Che cosa hanno in comune gente famosa anche in campo internazionale e dalla carriera eccellente nei vari campi come Giuliano Amato e Tiziano Terzani, Antonio e Sabino Cassese, l’ingegnere Pierfrancesco Guargaglini (presidente e amministratore delegato di Finmeccanica) e l’ambasciatore Marcello Spatafora, e gli scienziati Lamberto Maffei, Piergiorgio Strata ed Enrico Mugnaini? L’essere stati allievi dei due collegi fondatori della Scuola Sant’anna di Pisa, gioiello per università pubblica.. A questa Scuola ha dedicato i suoi sforzi creativi Dino Satriano, che fu allievo nella Sant’Anna Valley dal ’58 al ’62 per poi lasciare i codici dell’amata giurisprudenza e dedicarsi con successo al giornalismo (ha lasciato le redazioni come vicedirettore del settimanale Oggi).
Satriano ha rispolverato la sua bravura di cronista traducendo in volgare l’accademia, la storia e la vita (tutta la vita, in ogni suo aspetto, con tanti aneddoti e tante curiosità) di un’istituzione di grande prestigio internazionale nel campo della cultura e della ricerca scientifica. Obiettivo, farla conoscere questa culla per la classe dirigente italiana anche ai non addetti ai lavori.
Nasce così il volume da poco in libreria: Dove crescono i talenti. Viaggio nella Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, con la prefazione di Giuliano Amato (“Si può fare la storia e si possono mettere insieme ricordi non soltanto per alimentare nostalgia, ma anche per creare futuro, per spingere verso il futuro. E’ ciò che fa questo libro e per questo merita che lo leggiamo”) che qui riportiamo. Il piccolo editore è il toscano Felici, di cui ricostruiamo sotto la storia.
La storia della Felici Editore inizia intorno al 1930 con Epaminonda Felici, artigiano stampatore e incisore su lastre di pietra di bellissime litografie e piccoli volumi. Dopo una breve chiusura a causa della guerra, la casa editrice riprende l’attività nel 1952 con il figlio Spartaco. All’epoca l’azienda era posta in lungarno Pacinotti nel palazzo Mazzarosa; in seguito all’alluvione del 1966 del fiume Arno, che purtroppo ne distrusse tutto l’archivio bibliografico, essa si trasferì in piazza S. Giorgio, nel centro storico di Pisa.
Proprio in quel periodo sono nate le prime collaborazioni con nomi prestigiosi dell’Ateneo Pisano, centro della cultura umanistica e scientifica della città. Con l’inserimento della terza generazione, e dunque con l’editore Fabrizio Felici, la casa editrice amplia la sua produzione, connotandosi qualitativamente grazie al personale specializzato, nonché per l’introduzione di nuovi e competitivi macchinari.
Da quest’anno la Felici Editore si è insediata in via Carducci 60 in Località La Fontina – San Giuliano Terme (Pisa) dove l’attività è andata sempre più qualificandosi con pubblicazioni di alta qualità, ma anche riviste e periodici. La nuova sede ha permesso di aprire un punto vendita/libreria e di avviare una fitta attività culturale nella saletta Momus dove nel corso dell’anno saranno organizzate mostre, eventi musicali, letture, presentazioni, incontri con gli autori. L’obiettivo è quello di rendere la casa editrice un luogo di promozione culturale a 360 gradi.
Grazie alla collaborazione avviata con professori dell’Università di Pisa, Siena e Ferrara, il catalogo delle pubblicazioni si è arricchito di numerosi titoli ad alto carattere scientifico e, al contempo, l’incremento dei rapporti con enti e istituzioni locali è indice di una crescente attenzione che la casa editrice riesce a catalizzare sul proprio lavoro. A oggi la casa editrice vanta, tra le altre, una collana di archeologia, una collana di musica, un fitta collana di narrativa, una collana di turismo e ambiente, una collana dedicata all’editoria e una dedicata ai ragazzi dal nome Felici Junior. Entro l’anno saranno anche avviate una collana di filosofia e una collana dedicata al cinema.
