La Lettera

Per ripulire la democrazia inquinata i ragazzi hanno bisogno di un giornale libero

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È abbastanza frequente che editori della carta stampata chiudano i loro giornali. Anche a me è capitato quando dirigevo “L’Avvenire d’Italia”, e oggi si annuncia una vera e propria epidemia a causa della decisione del governo di togliere i fondi all’editoria giornalistica. Ma che chiuda Domani di Arcoiris Tv, che è un giornale on line, è una notizia …

La Lettera

Domani chiude, addio

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L’ironia di Jacques Prévert, poeta del surrealismo, versi e canzoni nei bistrot di Parigi, accompagna la decadenza della casa reale: Luigi Primo, Luigi Secondo, Luigi Terzo… Luigi XVI al quale la rivoluzione taglia la testa: “Che dinastia è mai questa se i sovrani non sanno contare fino a 17”. Un po’ la storia di Domani: non riesce a contare fino …

Libri e arte » Teatro »

Teatro bene comune per il palcoscenico di dopodomani

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Teatro Municipal - Foto di Elton Melo

“Non si può bluffare se c’è una civiltà teatrale, ed il teatro è una grande forza civile, il teatro toglie la vigliaccheria del vivere, toglie la paura del diverso, dell’altro, dell’ignoto, della vita, della morte”. Parole di Leo …

Inchieste » Quali riforme? »

Il governo Berlusconi non è riuscito a cancellare l’articolo 18, ci riuscirà la ministra Fornero?

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Il governo Monti ha perso il primo round con Susanna Camusso che fa la guardia alla civiltà del lavoro, fondamento dell’Europa Unita. Sono 10 anni che è morto Marco Biagi, giuslavorista ucciso dalle Br. Si sentiva minacciato, chiedeva la scorta: lo Scajola allora ministro ha commentato la sua morte, “era un rompicoglioni”. Rinasce l’odio di quei giorni? Risponde Cesare Melloni, …

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Se un nazi diventa l’eroe di Israele

01-02-2010

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EDGAR HILSENRATH, IL NAZISTA & IL BARBIERE, trad. di M.L. Bocchino e M.L. Cortaldo, Marcos & Marcos

Un libro terribile e insolito. La “banalità del male” raccontata come una favola crudele e provocatoriamente ironica. Una sorta di Céline messo in scena dal più cinico dei Buñuel. È la storia di Max Schulz, barbiere tedesco povero, brutto e cattivo, il quale, passo dopo passo, percorre tutti i gironi infernali del male nazista: antisemita, SS, e poi autentico macellaio e sterminatore di ebrei. Alla fine del conflitto – ricercato come criminale di guerra – riuscirà invece ad appropriarsi dell’identità del vecchio amico ebreo, e pure lui barbiere, Itzig Finkelstein, dopo essersi fatto circoncidere e poi tatuare sul braccio i numeri del campo di sterminio. Fino a diventare un eroe del nascente Stato d’Israele. Questa la storia – grottesca e maledetta – raccontata da Edgar Hilsenrath (Lipsia, 1926), scrittore politicamente molto scorretto, immorale e amorale, ma considerato da Heirich Böll uno dei grandi autori tedeschi contemporanei.

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Giappone, amore e odio

ANTONIETTA PASTORE, LEGGERO IL PASSO SUI TATAMI, Einaudi

Antonietta Pastore ha sposato un giapponese, dopodiché ha vissuto sedici anni (dal 1977) in Giappone, dove è stata visiting professor all’Università di Lingue di Osaka. E questo libro, scritto con eleganza e “leggerezza”, è la storia – d’amore e d’odio – tra lei, giovane donna occidentale, e quell’apparentemente incomprensibile Paese: le tradizioni, la cerimonia del tè, gli insopportabili inchini, la soavità dei gesti femminili, la mascherina che sei obbligato a mettere al minimo cenno di raffreddore, i lunghi e imbarazzati silenzi, gli indecifrabili ideogrammi… Il racconto dei suoi tentativi per cercare di comprendere una cultura “sofisticata e al tempo stesso provinciale, ipertecnologica ma per certi versi arretrata, ipocrita eppure onesta”.

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Seppelliti per tredici anni nel buio dell’Uruguay

MAURICIO ROSENCOF – ELEUTERIO FERNÁNDEZ HUIDOBRO, MEMORIE DAL CALABOZO, trad. di S. Ferraiolo, Iacobelli

Il calabozo è una cella scavata sottoterra, profonda 180 centimetri e larga 120. Un vero e proprio sepolcro in cui venivano fatti marcire i guerriglieri del Movimento di liberazione nazionale dalla dittatura militare uruguaiana. Un sepolcro in cui i due autori-protagonisti di questo libro – Rosencof è nato a Florida nel 1933, Huidobro a Montevideo nel 1942 – hanno vissuto per tredici anni, dal 1973 al 1985. Una storia apparentemente incredibile ma vera e registrata qualche mese dopo la loro liberazione. La necessità di comunicare all’umanità la memoria di quelle indicibile sofferenze, di quella disumana crudeltà, di testimoniare “non solo per noi, ma anche per tutti quelli che erano passati per una situazione simile o per quelli che avevano vissuto la nostra stessa situazione e non ce l’avevano fatta”.

Paolo ColloPaolo Collo (Torino, 1950) ha lavorato per oltre trentacinque anni in Einaudi, di cui è tuttora consulente. Ha collaborato con “Tuttolibri” , “L’Indice” e “Repubblica”. Ogni settimana ha una rubrica di recensioni su "Il Fatto Quotidiano". Curatore scientifico di diverse manifestazioni culturali a Torino, Milano, Cuneo, Ivrea, Trieste, Catanzaro. Ha tradotto e curato testi di molti autori, tra cui Borges, Soriano, Rulfo, Amado, Saramago, Pessoa.

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