La Lettera

Per ripulire la democrazia inquinata i ragazzi hanno bisogno di un giornale libero

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È abbastanza frequente che editori della carta stampata chiudano i loro giornali. Anche a me è capitato quando dirigevo “L’Avvenire d’Italia”, e oggi si annuncia una vera e propria epidemia a causa della decisione del governo di togliere i fondi all’editoria giornalistica. Ma che chiuda Domani di Arcoiris Tv, che è un giornale on line, è una notizia …

La Lettera

Domani chiude, addio

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L’ironia di Jacques Prévert, poeta del surrealismo, versi e canzoni nei bistrot di Parigi, accompagna la decadenza della casa reale: Luigi Primo, Luigi Secondo, Luigi Terzo… Luigi XVI al quale la rivoluzione taglia la testa: “Che dinastia è mai questa se i sovrani non sanno contare fino a 17”. Un po’ la storia di Domani: non riesce a contare fino …

Libri e arte » Teatro »

Teatro bene comune per il palcoscenico di dopodomani

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Teatro Municipal - Foto di Elton Melo

“Non si può bluffare se c’è una civiltà teatrale, ed il teatro è una grande forza civile, il teatro toglie la vigliaccheria del vivere, toglie la paura del diverso, dell’altro, dell’ignoto, della vita, della morte”. Parole di Leo …

Inchieste » Quali riforme? »

Il governo Berlusconi non è riuscito a cancellare l’articolo 18, ci riuscirà la ministra Fornero?

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Il governo Monti ha perso il primo round con Susanna Camusso che fa la guardia alla civiltà del lavoro, fondamento dell’Europa Unita. Sono 10 anni che è morto Marco Biagi, giuslavorista ucciso dalle Br. Si sentiva minacciato, chiedeva la scorta: lo Scajola allora ministro ha commentato la sua morte, “era un rompicoglioni”. Rinasce l’odio di quei giorni? Risponde Cesare Melloni, …

Rubriche » Salute »

L’amore non è in vendita: le coppie “povere” resistono di più

20-10-2011

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Amore e resistenzaIl 13 ottobre 2011 sul Journal of Couple & Relationship Therapy è stata pubblicata una ricerca della Brigham Young University (BYU) che riporta ad una vecchia canzone dei Beatles “Can’t Buy Me Love”, in quanto gli studi hanno dimostrato su vasta scala la reale impossibilità di comprare un rapporto di coppia felice ed appagante.

Sono state studiate 1734 coppie sposate residenti un po’ in tutto il Paese ed ognuna è stata valutata relativamente alla dinamica relazionale che la sorregge. Nell’ambito della valutazione si è posta una domanda relativa al valore che ognuna di esse assegna al denaro. Si è dimostrato, in una percentuale che va dal 10 al 15%, che le coppie per le quali il potere economico non rappresenta l’essenza, sono quelle che risultano più stabili e sorrette da dinamiche relazionali più appaganti, in rapporto a quelle coppie che, invece, potremmo definire più materialiste, in quanto uno o ambedue i componenti assegnano un valore essenziale e propulsivo al denaro.

Il professore della BYU Jason Carroll, autore dello studio, asserisce che le coppie nelle quali entrambi i componenti si mostrano materialisti, fanno emergere disagio, o comunque minor equilibrio, in relazione ad ogni aspetto analizzato nel corso dello studio. Spesso il denaro diviene fonte di conflitto, come se l’amore per il potere economico oscurasse l’interesse per la salute della coppia di appartenenza.

Sappiamo che nel nostro contesto sociale il potere economico sovrasta e al contempo sottende le relazioni interpersonali più di ogni altra cosa, sappiamo anche che la perdita dell’attenzione all’essenza delle cose e delle persone non può che generare conflitti, sappiamo che i conflitti ci riducono ad oggetti condizionati che si muovono a comando come se i loro fili fossero nelle mani di chi quel denaro “inventa”. Malgrado questa chiara ed inconfutabile consapevolezza, il nostro mondo non riesce a scrollarsi di dosso la “devozione” al dio profitto che, come una sirena dal canto irresistibile, attrae, coinvolge e “uccide”.

Possiamo anche continuare ad ingannarci, ma sino a ché non faremo un passo avanti verso il futuro, che si spera possa evolvere almeno in relazione ai rapporti interpersonali, sino a ché non ci riprenderemo il nostro tempo, sino a ché non strapperemo i fili che, oltre a condurci, ci imbrigliano in una sorta di ragnatela sino ad annientarci, potremo anche protestare, ma dubito che le dinamiche possano cambiare.

Note di approfondimento

Luisa BarbieriLaureata in medicina e chirurgia si è da sempre occupata di disturbi del comportamento alimentare, prima quale esponente di un gruppo di ricerca universitario facente capo alla Clinica psichiatrica Universitaria P.Ottonello di Bologna e alla Div. di Endocrinologia dell'Osp. Maggiore -Pizzardi, a seguire ha fondato un'associazione medica (Assoc. Medica N.A.Di.R. www.mediconadir.it ) che ha voluto proseguire il lavoro di ricerca clinica inglobando i Dist. del comportamento alimentare nei Dist. di Relazione. Il lavoro di ricerca l'ha portata a proporre, sempre lavorando in equipe, un programma di prevenzione e cura attraverso un'azione di empowerment clinico spesso associato, in virtù dell'esperienza ventennale maturata in ambito multidisciplinare, a psicoterapia psicodinamica e ad interventi specialistici mirati. Ha affrontato alcune missioni socio-sanitarie in Africa con MedicoN.A.Di.R., previo supporto tecnico acquisito c/o il Centro di Malattie Tropicali Don Calabria di Negrar (Vr). Tali missioni hanno contemplato anche la presenza di Pazienti in trattamento ed adeguatamente preparati dal punto di vista psico-fisico. Il programma clinico svolto in associazione l'ha indotta ad ampliare la sfera cognitiva medica avvicinandola all'approccio informativo quale supporto indispensabile. Dirige la rivista Mediconadir dal 2004, è iscritta all'Elenco speciale dei Giornalisti dell'OdG dell'Emilia Romagna e collabora con Arcoiris Tv dal 2005 (videointerviste, testi a supporto di documenti informativi, introduzione di Pazienti in trattamento nel gruppo redazione che oggi fa capo all'Assoc. Cult. NADiRinforma, redazione di Bologna di Arcoiris Tv).
 

Commenti

  1. Giovanna Arrico

    Riporto una frase molto importante, a mio avviso, di questo articolo “…e sino a ché non ci riprenderemo il nostro tempo, sino a ché non strapperemo i fili che, oltre a condurci, ci imbrigliano in una sorta di ragnatela sino ad annientarci, potremo anche protestare, ma dubito che le dinamiche possano cambiare.” Togliamo il velo sottile davanti ai nostri occhi e ritorniamo a vedere e a credere agli affetti.

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