Travaglio, tragico noir italiano
15-03-2010
di
Paolo Collo
Altro che “cannibali”, poeti satanisti, narratori splatter o neo-gotici. Altro che libri scritti col sangue e fumiganti zolfo. Finalmente abbiamo il “vero” scrittore del noir all’italiana. Perché Ad personam, il nuovo libro di Marco Travaglio, edito da Chiarelettere, con la sua continua, giustamente ossessiva, agghiacciante descrizione delle nefandezze che hanno prima scardinato e che ora stanno finendo di demolire la nostra giovane democrazia, è unicamente paragonabile al mitico (tanto mitico quanto inesistente) Necronomicon, summa di abominevoli opere diaboliche scritta nell’ottavo secolo dall’arabo pazzo Abdul Alhazred.
Anzi, molto ma molto peggio, perché se l’antico grimorio inventato da Lovecraft è in realtà una palese “balla”, questo nuovo saggio di Marco Travaglio è tutto tragicamente, spaventosamente vero. Quindici anni di corruzioni, di truffe, di tangenti, di frodi, di falsificazioni, di leggi vergognose, di ingiustizie, di collusioni con le varie mafie, raccontate e “scientificamente” documentate attraverso 100 leggi accomunate da un denominatore comune: “non sono nate per l’interesse di tutti, ma per l’interesse di uno o di qualcuno contro quello di tutti”.
Evocare il diavolo? Un gioco da ragazzi.
Provate invece a evocare Dell’Utri, Craxi, Mills, Berlusconi, Cicchitto, Fiorani, Moggi, Mastella e il resto della loro numerosa e diabolica coorte… ne leggerete delle belle.
Paolo Collo (Torino, 1950) ha lavorato per oltre trentacinque anni in Einaudi, di cui è tuttora consulente. Ha collaborato con “Tuttolibri” , “L’Indice” e “Repubblica”. Ogni settimana ha una rubrica di recensioni su "Il Fatto Quotidiano". Curatore scientifico di diverse manifestazioni culturali a Torino, Milano, Cuneo, Ivrea, Trieste, Catanzaro. Ha tradotto e curato testi di molti autori, tra cui Borges, Soriano, Rulfo, Amado, Saramago, Pessoa.