Rappresentanti dell'Opera Nomadi di Milano (25 aprile 2006) - ©Roberto Gimmi
Quella di Letizia Moratti contro Giuliano Pisapia NON è stata una caduta di stile. È stata una espressione dello stile reale della Moratti, chiacchiere e sorrisi da sciùra meneghina bene a parte. Lo dimostra la volgare e maniacale insistenza di Berlusconi e del suo sodale Umberto Bossi nel lanciare accuse campate per aria contro il concorrente della Moratti sindaco. La mascalzonaggine dell’accusare Pisapia di voler fare di Milano una “zingaropoli musulmana” è duplice, anzi triplice. Intanto non è affatto vero che Pisapia vuole “una moschea in ogni quartiere”, e anche se fosse non si vede dov’è lo scandalo. Pisapia ha solo messo in chiaro che anche i musulmani hanno diritto ad un loro luogo di culto, pagato peraltro di tasca propria.
Il che non significa affatto voler musulmanizzare milano. La volgare e bugiarda accusa del tandem BeBo, Berlusconi Bossi, alias l’accoppiata sessuomane mister Bunga Bunga e il senatùr padano La Lega Ce L’Ha Duro, mostra un robusto razzismo e “dalli all’untore” contro i musulmani. Che spesso sono molto più civili e decenti di Bossi e anche di Berlusconi, per non dire delle accolite che li contornano.
Infine il razzismo contro i rom. Poiché i rom hanno subito dai nazisti un Olocausto (termine peraltro fuorviante perché nella Bibbia indica un rito di sacrificio a Dio) sul piano numerico meno grave di quello subito dagli ebrei, ma percentualmente più grave, ne consegue una gigantesca dimostrazione di ipocrisia di chi ancora oggi sbraita contro i rom e giustifica sempre Israele in quanto “Stato di tutti gli ebrei del mondo” e in quanto gli ebrei hanno subito il pesante di sterminio per mano nazista.
Qui i due pesi e due misuri sono smaccati: lo sterminio subito dagli ebrei viene utilizzato per renderli intoccabili, anche se si tratta non tanto di ebrei quanto di israeliani, mentre lo sterminio dei rom viene ignorato in modo da poter continuare a trattarli a pedate come sempre. Altro che negazionismo, riduzionismo e relativismo!
Ci si riempie la bocca e i giornali quasi ogni giorno di Shoà e Memoria a senso unico, ma nessuno sa che la Shoà dei rom ha un suo nome, anzi due (Samudaripen e Porrajmos). Ah, i guasti della Memoria priva di memoria!.
Per essere il Partito dell’Amore, come lo hanno definito il Cavaliere e l’impagabile signora Santanché, non c’è male. In ogni caso la volgarità morattiana e berluscona è certificata in modo inequivocabile dal tentativo di comprarsi i voti dei milanesi al balottaggio promettendo all’improvviso di eliminare balzelli come quello dell’ecopass. Manco si trattasse della Napoli di Achille Lauro.
Ci viene in mente il film Qualunquemente, con il protagonista che per vincere le elezoni promette “più pilo per tutti”, dove per “pilo” si intende il pelo ovviamente pubico e annessa zona limitrofa. Ci manca solo che la sciùra Moratti sbrachi definitivamente promettendo anche lei “più pilo per tutti” e, dato che c’è e non farsi mancare nulla, compresa una maggiore modernità “europea”, “più priapo per tutte”. Insomma, dalla Milano da bere a quella da comprare con i pochi euro dell’ecopass e con il bunga bunga per tutti.
Moratti è sulla buona strada: dopo la promessa di abolire l’ecopass ecco le altre promesse di facilitazione del traffico automobilistico dei privati, ora aspettiamo solo che vengano abolite le multe. E – perché no? – magari anche le tasse sull’immondizia, l’Ici e quant’latro. A cosa spinge la disperazione e l’ingordigia del vole restare aggrappati al potere. “Solo per il bene dei ciitadini”, ovviamente.
Le Moratti e i Berlusconi sorridono e sono gentili finché si tratta di essere in realtà condiscendeneti, paternalisti e padronali verso chi obbedisce ai loro desiderata o comunque non ha nessun modo per contrastarne il potere e lo strapotere. Ma se si trovano di fronte qualcuno che non fa la riverenza, non si piega e può diventare un ostacolo reale allora cambiano musica: i denti del sorriso diventano zanne per mordere, spezzare e sbranare.
No, quella delle accuse di filoterrorismo lanciate dalla Moratti contro Pisapia non è stata una caduta di stile. È stato lo stile della sciùra Moratti. È come se le fossero caduti il belletto e i trucchi vari fotografici che nei manifesti elettorali le ringiovaniscono il volto, le rendono porcellanati i denti e cillestrini gli occhi, anche se a onor del vero sempre con un senso di vacuità e freddezza sorprendente: cadendo il belletto e i trucchi ecco apparire il volto un po’ vizzo, le occhiaie e quant’altro che denota – legittimamente – la sua età reale (il cerone di B. fa scuola, ndr).
Pino Nicotri, inviato storico dell'Espresso. Fra i suoi libri inchiesta: "Il silenzio di Stato", "Tangenti in confessionale", "Mafioso per caso" (Kaos Editore), "Fiat, fabbrica italiana automobili e tangenti", "Lucciole nere". Anima il blog "Giornalisti senza Bavaglio" . Nicotri fa parte anche del gruppo "Senza Bavaglio" ed è consigliere generale Inpgi e consigliere Lombarda.