CLAUDIO RENDINA, L’ORO DEL VATICANO, Newton Compton.
Rendina, giornalista e scrittore, ha incentrato il suo lavoro sullo studio di Roma e in particolare sulla Santa Sede. Questa volta ha frugato tra i tesori della Chiesa: proprietà immobiliari e opere d’arte, donazioni e pietre preziose d’inestimabile valore, libri antichi e monumenti, ma anche monete, francobolli, dischi… fino agli istituti come lo IOR (Istituto per le Opere di Religione), l’APSA (Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica), l’Opus Dei. Un patrimonio immenso – e fuori da qualsiasi controllo – a cui vanno poi aggiunti, ad esempio, l’8 per mille sull’Irpef o i vari contributi dello Stato. Un poco edificante – e per nulla evangelico – viaggio tra misteri e affari loschi, riciclaggi e scandali occultati dal fumo dell’incenso e dai canti gregoriani.
ALBERTO MANGUEL, TUTTI GLI UOMINI SONO BUGIARDI, trad. di E. Liverani, Feltrinelli.
Non ci stancheremo mai di recensire, e consigliare, i libri di Alberto Manguel (Buenos Aires, 1948): bibliofilo e saggista di inesauribile cultura e, com’è noto, “lettore” di libri per un Borges ormai cieco, ci ha dato saggi indimenticabili, come il mitico “Manuale dei luoghi fantastici (di cui Archinto sta preparando una nuova edizione aggiornata), “Una storia della lettura” (Feltrinelli), e, ancora, tra gli altri, “Con Borges (Adelphi). E in campo narrativo “Stevenson sotto le palme” e “L’amante puntiglioso” (ambedue usciti da Nottetempo). Ora esce questo suo”Todos hombres son mentirosos” (il titolo è tratto dai “Salmi”) che ruota all’interno di un’indagine condotta per fare luce sullo strano suicidio di Alejandro Bevilacqua, argentino di origini bergamasche. Un sorta di “giallo” assolutamente fuori del comune. Un lavoro di cesello sulla storia recente, sulla letteratura, sulla memoria e anche su se stesso (lo stesso Manguel è personaggio del romanzo). E soprattutto sul quel sottile diaframma che separa la verità dalla menzogna. Per raccontare, ricreare, inventare, perché no, la vita degli altri.
RICCARDO FINELLI, 150 ANNI DOPO, Incontri.
Finelli (Modena, 1973), giornalista e scrittore, ci aveva già proposto due libri assolutamente anomali e personalissimi: “Storie d’Italia”, che raccontava di un suo viaggio nei comuni più piccoli del Paese, e “C’è di mezzo il mare”, altra emozionante peregrinazione solitaria ma tra le micro-isole italiane. Questa volta ha deciso di salire sul suo scooter e di ripercorrere il viaggio che Garibaldi fece da Marsala a Taverna Catena. Circa milletrecento chilometri per cercare di cogliere – dagli amministratori e dalla gente comune – cosa è rimasto di quell’impresa. Per capire se dopo un secolo e mezzo esiste una memoria collettiva sulla genesi della nostra Patria. Una sorta di “coast to coast morale” per capire – come sta scritto nella “Premessa” – cosa è cambiato e cosa no. Se qualcuno ricorda e che cosa. “Per capire, soprattutto, se n’è valsa la pena oppure no”.
Paolo Collo (Torino, 1950) ha lavorato per oltre trentacinque anni in Einaudi, di cui è tuttora consulente. Ha collaborato con “Tuttolibri” , “L’Indice” e “Repubblica”. Ogni settimana ha una rubrica di recensioni su "Il Fatto Quotidiano". Curatore scientifico di diverse manifestazioni culturali a Torino, Milano, Cuneo, Ivrea, Trieste, Catanzaro. Ha tradotto e curato testi di molti autori, tra cui Borges, Soriano, Rulfo, Amado, Saramago, Pessoa.