EDGAR HILSENRATH, IL NAZISTA & IL BARBIERE, trad. di M.L. Bocchino e M.L. Cortaldo, Marcos & Marcos
Un libro terribile e insolito. La “banalità del male” raccontata come una favola crudele e provocatoriamente ironica. Una sorta di Céline messo in scena dal più cinico dei Buñuel. È la storia di Max Schulz, barbiere tedesco povero, brutto e cattivo, il quale, passo dopo passo, percorre tutti i gironi infernali del male nazista: antisemita, SS, e poi autentico macellaio e sterminatore di ebrei. Alla fine del conflitto – ricercato come criminale di guerra – riuscirà invece ad appropriarsi dell’identità del vecchio amico ebreo, e pure lui barbiere, Itzig Finkelstein, dopo essersi fatto circoncidere e poi tatuare sul braccio i numeri del campo di sterminio. Fino a diventare un eroe del nascente Stato d’Israele. Questa la storia – grottesca e maledetta – raccontata da Edgar Hilsenrath (Lipsia, 1926), scrittore politicamente molto scorretto, immorale e amorale, ma considerato da Heirich Böll uno dei grandi autori tedeschi contemporanei.
***
Giappone, amore e odio
ANTONIETTA PASTORE, LEGGERO IL PASSO SUI TATAMI, Einaudi
Antonietta Pastore ha sposato un giapponese, dopodiché ha vissuto sedici anni (dal 1977) in Giappone, dove è stata visiting professor all’Università di Lingue di Osaka. E questo libro, scritto con eleganza e “leggerezza”, è la storia – d’amore e d’odio – tra lei, giovane donna occidentale, e quell’apparentemente incomprensibile Paese: le tradizioni, la cerimonia del tè, gli insopportabili inchini, la soavità dei gesti femminili, la mascherina che sei obbligato a mettere al minimo cenno di raffreddore, i lunghi e imbarazzati silenzi, gli indecifrabili ideogrammi… Il racconto dei suoi tentativi per cercare di comprendere una cultura “sofisticata e al tempo stesso provinciale, ipertecnologica ma per certi versi arretrata, ipocrita eppure onesta”.
***
Seppelliti per tredici anni nel buio dell’Uruguay
MAURICIO ROSENCOF – ELEUTERIO FERNÁNDEZ HUIDOBRO, MEMORIE DAL CALABOZO, trad. di S. Ferraiolo, Iacobelli
Il calabozo è una cella scavata sottoterra, profonda 180 centimetri e larga 120. Un vero e proprio sepolcro in cui venivano fatti marcire i guerriglieri del Movimento di liberazione nazionale dalla dittatura militare uruguaiana. Un sepolcro in cui i due autori-protagonisti di questo libro – Rosencof è nato a Florida nel 1933, Huidobro a Montevideo nel 1942 – hanno vissuto per tredici anni, dal 1973 al 1985. Una storia apparentemente incredibile ma vera e registrata qualche mese dopo la loro liberazione. La necessità di comunicare all’umanità la memoria di quelle indicibile sofferenze, di quella disumana crudeltà, di testimoniare “non solo per noi, ma anche per tutti quelli che erano passati per una situazione simile o per quelli che avevano vissuto la nostra stessa situazione e non ce l’avevano fatta”.
Paolo Collo (Torino, 1950) ha lavorato per oltre trentacinque anni in Einaudi, di cui è tuttora consulente. Ha collaborato con “Tuttolibri” , “L’Indice” e “Repubblica”. Ogni settimana ha una rubrica di recensioni su "Il Fatto Quotidiano". Curatore scientifico di diverse manifestazioni culturali a Torino, Milano, Cuneo, Ivrea, Trieste, Catanzaro. Ha tradotto e curato testi di molti autori, tra cui Borges, Soriano, Rulfo, Amado, Saramago, Pessoa.