Se gli attori stanno zitti, poco male. Se ci stanno anche i cantanti, i musicisti e gli scrittori, la situazione peggiora. Se poi stanno zitti anche gli operai, le casalinghe, i programmatori di computer e i titolari d’azienda, diventa un casino.
Oggi, effettivamente, è un casino.
Tutti zitti? No, non tutti, ma non voglio mettermi a fare il conto di chi tace e chi parla, anche perché, chi parla, spesso sarebbe meglio stesse zitto. Io guardo il risultato. Un mortorio sociale. Un piattume totale. Un mare forza olio.
Il pacchetto (in)sicurezza è diventato legge. Se ieri lo dicevano oggi possono farlo. Cosa? Detenere un cittadino senza documenti fino a sei mesi in un centro di identificazione ed espulsione. I vecchi cpt, gli attuali cie. I sempiterni lager. Luoghi di segregazione e privazione dei diritti elementari. Questo il senso della parola “lager”, anche secondo la definizione di Moni Ovadia, un attore che non sta zitto. Bravo Moni. Ce ne sono altri, di attori non muti, mi vengono in mente ma non li dico, tanto li conoscete. I soliti sovversivi rossi. Una manciata, piccola, di ribelli sociali. E gli altri, zitti. Gli altri chi? Schiere di benpensanti, magari neppure d’accordo con la nuova legge, dicono, pubblicamente contrari alle ronde e ai soldati in città. Però, poi, si sentono più sicuri, e tacciono. O più impauriti, e tacciono. Il risultato è lo stesso, leggi razziste a cui dire “disobbedisco” sembra di essere diventati degli eroi, quando basterebbe essere uomini. E donne. Altro che attori.
Oggi l’immigrazione clandestina è reato. Reatissimo. Gravissimo. Carcere. Se questa legge fosse stata in vigore duemila anni fa Gesù l’avrebbero rinchiuso in gabbia, senza neanche bisogno di Ponzio Pilato, sarebbe bastato Maroni, anche se schiere di cittadini silenziosi sarebbero stati necessari anche allora. Ma quelli non mancano mai.
E dai nostri ospedali spariscono migliaia di persone, non guarite, semplicemente non curate. Per paura. Non pervenute. Invisibili. Fantasmi. Non si presentano per paura di essere rimpatriate. Denunciate. Rinchiuse. Oggi “clandestinità” è reato, l’abbiamo detto, lo hanno scritto.
Svegliatevi dal sonno della ragione, bambini.
Saverio Tommasi
“Il primo che, avendo cintato un terreno, pensò di dire `questo è mio` e trovò delle persone abbastanza stupide da credergli fu il vero fondatore della società civile. Quanti delitti, quante guerre, quanti assassinii, quante miserie ed errori avrebbe risparmiato al genere umano chi, strappando i pioli o colmando il fossato, avesse gridato ai suoi simili: `Guardatevi dal dare ascolto a questo impostore! Se dimenticate che i frutti sono di tutti e la terra non è di nessuno, siete perduti!`”
Jean-Jacques Rousseau
Saverio Tommasi è attore e autore di libri e spettacoli di teatro civile. Realizza inchieste video di taglio giornalistico, anche con telecamera nascosta.
Il suo pensatoio è http://www.saveriotommasi.it.