Paolo FARINELLA – Saviano parcheggiato alla Mondadori ogni giorno diventa meno credibile
03-05-2010Sembra che Berlusconi abbia messo del suo per impedire a Saviano di andare a Parigi per presentare il suo ultimo libro «L’Inferno e la Bellezza». Saviano intanto continua a scrivere per la Mondadori la quale dichiara che «allo stato è nel nostro parco autori». Buon parcheggio, Saviano, avrebbe dovuto saperlo che con Berlusconi non si può prendere nemmeno una oliva disegnata perché s’intossica certamente. Una cosa è certa, continuando a foraggiare il mafioso e amico dei mafiosi, lei diventa ogni giorno che passa sempre meno credibile. Peccato, stava crescendo così bene!
Parliamo della polpetta avvelenata di Berlusconi. Finalmente l’Incostituzionale geneticamente modificato è apparso anche nelle vesti di statista ecumenico e mellifluo: non in diretta, ma in un messaggio «presidenziale» programmato, così che nulla è lasciato al caso. Mentre parlava, pregavo che la statua di marmo che aveva dietro gli cadesse in testa per farlo tacere, tanta era la verosimile nausea che provocava. Fino all’altro ieri considerava la Costituzione meno che uno straccio, la manipolata, strizzata, bucata, cambiata materialmente, denigrata, insultata, insozzata e ora all’improvviso si offre come galante per un abbraccio ecumenico, in cui tutto si risolve a tarallucci e vino.
Dopo la sceneggiata con Fini in cui sono emersi le vere ragioni delle due posizioni, ora è più che necessario essere sicuri che il PD non tradisca la sua vocazione al suicidio finale. Fini non è uno statista e nemmeno un democratico: fa i suoi interessi politici ed economici. Se non faceva quello che ha fatto, entro tre anni sarebbe stato stritolato, anche perché da presidente della Camera non avrebbe molto margine di azione. Infatti, alla conta de numeri, i suoi colonnelli lo hanno abbandonato per il sicuro carro berlusconide. Dall’altra parte l’Incostituzionale geneticamente modificato, si trova di fronte a fatti nuovi: contestato al suo interno (sacrilegio), incerto che alla Camera ora i suoi decreti e disegni eversivi passino con sicurezza, fretta di arrivare al lodo Alfano che lo salva definitivamente dalla Giustizia. Da piazzista qual è cosa poteva fare? Una cosa sola. L’ha fatta.
È andato in tv, preregistrato, ha fatto un discorso travestito da «trans»-tatista sulla resistenza, sui suoi valori, e parlando anche bene della Costituzione al solo fine di incantare le opposizioni, senza delle quali non farà grandi passi avanti. Da qui l’invito alla riforma condivisa, al coinvolgimento delle opposizioni, insomma alla macedonia alla berluska. È anche disposto a non toccare la prima parte della Carta, purché si tocchi la seconda e specialmente quella che gli permetta di andare al Quirinale, la sua nuova ossessione per finire e dire: ho avuto tutto quello che c’era da volere; ho preso tutto quello che c’era da prendere; ho preso in giro tutti e la maggior parte mi ha anche applaudito, votato, mantenuto. Gli Italiani sono così scemi che gli hanno anche pagato gli avvocati per difenderlo da quei tribunali che volevano giudicarlo perché per tutta la vita ha rubato agli Italiani che lo votano.
D’Alema c’è cascato da autentico recidivo e invoca la trattativa e intanto prepara la crostata. La parola passa a Bersani, il quale se è onesto, integro e sensato, non può che dire una sola parola: «NO!». Un no rotondo con l’«O» di Giotto. Con Berlusconi non si fa alcuna riforma e guai al Pd se vota leggi costituzionali, impedendo così il ricorso al referendum. Sarebbe il suicidio, il terremoto. L’Apocalisse! Il Pd sembra che non partecipi nemmeno al gioco, è sempre a rimorchio della maggioranza e non riesce a fare una proposta su cui convogliare il «popolo» dissidente per partito preso. Sì! Sono orgoglioso di essere dissidente da Berlusconi «per partito preso», perché con quest’uomo malato, irresponsabile, vanitoso, borioso, gradasso, ignobile, corrotto e corruttore, non è possibile nemmeno il saluto. Nulla. Non licet.
Spero che il Pd abbia un rigurgito di orgoglio «politico» e superando le sabbie mobili dei personalismi dei suoi piccoli gerarchetti, possa darsi un colpo di reni e risalire a galla e riprendere il ruolo di opposizione politica e parlamentare che ha lasciato nelle mani di Fini. Che strana commedia! E tutti a gridare allo statista Fini, al democratico nipote di Almirante! Poveri illusi! Lasciate ogni speranza voi che entrate; o in subordine, lasciatela a Casini e Cesa che aspettano sempre una ciambella di salvataggio. Se veramente crediamo nel valore supremo della Carta Costituzionale, non possiamo nemmeno per un attimo credere a Berlusconi perché sarebbe un peccato imperdonabile in cielo e in terra.
Supplico il Pd (con sempre meno forza e intensità) di smettere di ragliare e di tornare ad essere un argine di legalità, una sponda di idealità, la muraglia cinese della democrazia senza rincorrere burattini e burattinai, sia quelli finiscono «cogli–ini» sia quelli che finiscono «cogli–oni», come soleva dire il memorabile Roberto Benigni.
Paolo Farinella, biblista, scrittore e saggista, è parroco nel centro storico di Genova in una parrocchia senza parrocchiani e senza territorio. Dal 1998 al 2003 ha vissuto a Gerusalemme "per risciacquare i panni nel Giordano" e visitare in lungo e in largo la Palestina. Qui ha vissuto per intero la seconda intifada. Ha conseguito due licenze: in Teologia Biblica e in Scienze Bibliche e Archeologia. Biblista di professione con studi specifici nelle lingue bilbiche (ebraico, aramaico, greco), collabora da anni con la rivista "Missioni Consolata" di Torino (65.000 copie mensili) su cui tiene un'apprezzata rubrica mensile di Scrittura. Con Gabrielli editori ha già pubblicato: "Crocifisso tra potere e grazia" (2006), "Ritorno all'antica messa" (2007), "Bibbia. Parole, segreti, misteri" (2008).