La massoneria dei colletti bianchi di stato fa rimpiangere la Romania di Ceausescu. Altro che combattere i Clan: si preparano leggi che li difendono per sempre
Se la politica protegge le mafie
17-05-2010
di
Luigi de Magistris
Le indagini della Procura della Repubblica di Perugia evidenziano – in una spaventosa espansione – che la criminalità organizzata è divenuta pezzo di Stato e la corruzione stile di vita. Per alcuni di noi non è una novità. Una coltre fitta di decadenza morale tale da far dichiarare all’ex ministro Scajola, con un candore indecente, che egli non sa dire chi gli abbia pagato la casa; tanto da far tenere a Bertolaso una conferenza stampa – in cui proclama la sua innocenza celando fatti inquietanti che lo riguardano – da far rimpiangere il Cile di Pinochet e la Romania di Ceausescu.
Sta emergendo l’intreccio più pericoloso, mortale per la democrazia, tra gestione del denaro pubblico e criminalità dei colletti bianchi. Un vero e proprio governo occulto della cosa pubblica. Le istituzioni vengono utilizzate per consolidare il potere, trarre profitti e garantirsi copertura legale. È il piduismo che assume sembianze di Stato. Più o meno è lo stesso sistema che avevo ricostruito da pubblico ministero in Calabria e che la ragnatela masso-mafiosa, presente nelle istituzioni, tessendo le sue fila – con complicità di altissimo livello – ha massacrato me e tutte le persone che prestavano servizio per lo Stato, in solitudine, mentre i tessitori gelatinosi – tra una ristrutturazione di una abitazione di lusso e un’altra – lavoravano per demolire indagini e servitori dello Stato.
Eppure l’attuale governo – comunica la propaganda di regime – è quello che maggiormente avrebbe operato per contrastare la criminalità organizzata. È esattamente il contrario. È una maggioranza di governo che sta approvando leggi e provvedimenti che il crimine lo proteggono, lo favoriscono e lo alimentano. La legge sulle intercettazioni per impedire che la magistratura ricostruisca la nuova tangentopoli ed individui i mafiosi si stato. La legge sul legittimo impedimento per costruire lo scudo immunitario al sultano di Stato.
Il processo breve per garantire impunità ai colletti bianchi. La legge che consegna i beni confiscati ai prestanome dei boss che si recano indisturbati nelle aste. La legge che toglie ai pm il diritto-dovere di indagare di propria iniziativa sottoponendoli ai desiderata del governo. La legge che cancella il contributo dei collaboratori di giustizia. In Europa stiamo cercando di porre un argine a questo progetto eversivo dello stato di diritto. Una nuova normativa sulla corruzione; nuove regole per l’utilizzo dei fondi pubblici; rafforzamento delle strutture investigative europee; il pubblico ministero dell’Unione.
L’Europa ci può aiutare, concretamente; in Italia, le complicità istituzionali di cui gode il nuovo piduismo sono agghiaccianti e destano anche preoccupazione se si pensa alle collusioni con ambienti apicali dei servizi di sicurezza e con personaggi preposti a ruoli importanti negli organi di garanzia, magistratura compresa.
Luigi de Magistris, oggi europarlamentare IdV, nasce a Napoli nel 1967. Si laurea in giurisprudenza a 26 anni ed entra in magistratura. Lavora per 15 anni come pm presso i Tribunali di Napoli e Catanzaro, occupandosi di indagini delicatissime come Toghe Lucane, Why Not e Poseidone, incentrate sul legame tra politica, massoneria e criminalità organizzata in merito ai finanziamenti pubblici. Trasferito quando le inchieste arrivano a coinvolgere nomi di spicco del mondo politico italiano, lascia la magistratura per dedicarsi alla politica. Nel giugno del 2009, con quasi 500 mila preferenze, entra al Parlamento Europeo come indipendente dell'Italia dei Valori e viene eletto presidente della Commissione Europea per il controllo sui bilanci.