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La benzina solida: un’invenzione maledetta e la storia di un genio siciliano

09-09-2010

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Il giallo della benzina solidaMetti una sera, prima di cena, nel chiostro di una città siciliana una storia vera che fa impallidire i film di 007: l’invenzione maledetta della benzina solida, un carburante non infiammabile, e del suo creatore, l’ingegnere Gaetano Fuardo, originario di Piazza Armerina (Enna). Un inventore morto nel 1962, a 84 anni: morto in miseria, anche se i suoi eredi, dopo la sua morte, riuscirono a ottenere dal governo francese diversi miliardi di franchi.

La storia si snoda, giovedì 26 agosto, all’ombra di un gelso nel chiostro della chiesa di Sant’Anna, in quella Piazza Armerina che, incistata nella “Sicilia babba” (cioè bonaria, rassegnata: la zona orientale dell’isola, per distinguerla da quella occidentale, più mafiosa e furba) duemila anni fa affascinò il ministro di Giuliano l’Apostata, Claudio Mamertino, che proprio qui costruì la famosa villa del Casale ornandola con i preziosi mosaici ormai conosciuti in tutto il mondo. Qui, introdotto da un ricercatore (il professor Mario Alberghina, dell’Università di Catania), lo scrittore e giornalista siciliano Salvatore Cosentino ha srotolato, come fosse un film, la vicenda dell’ingegner Fuardo da lui ricostruita in un agile e documentato libro (Il giallo della benzina solida, Bonfirraro editore, 228 pag., 17 euro) e arricchita da nuovi documenti originali, filmati a Berlino e affiorati dopo oltre mezzo secolo dagli archivi dei servizi segreti americani, che delineano una trattativa dell’inventore con emissari di Hitler che si vantava di possedere “scoperte scientifiche che avrebbero consentito la vittoria finale” ai nazisti. Queste nuove carte, in aggiunta ai cento documenti riprodotti nel libro, confermano lo scenario internazionale in cui si svolge la romanzesca vicenda di Fuardo. Si tratta della bozza di accordo fra l’inventore e il gruppo industriale tedesco Ruhrchemie: «Verbale del colloquio con i signori dott. Fuardo e amici nella città dell’Aia, in data 20/21 — 8 — 1940. Presenti: Dr. Fuardo chimico; Dr. Rehring, Boiservain, Vant’ Gronewent, patrocinatori della Fokke-Wulff dr, Bensman, Bremen; Prof. Dr. Martin, R. B, Dr. Schaub, R. B oggetto: Trasporto in sicurezza di carburante liquido per motori».

Racconta Cosentino:

Il documento fu scritto in tedesco e mi è stato fornito in copia da Mauro Fuardo nipote dell’inventore. Esso dimostra, ancora una volta, l’importanza che fu data alla scoperta dell’ingegnere siciliano tormentato per tutta la vita dall’ansia di rendere ininfiammabile i carburanti, di renderli trasportabili allo stato solido, eliminando l’uso delle petroliere, e che potessero galleggiare in acqua non inquinando i mari”. Il brevetto del carburante “che avrebbe fatto vincere la guerra al dittatore” fu pagato bene, ma l’azienda ebbe vita breve perché venne distrutta dai bombardamenti. La Germania era allo sfascio e Fuardo scappò per raggiungere l’Italia. Morì in miseria in un ospizio della Ciociaria. Un mese dopo, un parente ottenne di portare la salma nella natìa Sicilia,a Piazza Armerina, dove oggi è sepolto.

Finisce così la storia di questo inventore siciliano, rimasto orfano da ragazzino, che va a studiare al Politecnico di Torino, dove si laurea in ingegneria. Trasferitosi a Milano, mette a punto la sua scoperta, dalle potenzialità enormi per l’economia, ma anche pericolosa per gli industriali del petrolio: un carburante assolutamente ininfiammabile e facilmente trasportabile, che riduce i costi del 50 per cento, manda in pensione petroliere e distributori, può essere venduto in supermercato.

Nessuno in Italia vuole credere a Fuardo. Perciò lui comincia a produrre per il governo francese, che ne fa un uso entrato nelle cronache della storia recente: è proprio la Benzina Fuardo a essere paracadutata alle truppe francesi nella guerra di Indocina, durante l’accerchiamento del generale Giap a Dien Bien Phu. Aerei francesi utilizzano i paracadute per lanciare in sacchi di iuta il prezioso rifornimento, che permetterà alle truppe assediate di resistere per 57 giorni. Parigi però tenta di appropriarsi illecitamente della formula. Quindi l’ingegnere vende tutto e fa causa al governo francese: la vincerà dopo morto.

Alla fine di questa storia, una domanda aleggia su tutto: perché nessuno riprende l’invenzione di Fuardo? La risposta di Cosentino è secca: “Perché è contraria ai grandi interessi degli industriali del petrolio. Poter stoccare il carburante darebbe un grande beneficio ai Paesi non produttori di petrolio: il carburante, reso solido grazie a un processo di gelatinizzazione, può essere facilmente trasportato e immagazzinato, poi con una pressione fisica torna allo stato liquido. Fuardo sosteneva la sua scoperta a vantaggio dell’intera umanità, sapeva che l’invenzione avrebbe potuto rivoluzionare il mercato petrolifero. Ma negli anni Novanta le interrogazioni parlamentari sulla vicenda (una al Senato del senatore Pollice dei Verdi, l’altra alla Camera del deputato Maceratini di An) sono rimaste senza risposta da parte del governo italiano. E la scoperta era, e ancora oggi è soffocata. E invece la crisi petrolifera e i casi sempre più frequenti di inquinamento da parte di petroliere affondate e le perdite di greggio dovrebbero portare a rompere il muro di silenzio sulla vicenda e a riconsiderare l’invenzione della benzina solida acquistabile in buste persino nei supermercati, come il riso e come lo zucchero. E magari a dare un premio alla memoria al suo sfortunato inventore”.