Tra i libri che ultimamente hanno riscosso maggiore successo sono “Il fattore I” di Piero Paolicchi, “Biografia di Giacomo Puccini” di Dieter Schickling, “Il mondo del museo oggi” di Fabrizio Ago e “Come mangiar bene e spendere poco. Cento ricette toscane per sopravvivere alla grande crisi” di Giuseppe Meucci.
Salvatore Giannella, giornalista professionista dal 1974, è nato in Puglia nel 1949. Vive e lavora a Milano dal 1975. Studi classici, laurea in lettere moderne. È sposato, ha due figli e due nipoti. Diventa pubblicista collaborando con il settimanale «Oggi». Dopo aver partecipato a Genova all’esperimento di un giornale in cooperativa, «Il lunedì», nel 1975 è chiamato all’«Europeo» da Tommaso Giglio, e diventa direttore del settimanale dieci anni dopo, dopo la pausa di un anno (1984) nella direzione di "Genius", il mensile scientifico dell'Espresso. Nel 1986 viene scelto da Giorgio Mondadori per dirigere «Airone», il primo e più diffuso mensile di natura e civiltà. Lascia «Airone» nel 1994 e crea l’Editoriale Delfi, struttura specializzata in
progetti ed eventi, servizi e realizzazioni per l’editoria e per l’economia dei turismi. Nel 1999 scrive il libro "L’Arca dell’Arte", in collaborazione con lo storico pesarese Pier Damiano Mandelli, per raccontare la storia del soprintendente delle Marche che, nel corso della seconda guerra mondiale, diede rifugio e salvezza nel Montefeltro a migliaia di opere
d’arte. Allo stesso argomento dedica la sceneggiatura del film-documentario per Rai Educational "La lista di Pasquale Rotondi" che vince il premio della Presidenza della Repubblica all’Art Doc Film Festival di Roma 2005, come «miglior film dedicato all’arte italiana». Per la stessa Rai Educational scrive la sceneggiatura del film "Odissea negli abissi" dedicato a Vassilj Arkhipov, il capitano della marina sovietica che durante la crisi dei missili a Cuba con il suo NO al lancio di un missile atomico dal sottomarino assediato evitò lo scoppio della terza guerra mondiale. Dal 1997 è tra le principali firme di «Oggi» (Gruppo Rizzoli - Corriere della Sera) per i temi della cultura e delle scienze. Tra i riconoscimenti ricevuti, il premio Zanotti Bianco (1978) e, dieci anni dopo, il premio dei Club Unesco. Nel 2007 ha ricevuto a Rimini la medaglia d’oro del comitato scientifico internazionale del Centro Pio Manzù, presieduto da Mikhail Gorbaciov, «per aver alimentato la mente degli italiani chiarendo preoccupazioni, scovando personaggi e scavando nella storia e nelle storie, creando sostegni con racconti carichi di realtà e di favola». Paulo Coelho lo ha salutato come «cronista della luce». Ama Italo Calvino dal quale ha raccolto l’invito a illuminare «personaggi e mondi che tenebre non sono e a dar loro forza». Nel 2008 esce da Chiarelettere (www.chiarelettere.it) "Voglia di cambiare", il diario di viaggio nell'Europa eccellente che ha risolto problemi che i nostri politici non risolvono da decenni. Nel 2009 ha pubblicato, per Allemandi editore, “I Nicola”,
storie straordinarie di restauri d’arte nella storia di una famiglia che,
oltre a dare lavoro a metà del paese in cui opera (Aramengo, tra Torino e Asti) ha il merito di aver cancellato la triste fama di quel borgo dove i severi giudici sabaudi spedivano al confino i falliti (da qui la dizione popolare “andare a ramengo”, cioè fallire, andare in malora). Oggi ad Aramengo vanno i capolavori dell’arte, da Giotto a Picasso, per ritrovare colori e salute. Nella primavera 2010 sono usciti due libri da lui curati: "La valle del Kamasutra", di Tonino Guerra, Bompiani, un volume antologico per festeggiare i 90 anni di quel grande poeta e sceneggiatore; e "Consigli per un Paese normale", di Enzo Biagi, Rizzoli, raccolta dei dialoghi tenuti da Giannella con quel maestro di giornalismo.