«Una a una, deve incontrare tutte le vittime (proprio tutte) e porre gesti di risarcimento materiale e morale». «Ci aspettiamo che il gesto coraggioso contro la mafia del vescovo di Vibo Valentia non sia una rondine di primavera, ma l’inizio di un divorzio definitivo e diffuso: svolta senza ritorno»
Paolo FARINELLA – Se il Papa si fosse dimesso avrebbe onorato la Chiesa
19-04-2010Problemi della pedofilia: un’occasione perduta dal Vaticano e dalla gerarchia cattolica. Invece di arroccarsi, avrebbero potuto semplicemente ammettere le responsabilità di «sistema» e se il Papa avesse rassegnato le dimissioni, avrebbe onorato la Chiesa e non l’avrebbe lasciata nel trita polli in cui si trova. Io penso che il Papa avrebbe dovuto invitare tutte le vittime e incontrarle una per una e porre dei gesti di risarcimento materiale e morale. Finché non farà questo, potrà fare miracoli, ma non sarà credibile. un altro vescovo in pensione, Giacomo Babini, già di Grosseto, parla di attacchi e complotti contro il Papa da parte addirittura del sionismo e della massoneria. Per quanto riguarda il primo lasciamo a lui la responsabilità di quanto dice, segno di una ignoranza storica e biblica. Per la seconda invece gli consigliamo di fare un giro nei dintorni del Vaticano: di massoni ne troverà a mazzi, come gli asparagi.
A lui si aggiunge da poche ore l’equazione fatta da Bertone in Cile di un nesso tra pedofilia e omosessualità. Logicamente «apriti cielo!». Possibile che questi qua non perdano mai una occasione per stare zitti se non ha altro nulla da dire? Uno può valutare l’omosessualità da un punto di vista morale e condividerla o meno, ma credo che nessuno oggi possa dire che si tratta di una «malattia» e tanto meno di una premessa alla pedofilia. Bertone ancora una volta ha dimostrato che è inadatto a ricoprire il ruolo di segretario di Stato: da quando ha assunto quel posto non ha fatto altro che raccogliere gaffe su gaffe che quasi si può fare un rosario di bertonate.
Per un vescovo che non ha mai accettato la teologia nuova del concilio e si rifiuta nei «complotti», ce n’è un altro, e questa volta nel Meridione, che sbatte fuori la ‘ndrangheta dalla processione, divenuta ormai la «consacrazione ufficiale degli affiliati». Il vescovo di Mileto (Vibo Valentia), Luigi Renzo, ha proibito alla malavita di trasformare una manifestazione religiosa (a mio parere ormai solo folcloristica senza alcun significato religioso) in un proscenio della malavita organizzata. Ci aspettiamo che non sia una rondine fuori primavera, ma l’inizio di un divorzio definitivo e diffuso: una svolta senza ritorno. È già troppo tardi.
Non so se qualcuno ha fatto caso: finora gli accusati di pedofilia e gli esternatori di giudizi storici che non stanno né in cielo né in terra sono tutti dell’ala conservatrice, quelli che guardano a Trento, che vestono rigorosamente talare, anzi si travestono da donna: gli assertori convinti dei valori della famiglia, della sacralità del sacerdozio, della purezza della fede, della separazione della Chiesa da «questo mondo corrotto e corruttore». Sì, sono gli stessi che poi plaudono e votano Berlusconi il «corrotto e corruttore per eccellenza». Strana coincidenza, che spero faccia pensare e riflettere. Se la maggioranza dell’episcopato è così, stiamo freschi!
Ah, le riforme! Ecco l’ingorgo
Il presidente Napolitano ha firmato il legittimo impedimento, cioè l’illegittima arroganza. Si dice che lo abbia fatto per favorire il dialogo. Strana strategia, perché fa finta di non sapere chi è «l’alieno» incostituzionale del quale non ci si può fidare nemmeno in pieno giorno, nemmeno a mezzogiorno, con il sole alo zenit. Egli è bugiardo nel fegato e nella milza (non dico “anima” perché non ha nemmeno una larva) e infatti il giorno dopo a Parma, davanti ai suoi amici da strapazzo della Confindustria, ha ricominciato punto e a capo, con l’applauso dei suoi complici di complemento.
Il Pd che naviga a vista e anche sotto costa per non perdere la rotta che ha già perduto da decenni, vuole vedere le carte: quali? quelle napoletane per il tre-sette o quelle da scala-quaranta? Un mio amico mi rimprovera che sono molto duro con il Pd, che non bisogna aspettarsi miracoli e che ci vuole tempo perché i risultati si avranno a medio e lungo termine. IL fatto, caro Carlo, è che il tempo non c’è e fra meno di tre anni Napolitano scade e il Quirinale è la meta del marziano che a quel punto vuole sia il Quirinale che Palazzo Chigi. Mentre quello maciulla lo Stato, noi aspettiamo il medio e lungo periodo? Io penso che “adesso” bisogna fare la rivoluzione. “Adesso” è già tardi.
Toni e semitoni
Una mia amica di Milano, Rita, si dice preoccupata che i miei scritti possono non arrivare a tante persone che le rifiutano per «i toni» e per gli attacchi diretti; per aiutare le persone a riflettere, anche quelle di destra, bisogna usare un tono più pacato e meno forte. Non so cosa dire. Io non scrivo per convincere qualcuno o per convertirlo alla giusta causa, ma di fronte ad una situazione di emergenza, dico quello che penso nel modo che viene spontaneo e libero e se queste persone fossero oneste e si prendono la briga di leggermi, credo che dovrebbero porsi solo una domanda: le cose che dice sono vere o false. Se sono vere (anche perché io sono veritiero e non ho interessi di sorta), bisogna prenderne atto e agire di conseguenza, se non sono vere, bisogna opporre ragionamenti adeguati. A me quelli che si scandalizzano per “il tono” mi fanno tenerezza: somigliano a quello che mentre gli brucia la casa, si preoccupa di non avere spento la luce della cantina. Una cosa è certa: ho sbagliato secolo, dovevo nascere nel sec. II d.C. il secolo dei polemisti, dove mi sarei trovato bene. Purtroppo sono nato il secolo scorso e forse Dio mi ha scelto per fare esercitare la pazienza al cardinale Bagnasco e fare irritare il cardinale Bertone, il gaffeur ufficiale del papato benedettino.
Paolo Farinella, biblista, scrittore e saggista, è parroco nel centro storico di Genova in una parrocchia senza parrocchiani e senza territorio. Dal 1998 al 2003 ha vissuto a Gerusalemme "per risciacquare i panni nel Giordano" e visitare in lungo e in largo la Palestina. Qui ha vissuto per intero la seconda intifada. Ha conseguito due licenze: in Teologia Biblica e in Scienze Bibliche e Archeologia. Biblista di professione con studi specifici nelle lingue bilbiche (ebraico, aramaico, greco), collabora da anni con la rivista "Missioni Consolata" di Torino (65.000 copie mensili) su cui tiene un'apprezzata rubrica mensile di Scrittura. Con Gabrielli editori ha già pubblicato: "Crocifisso tra potere e grazia" (2006), "Ritorno all'antica messa" (2007), "Bibbia. Parole, segreti, misteri" (2008).