Salvatore GiannellaSalvatore Giannella, giornalista professionista dal 1974, è nato in Puglia nel 1949. Vive e lavora a Milano dal 1975. Studi classici, laurea in lettere moderne. È sposato, ha due figli e due nipoti. Diventa pubblicista collaborando con il settimanale «Oggi». Dopo aver partecipato a Genova all’esperimento di un giornale in cooperativa, «Il lunedì», nel 1975 è chiamato all’«Europeo» da Tommaso Giglio, e diventa direttore del settimanale dieci anni dopo, dopo la pausa di un anno (1984) nella direzione di "Genius", il mensile scientifico dell'Espresso. Nel 1986 viene scelto da Giorgio Mondadori per dirigere «Airone», il primo e più diffuso mensile di natura e civiltà. Lascia «Airone» nel 1994 e crea l’Editoriale Delfi, struttura specializzata in progetti ed eventi, servizi e realizzazioni per l’editoria e per l’economia dei turismi. Nel 1999 scrive il libro "L’Arca dell’Arte", in collaborazione con lo storico pesarese Pier Damiano Mandelli, per raccontare la storia del soprintendente delle Marche che, nel corso della seconda guerra mondiale, diede rifugio e salvezza nel Montefeltro a migliaia di opere d’arte. Allo stesso argomento dedica la sceneggiatura del film-documentario per Rai Educational "La lista di Pasquale Rotondi" che vince il premio della Presidenza della Repubblica all’Art Doc Film Festival di Roma 2005, come «miglior film dedicato all’arte italiana». Per la stessa Rai Educational scrive la sceneggiatura del film "Odissea negli abissi" dedicato a Vassilj Arkhipov, il capitano della marina sovietica che durante la crisi dei missili a Cuba con il suo NO al lancio di un missile atomico dal sottomarino assediato evitò lo scoppio della terza guerra mondiale. Dal 1997 è tra le principali firme di «Oggi» (Gruppo Rizzoli - Corriere della Sera) per i temi della cultura e delle scienze. Tra i riconoscimenti ricevuti, il premio Zanotti Bianco (1978) e, dieci anni dopo, il premio dei Club Unesco. Nel 2007 ha ricevuto a Rimini la medaglia d’oro del comitato scientifico internazionale del Centro Pio Manzù, presieduto da Mikhail Gorbaciov, «per aver alimentato la mente degli italiani chiarendo preoccupazioni, scovando personaggi e scavando nella storia e nelle storie, creando sostegni con racconti carichi di realtà e di favola». Paulo Coelho lo ha salutato come «cronista della luce». Ama Italo Calvino dal quale ha raccolto l’invito a illuminare «personaggi e mondi che tenebre non sono e a dar loro forza». Nel 2008 esce da Chiarelettere (www.chiarelettere.it) "Voglia di cambiare", il diario di viaggio nell'Europa eccellente che ha risolto problemi che i nostri politici non risolvono da decenni. Nel 2009 ha pubblicato, per Allemandi editore, “I Nicola”, storie straordinarie di restauri d’arte nella storia di una famiglia che, oltre a dare lavoro a metà del paese in cui opera (Aramengo, tra Torino e Asti) ha il merito di aver cancellato la triste fama di quel borgo dove i severi giudici sabaudi spedivano al confino i falliti (da qui la dizione popolare “andare a ramengo”, cioè fallire, andare in malora). Oggi ad Aramengo vanno i capolavori dell’arte, da Giotto a Picasso, per ritrovare colori e salute. Nella primavera 2010 sono usciti due libri da lui curati: "La valle del Kamasutra", di Tonino Guerra, Bompiani, un volume antologico per festeggiare i 90 anni di quel grande poeta e sceneggiatore; e "Consigli per un Paese normale", di Enzo Biagi, Rizzoli, raccolta dei dialoghi tenuti da Giannella con quel maestro di giornalismo.
 

Commenti

  1. Fabio Bernardi

    Come facevano i francesi ad aver utilizzato la benzina solida a Dien Bien Phu, quindi dopo la seconda guerra mondiale, e successivamente Fuardo ad essere richiamato da Hitler in Germania?
    Forse ho capito male io.
    Grazie per i chiarimenti e saluti
    FB

  2. P. Silvestrin

    E come fa Fuardo a morire nel 1962 se l’impianto di produzione in Germania viene distrutto durante la guerra segnando la fine”pochi mesi dopo per Fuardo stesso che muore in un cronicario laziale.” ?

    Grazie per i chiarimenti e saluti
    PS

  3. cari Silvestrin e Bernardi
    è impossibile rispondere ai dettagli storici se non leggete i documenti dell’appendice del libro e il mio sito con la rassegna stampa http://www.scosentino.it. sentiamoci.cordialmente s.c.

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