di Raniero La Valle
È abbastanza frequente che editori della carta stampata chiudano i loro giornali. Anche a me è capitato quando dirigevo “L’Avvenire d’Italia”, e oggi si annuncia una vera e propria epidemia a causa della decisione del governo di togliere i fondi all’editoria giornalistica. Ma che chiuda Domani di Arcoiris Tv, che è un giornale on line, è una notizia …
di Maurizio Chierici
L’ironia di Jacques Prévert, poeta del surrealismo, versi e canzoni nei bistrot di Parigi, accompagna la decadenza della casa reale: Luigi Primo, Luigi Secondo, Luigi Terzo… Luigi XVI al quale la rivoluzione taglia la testa: “Che dinastia è mai questa se i sovrani non sanno contare fino a 17”. Un po’ la storia di Domani: non riesce a contare fino …
Libri e arte » Teatro »
di Raffaella Ilari
“Non si può bluffare se c’è una civiltà teatrale, ed il teatro è una grande forza civile, il teatro toglie la vigliaccheria del vivere, toglie la paura del diverso, dell’altro, dell’ignoto, della vita, della morte”. Parole di Leo …
Inchieste » Quali riforme? »
di Riccardo Lenzi
Il governo Monti ha perso il primo round con Susanna Camusso che fa la guardia alla civiltà del lavoro, fondamento dell’Europa Unita. Sono 10 anni che è morto Marco Biagi, giuslavorista ucciso dalle Br. Si sentiva minacciato, chiedeva la scorta: lo Scajola allora ministro ha commentato la sua morte, “era un rompicoglioni”. Rinasce l’odio di quei giorni? Risponde Cesare Melloni, …
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Inchieste » Emigrazione italiana: storie e problemi »
Quando gli italiani erano vagabondi da ammanettare
17-07-2009
di
José Luis Tagliaferro
Italiani all’estero, tango, lavoro e leggi repressive.
Buenos Aires è la città più italiana al mondo. Ci sono più italiani che a Roma, più di sei milioni.
Anni fa, e per più di un secolo, i flussi migratori avevano un senso unico: verso l’America. Così i nostri avi arrivavano alla ricerca di un lavoro, di un futuro per i loro figli, anche a Buenos Aires. Perlopiù facevano i lavori più umili e abitavano nei coventillos, le vecchie case dove affittavano una stanza per una intera famiglia, avevano uno o due bagni per decine di famiglie e molte volte dovevano cucinare all’aperto. Molti di loro hanno lottato per i loro diritti, non sempre con successo.
Parliamo di due di loro.
Mario Battistella, (1893 – 1968) (vero nome Mario Z. Battes Stella oppure Mario Zoppi Battistella) era nato a Verona, Italia; arriva a Buenos Aires a 17 anni.
Enrique Delfino, (1895 – 1967) figlio di immigrati, nasce a Buenos Aires ma studia musica a Torino per poi tornare nella sua città natale.
Quando nascono loro, quasi il 90% della popolazione di Buenos Aires è straniera.
Nel ambiente degli immigrati nasce un gergo: il “lunfardo”, la lingua del tango, unico gergo che ha un’accademia come le lingue, dizionari, ecc. (l’influenza delle lingue degli immigrati in particolare quella dei dialetti italiani è enorme)
L’ambiente adatto per il Jazz è New Orleáns, per il fado Coimbra e Lisboa, così nelle città porto di Buenos Aires e Montevideo nasce il tango.
In Argentina, dal 1902 al 1916 viene applicata la legge 4.144 chiamata di “residenza” che consente la deportazione degli stranieri indesiderabili, quelli che partecipavano alle proteste, agli scioperi, ecc.
Battistella ispirato ad una di queste storie scrive un tango che verrà censurato e proibito per lunghi periodi nonostante sia stato cantato da Carlos Gardel. La musica è di Enrique Delfino. http://www.todotango.com/spanish/main.html (si può anche ascoltare)
Música: Enrique Delfino
Letra: Mario Battistella |
Al pie de la Santa Cruz
Tango |
Ai piedi della Sacra Croce
Tango |
Declaran la huelga,
hay hambre en las casas,
es mucho el trabajo
y poco el jornal;
y en ese entrevero
de lucha sangrienta,
se venga de un hombre
la Ley Patronal.
Los viejos no saben
que lo condenaron,
pues miente, piadosa,
su pobre mujer.
Quizás un milagro
le lleve el indulto
y vuelva en su casa
la dicha de ayer. |
Dichiarano lo sciopero
C’è fame nelle case,
è tanto il lavoro
ma scarsa la paga:
e nell’agitazione
della lotta sanguinosa,
si vendica in un uomo
la Legge Patronale,
I genitori non sanno
Che lo hanno condannato,
perchè mente, per pietà,
la sua povera moglie.
Forse un miracolo
Gli porti l’indulto
E torni alla casa |
Mientras tanto,
al pie de la santa Cruz,
una anciana desolada
llorando implora a Jesús:
“Por tus llagas que son santas,
por mi pena y mi dolor,
ten piedad de nuestro hijo,
“Protégelo, Señor”
Y el anciano,
que no sabe ya rezar,
con acento tembloroso
también protesta a la par:
“Qué mal te hicimos nosotros
pa’ darnos tanto dolor?”
Y, a su vez, dice la anciana:
“Protégelo, Señor!…” |
La gioia di ieri
Intanto,
al piede della Sacra Croce,
un’anziana desolata
piangente implora a Gesù;
“per le tue piaghe che sono sante,
per la mia pena e il mio dolore,
abbi pietà del nostro figlio,
Proteggilo Signore!”
Mentre l’anziano,
che non sa più pregare,
con voce tremante
protesta alla pari:
“che male ti abbiamo fatto
Per darci tanto dolore?”
E a sua volta dice la anziana:
“Proteggilo, Signore!” |
Los pies engrillados,
cruzó la planchada.
La esposa lo mira,
quisiera gritar…
Y el pibe inocente
que lleva en los brazos
le dice llorando:
“Yo quiero a papá”
Largaron amarras
y el último cabo
vibró, al desprenderse,
en todo su ser.
Se pierde de vista
la nave maldita
y cae desmayada
la pobre mujer… |
I piedi incatenati,
attraversò la banchina.
La moglie lo guarda,
vorrebbe gridare…
E il bimbo innocente
che porta nelle braccia
Le dice piangendo:
“io voglio al papà!”
Sciolsero i cavi
E l’ultima fune
Vibrò, nel staccarsi,
in tutto il suo essere.
Si perde alla vista
La nave maledetta
E cade svenuta
la povera donna… |
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José Luis Tagliaferro
Nato a Buenos Aires nel 1946. Nonni paterni calabresi arrivati in Argentina alla fine dell'800, da parte di madre intreccio tra europei e
indigeni. Da molto giovane impegnato in attività di solidarietà nei quartieri poveri della sua città diventando poi dirigente studentesco, delegato sindacale . Dopo il colpo di stato del 1976 la sua organizzazione viene decimata, scappa e nell'aprile del 1977 approda a Milano, esule politico. Lavora per 22 anni come documentalista al Corriere della Sera, collabora con Radio Popolare, Urihi, ecc.
In Italia partecipa in diverse organizzazioni per la difesa dei diritti umani, in associazioni di immigrati, consulte per l'emigrazione e per l'immigrazione. Direttore del CESPI (Centro Studi Problemi Internazionali) per più di tre anni, attualmente, vicepresidente di NuestrAmerica per
il Socialismo del XXI Secolo e dell'direttivo della Associazione culturale Punto Rosso.
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