Assediati dalla verità. Sono trascorsi ormai trent’anni da quando il DC 9 Itavia partì da Bologna senza mai arrivare a Palermo, dove era diretto, e si inabissò nel mare di Ustica. Era la notte del 27 giugno 1980. Una data impressa nella nostra memoria. Una ferita rimasta aperta nel cuore del paese. Sappiamo, ora, che a colpire il DC 9 fu un missile, forse francese, diretto verso un aereo su cui si sarebbe dovuto trovare il leader libico Gheddafi. “L’incidente del DC-9 è occorso a seguito di azione militare di intercettamento, il DC 9 è stato abbattuto”: questa la sentenza ordinanza del giudice Rosario Priore. E questo l’incidente che ha spezzato la vita a 81 cittadini innocenti, donne, uomini, bambini, tutte vittime di una strage di cui ancora non si conoscono i nomi dei colpevoli.
Sono recenti le parole, parole importanti, pronunciate il 9 maggio 2010 dal Capo dello Stato Giorgio Napolitano, in occasione della cerimonia al Quirinale del Giorno della Memoria delle vittime del terrorismo. Parole che ravvedono nel caso di Ustica “intrecci eversivi, forse anche intrighi internazionali che non possiamo oggi non richiamare – insieme con opacità di comportamenti da parte di corpi dello Stato, a inefficienze di apparati e di interventi deputati all’accertamento della verità – a chi ha duramente pagato di persona, o è stato colpito nei propri affetti famigliari per effetto delle stragi degli anni’80”.
Queste parole, alla vigilia del trentesimo Anniversario della Strage, hanno riproposto all’attenzione del Paese la vicenda di Ustica. Un “atto di polizia internazionale contro il nostro Paese – come afferma la sentenza di Priore – di cui sono stati violati i confini e i diritti”.
In questi trent’anni, una donna, Daria Bonfietti, presidente dell’Associazione dei Parenti delle Vittime della Strage di Ustica, porta avanti, con tenace intelligenza e con grande fermezza, una battaglia ostinata per la ricerca della verità. E lo fa anche grazie alla complicità dell’arte, del teatro, della poesia, della musica.
A trent’anni da quella notte, Bologna diventa palcoscenico ideale del progetto “Arte. Fiore della memoria” promosso dall’Associazione in occasione del trentesimo Anniversario della Strage, in cui per oltre un mese vengono presentate interessanti iniziative: la proiezione del film “Il muro di gomma” a cura delle Cineteca di Bologna, un convegno in collaborazione con Democratica Scuola di Politica sul confronto tra Stato e Società Civile, la musica “spaziale” con la prima italiana dell’ultima composizione di Karlheinz Stockhausen ma anche l’installazione di Flavio Favelli, artista che dal 2007 si dedica al progetto “Itavia Aerolinee: Cerimonia (India Hotel 870), che ha invaso Piazza Maggiore con una sorta di “fodera-sagoma” a grandezza reale del DC-9 scomparso.
Ma quello che ancora una volta ci interessa evidenziare è il ruolo del teatro nel diventare testimonianza, nel dare voce al passato, nel suo fare e farsi memoria interrogando e indagando il presente.
“La memoria è una forma di coraggio”, scriveva Jean Vilar. Ecco allora che il teatro si mostra coraggioso nell’inseguire la verità, nello scavare nei fatti, nell’accendere le coscienze: questo avviene nella rassegna teatrale “Dei teatri, della memoria” ideata e diretta da Cristina Valenti, tenace e appassionata studiosa e docente universitaria, che nel Giardino per la Memoria di Ustica, dà vita ad un vero e proprio itinerario della Memoria portando in scena la guerra, la Resistenza, il mito, la giustizia attraverso le narrazioni di Marco Baliani e Davide Enia, le anteprime di Motus e Emma Dante, la giovane ‘partigiana’ Marta Cuscunà per concludere con una “notte di San Lorenzo” che vede la presenza di artisti impegnati in microperformance e jam session.
Il Teatro è gesto civile, è espressione di una comunità, è luogo in cui rafforzare la partecipazione, è ancora una volta occasione preziosa per riflettere sulla democrazia. Il teatro è tenace e coraggioso come Daria Bonfietti ci ha insegnato ad essere in questi anni. La verità su Ustica ora c’è. La verità è in tasca. Quello che manca sono i nomi dei colpevoli.
È nata a Parma il 15 dicembre 1971, città nella quale tutt'ora vive. Lavora da ormai numerosi anni in ambito culturale, occupandosi prevalentemente di comunicazione e organizzazione presso istituzioni e festival teatrali nazionali.