Mosca – La Russia è la nazione delle grandi pianificazioni definizione che evoca disciplina, meticolosità, rigore. In passato oscure legioni di burocrati hanno organizzato, programmato e deciso nei minimi particolari la vita di tutti e di tutto. Poi, l’ attuazione del piano risultava caotica, sconclusionata, un po’ anarchica. Tante regole, risultati zero. Basta vedere il traffico.
Mai visto una città presa in ostaggio dalle autoin modo assoluto e clamoroso. Migliaia in circolazione, migliaia parcheggiate sulkl’p+ultimo metro quadrato disponibile (aiuole, passaggi pedonali, marciapiedi: no problem, puoi lasciarla dove ti è comodo). L’automobilista è il re, anzi lo zar delle Russie al volante di una Lada arrugginita o dell’ultimo modello di Suv, diventa automaticamente il padrone delle strade. Uomini che si guardano in cagnesco dai finestrini attorno ai semafori, brum-brum: “Ti faccio vedere con questo motore cosa so fare!”, solita storia di chi-ce-l’ha-più lungo e potente.
Caos alimentato anche dalle auto con “bandierine”. Macchine di potenti o pseudo-potenti che possono avere la precedenza su tutto e tutti.Incroci bloccati da solerti poliziotti per minuti ei minuti mentre sfrecciano vetture sinistre, vetri neri, massicce ed ingombranti, ignare dei comuni mortali che assistono impotenti alle sfilate del “potere”. Guidare su queste strade è una sfida acrobatica, un gioco dell’oca: se va male ti ferma la militia e paghi pegno. I controlli sono minuziosi: chiedono i soliti mille documenti e se tra le pagine del passaporto non trovano qualche centinaio di rubli cominciano i guai. Fare il “furbo” e tagliare file e code è facile: prendi un ambulanza-taxi.
È la trovata di uno dei centri privati di assistenza medica della città uno dei centri medici privati della città: avendo il diritto di usare ambulanze con lampeggianti, per migliorare i bilanci ha pensato di offrire il suo servizio taxi non solo a vecchiette doloranti ma a giovani impazienti di arrivare prima. Servizio regolato dal listino prezzi un listino prezzi. L’ambulanza come taxi all’interno della tangenziale costa 6168 rubli all’ora, fuori tangenziale 8563 rubli. Come in ogni parte gli ingorghi sono alimentati dagli incidenti: constatazione amichevole? no grazie! Qui non ci si fida di nessuno, il complotto è sempre in agguato. Se fai crash con l’auto ti fermi e aspetti. Vietato accordarsi civilmente, scambiarsi la cortesia di un biglietto da visita: devi aspettare l’intervento della polizia. A volte ferma li tre, quattro ore in mezzo all’incrocio esposta al freddo e alla rabbia degli altri automobilisti obbligati alla gimcana per evitarti.
Non resta che viaggiare in metro (studiando i percorsi rigorosamente solo in cirillico) o avventurarsi sui filobus bianchi e celesti che ancora sopravvivono, così vecchi e malconci da far tenerezza e molto “Rivoluzione Russa”. Ne avevo visto di uguali nel film “Il dottor Živago”,’ultima scena quando Omar Sharif vede Lara e poi l’ infarto e muore. Per prudenza, meglio non saire non si sa mai la stessa fine.
Cervelli in fuga?
Serata “Italiani a Mosca” grand’ hotel, centro della capitale. Arrivo nella hall e l’ambientazione è un programma. Architettura neoclassica russa , costruito negli anni ’50 e rimodernato, alla “russa”. Vediamo come se la cavano gli interior designer di Mosca. Saloni enormi, le scale di Rossella H’Oara in Via col Vento, moquette tremenda dai colori sgargianti ma pezzo forte sono i lampadari. Apriamo una parentesi sull’illuminazione in Russia. Alberghi, uffici, metropolitana sempre cosparsi di grandiosi lampadari cristallo a goccia -modello zia zitella-, ma le luci però sono fioche, fanè, impolverate, coprono tutto di una patina avvilente. Invito ai produttori italiani di lampade: venite, venite, qui è l’eldorado dell’impianto elettrico, l’america del filo di rame.
Dunque, l’evento mondano. Il salone è pieno di gente, uomini e donne, ma mentre gli uomini sono prevalentemente italiani le donne sono quasi sempre russe. La filosofia degli espatriati è : “Cara non serve che tu venga a vivere in una città fredda ed inospitale, tu e i piccoli restate a casa,al sicuro io, uomo di casa, vado a guadagnare il pane all’estero. Un sacrificio, ma mi tocca…” Ed ecco i buoni padri di famiglia sono accompagnati dalla biondona di turno con apposita borsa super-firmata (Prada, Dolce & Gabbana, Gucci e company dovrebbero essere accusati di istigazione alla prostituzione…visti i prezzi dei loro oggetti-del-desiderio!). La maggior parte di questi signori fa l’ imprenditore e cerca un po’ pubblicità per ciò che vende. Ecco le presentazioni surreali. Piacere, importo materiale edile. Piacere, importo vini e liquori, Piacere, importo scaldabagni. Scambio di biglietti da visita e via.
Si vede che la Russia è un paese di frontiera, i nuovi maschi arrivati hanno una stana luce negli occhi, sembrano scappati da qualcosa, da un paese che non li ha voluti, da un business che li ha emarginati, da amici che li hanno scaricati. Le risate e i discorsi sui grandiosi affari immaginari fanno tenerezza, ma poi vedo le signorine russe “amorevolmente interessate” che li accompagnano e penso: dopotutto , anche qui, ognuno ha ciò che merita.
Daniela Miotto insegna a Torino, dove vive quando suo marito non la trascina in giro per il mondo. Attualmente abita a Mosca senza conoscere una parola di russo. Sbircia il mondo a volte senza capirlo, ma è convinta che curiosare sia una delle attività più stimolanti e divertenti che si possano fare