Vi ricordate Haiti? Qualcosa è arrivato, ma rispetto alle promesse di milioni di dollari gli aiuti sono stati tragicamente inferiori alla solidarietà programmata e considerata “indispensabile” per risollevare un paese devastato: un milione di profughi, centinaia di milioni di morti (cifra ancora indefinita). Obama ha sollecitato l’ex presidente Clinton a “riattivarsi” per evitare la catastrofe umanitaria. Eppure la volontà dei singoli invita all’ottimismo con micro-miracoli dei quali dà notizia Roberto Spehenson, fotografo italo-haitiano che abita a Porta au Prince dove “avant les events”, prima del terremoto, aveva fondato il Centre experimental pour la comounication visuelle. Poi la tragedia e ha cambiato vita: quei bambini vagabondi senza padre, madre, casa, scuola. E si è dedicato a un orfanotrofio chiedendo aiuti. Ecco cosa scrive da Pétion Ville, la montagna sopra le macerie dove vive la grande borghesia che il destino ha risparmiato dalle rovine.
Voglio scusarmi per la mia lunga assenza. Fino a una settimana fa vivevo ancora in tenda e con la stagione delle piogge iniziata, la vita era diventata davvero insopportabile. È così che ho concentrato tutto il mio tempo e le mie energie per ricavarmi uno spazio vivibile in una casa che avevo da tempo in costruzione e che per fortuna non aveva subito danni dal terremoto. Ora, anche se in un cantiere, ho almeno un tetto, acqua, elettricità e… internet!
Un grazie di cuore a tutti i donatori. Parecchie sono state le donazioni nell’ultimo mese. Abbiamo raggiunto, dall’inizio, più di 15 mila dollari su un’ottantina di donatori. Evviva! Anche il problema della banca è stato risolto. Grazie a tutti quelli che mi hanno mandato consigli.
Durante questo periodo di pausa, il solo lavoro effettuato all’orfanotrofio è stata la pulizia del terreno. Da una verifica che ho potuto fare oggi, sfortunatamente le persone che dirigono il centro non mi hanno dato l’impressione di avere un gran senso della pulizia… Morale, il lavoro è stato quasi inutile, e morale numero due, i lavori verranno fatti come si deve se sarò io a fare la supervisione (mi ci mancava). Buona cosa che l’inefficacia del personale sul posto la si sia verificata su un lavoro dal costo non elevato (circa 250 dollari).
Come sapete dai precedenti aggiornamenti (pubblicati sul sito: http://www.mwem.org/diquin), i lavori più urgenti sono il muro di cinta di tutto il terreno, la recinzione metallica per delimitare l’area destinata ai bambini e l’expertise tecnica di verifica sulla solidità dello stabile che ci permetterà di procedere alla ristrutturazione degli interni. A questo proposito, se fra voi ci fosse un architetto che avesse voglia di collaborare, sarebbe ottimo. L’expertise tecnica è prevista per mercoledì, mentre il muro e la recinzione prenderanno più tempo.
Vi incollo qui di seguito un frammento di un messaggio di uno di voi. Un’idea che forse potrà risultare interessante per altri: come annunciato, sono in grado di fare una donazione per il “tuo” orfanotrofio che non sia, ecco, proprio un obolo minimo. Mi piacerebbe, anche se è solo un’idea, contribuire a una cosa in particolare: un acquisto, un lavoro di ripristino o di miglioria. Qualche suggerimento, (corredato di budget)?
Mi scuso anche con tutti quelli che hanno donato, tutti con estrema generosità, per la lentezza delle mie risposte di ricezione e ringraziamenti. Cerco di non dimenticarmi di nessuno, anche se mi ci vuole spesso tanto tempo.
Ci sono dei donatori di cui non riesco a rintracciare l’indirizzo di posta elettronica. Se qualcuno fra voi li conoscesse, mi sarebbe di grande aiuto. Ecco la lista:
- Calandra Roberta
- Castillo Merlo Maricruz
- Ferrante Francesco
- Frova Luisa
- Lercker Giovanni
- Lupo Cesira Gorla
- Romani Elena
- Romani Luciana + Chiarini Bruno
- Stocchi Silvia + Cross Susanna
Un abbraccio da Pétion-Ville. Non dimenticateci.
Roberto
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Roberto Stephenson è nato a Ville de Port-au-Prince, Haiti. Fotografo, ha fondato e dirige la Fondation MWEM (Centre Expérimental pour la Communication Visuelle).