. Anche a me è capitato quando dirigevo “L’Avvenire d’Italia”, e oggi si annuncia una vera e propria epidemia a causa della decisione del governo di togliere i fondi all’editoria giornalistica. Ma che chiuda Domani di Arcoiris Tv, che è un giornale on line, è una notizia …
L’ironia di Jacques Prévert, poeta del surrealismo, versi e canzoni nei bistrot di Parigi, accompagna la decadenza della casa reale: Luigi Primo, Luigi Secondo, Luigi Terzo… Luigi XVI al quale la rivoluzione taglia la testa: “Che dinastia è mai questa se i sovrani non sanno contare fino a 17”. Un po’ la storia di Domani: non riesce a contare fino …
“Non si può bluffare se c’è una civiltà teatrale, ed il teatro è una grande forza civile, il teatro toglie la vigliaccheria del vivere, toglie la paura del diverso, dell’altro, dell’ignoto, della vita, della morte”. Parole di Leo …
Il governo Monti ha perso il primo round con Susanna Camusso che fa la guardia alla civiltà del lavoro, fondamento dell’Europa Unita. Sono 10 anni che è morto Marco Biagi, giuslavorista ucciso dalle Br. Si sentiva minacciato, chiedeva la scorta: lo Scajola allora ministro ha commentato la sua morte, “era un rompicoglioni”. Rinasce l’odio di quei giorni? Risponde Cesare Melloni, …
Un'inchiesta video: l'autore fa finta di essere uno studente in cerca di alloggio attorno all’università. Racconta ipocrisie e labirinti burocratici per nascondere affitti carissimi pagati senza ricevute. Padroni di casa, avvocati e ragazze che per spendere qualcosa in meno sgridano le compagne che non vogliono pagare in nero. L'Italia sotterranea vive così
Retroscena universitari: gli studenti fuori sede dormono in nero
Gli studenti universitari sono un mercato appetibile. Mandrie di migliaia di giovani ormonalmente maturi e scolasticamente in formazione pronti a consumare nel territorio del nuovo domicilio. Per questo i prezzi delle abitazioni, intorno alle Università, esplodono e schizzano. E’ l’orgasmo dello speculatore immobiliare. Al nero, nel 60% dei casi.
Posti letto cari, stanze singole care, in albergo neanche a parlarne, ovvio. Resta l’opzione “strada” e quella del “pacchetto 200”, da consumarsi ogni giorno, sempre uguale, composto in un viaggio di andata di cento chilometri (direzione Università), e uno di altrettanti cento chilometri in direzione casa (dei genitori, ovvio). Il risparmio c’è ma la vita diventerebbe un inferno, anche se prima o poi bisogna pure abituarsi, al mercato del lavoro. Scherzi a parte: passare quattro ore al giorno su un treno è tanto per un macchinista, troppo per un passeggero alle prese con treni lenti, lentissimi. (Anche i treni veloci sono treni lenti, lo sono per definizione, e i treni davvero veloci vanno dalla parte opposta o sono troppo cari).
Io ho realizzato un’inchiesta sulla piaga degli affitti al nero agli studenti universitari fuori sede. Fingendomi studente in cerca di un posto letto ho documentato una pratica di cui gli studenti sono spesso le prime vittime: senza contratto e senza nessun risparmio sul prezzo dell’affitto. Stanze a 400, anche 600 euro. Posti letto in camera doppia a 300 euro. Insomma, la crisi c’è, ma i proprietari immobiliari sanno come sopperirvi. Non altrettanto gli studenti, che per pagare questi appartamenti sono costretti a ricorrere al prelievo mensile al bancomat “genitori”. (Rispetto ad altre banche il mutuo parentale è più facile da ottenere e non ha scadenza. Termina quando il babbo s’incazza perché il figlio boccia a un esame, allora il padre si trasforma in padrone e da padrone in esattore familiare, al grido di: “Ma io che ti mantengo a fare?”)
Parlavo degli affitti al nero agli studenti universitari. Dove? L’inchiesta l’ho realizzata a Firenze, ma la situazione è analoga in tutte le grandi città universitarie italiane, e a guadagnarci sono sempre gli stessi: i proprietari immobiliari, molti di loro proprietari di più appartamenti, lontani dalla figura (un pò romantica), del proprietario (e inquilino) di una casa (magari ricevuta in eredità), che decide di affittare una stanza per arrotondare il magro stipendio. Quello che emerge dalla mia inchiesta è invece un mercato milionario, un enorme lucro sulle spalle (e la pelle) di tutti quei cittadini che non rientrano nella figura “dell’imprenditore immobiliare”.
Ce n’è per tutti i gusti e tutte le scuse sono buone: una proprietaria mi dice che sono le altre ragazze in casa a non volere il contratto, altrimenti il giorno in cui decidessero di andarsene dovrebbero mandare una raccomandata, mentre così saremmo tutti più liberi: loro di non mandare la raccomandata e risparmiare un viaggio all’ufficio postale e lei, la proprietaria, di cambiare quando vuole. Poi c’è l’avvocato che mi consiglia comunque una “scritturina privata”, però “una cosa fra noi, sicuramente niente da depositare”, tanto lui è avvocato. C’è quello che vuol fare il contratto ma mettere una cifra molto più bassa. Quello che propone di fare la “comunicazione di ospitalià” alla questura (che però l’ospite paga non dobbiamo dirlo, ci mancherebbe altro!). E c’è pure la signora che non ne vuole parlare al telefono perché ha paura che qualcuno registri la telefonata. E in fondo è l’unica che ha ragione, perché è quello che ho fatto.
Saverio Tommasi è attore e autore di libri e spettacoli di teatro civile. Realizza inchieste video di taglio giornalistico, anche con telecamera nascosta.
Il suo pensatoio è http://www.saveriotommasi.it.