Tra le più amate, tra le più votate ha chiesto rifugio politico a Casini per confermare la cultura andreottiana dell’abbandonare la nave prima degli ultimi topi. Figlia di un generale, cresciuta in tv tra Portobello di Tortora e Festivalbar, sorella di due sorelle che resistono e trionfano sul piccolo schermo, incarna la politica-spettacolo così cara alla filosofia berlusconiana. Non è solo un “sì” che manca nella conta in Parlamento. Mancherà soprattutto l’amore per il suo signore d’Arcore indicato ai figli come esempio da seguire: “Racconta le barzellette ed è un superpotente dal punto di vista sessuale”
La fuga dell’onorevole Carlucci, ko che inginocchia il Caimano
07-11-2011
di
Giulia Annalisa Maglie
Gabriella Carlucci con Valerio Merola durante la trasmissione "Bravissima" (Rai Uno, 1992)
Se scappa Scilipoti, pazienza: ne ha fatto una professione. Se Pisanu e Scajola cambiano bandiera, l’aveva messo in conto: i vecchi Dc restano camaleonti inarrivabili nel confondersi col panorama che cambia. Ma la Carlucci no. Dal padre generale aveva ereditato rapidità nelle decisioni e intransigenza nel sostenere fino all’ultima trincea l’ideale di una patria comoda per le sue ambizioni. Nata nello spettacolo, ne aveva trapiantato la fantasia sui banchi di Montecitorio. A dire il vero assente solo un po’ meno del suo signore di Arcore, ma con impegni politici ben distribuiti nei territori di chi la vota. Perfino sindaco di Margherita di Savoia, saline appena sotto il Gargano. Non la dimentica nel giorni dell’addio e ringrazia l’ex governatore e ministro Fitto, nume decaduto della Puglia “per la comprensione e i buoni consigli”. Solo stima per il giovane che invecchia nel passato prossimo, o nell’affetto nasconde ipotesi di altre fughe che affrettino l’agonia del povero abbandonato? Ha scelto l’esilio fra le braccia di Casini, refugium pecatorum. Dopo la terza legislatura non rinuncia alla quarta: col parlamento che sta per dimezzarsi e l’esodo dei pentiti che ricorda il salto del muro di Berlino, gioca d’anticipo per battere la concorrenza. Lei, proprio lei, così stimata, così ammirata per il carattere che non ammetteva contraddizioni: la solitudine del Cavaliere diventa ogni ora più profonda e la voglia – prima o poi – di regolare i conti con i traditori della patria sbigottisce di fronte ad ostacoli inattesi. Tu quoque Gabriella, sorella della Milly che balla a Rai 1 contro i balli Mediaset e va perfino in tribunale a fra condannare la famiglia Berlusconi con l’accusa di plagio… B non si strappa i capelli perché ogni filo è un filo d’oro, ma pesta i piedi rimproverandosi eccessi di buona fede. La rivolta dell’altra Carlucci era l’annuncio di un tradimento più doloroso. Non solo per i soldi buttati a mare: da mesi compra voto per voto, Verdini instancabile, e adesso i voti cadono come foglie sotto il trincetto del giardiniere Cirino Pomicino. Immaginava di aver aperto nuovi orizzonti dell’ egoismo moderno così diverso dagli ufficietti della politica, ed ecco la rivelazione: vogliono tutti morire democristiani. Adesso il problema ricade sulle spalle dei Buttiglione, Cesa, insomma i cattolici che invocano l’unione dei credenti. Come nascondere fra i loro incensi l’arroganza della signora bionda? Urgente censurare Wikipedia che i cronisti del Cavaliere sfoglieranno con rabbia. Posso anticipare i titoli di domani: “Ecco chi è davvero Gabriella Carlucci”. Facile bastonarla. La sua Porsche contromano blocca per quasi un’ora il traffico di via del Tritone. Non rispetta lo stop, tampona un autobus. I passeggeri la riconoscono ma lei scappa. Arriva a Montecitorio e parcheggia il bolide sul marciapiede. Insomma, onorevole tipo “ lei non sa chi sono io “, furiosa per non evitare la multa. E la gente normale non capisce quando nel 2008 definisce “ minimo “ lo stipendio dei deputati. E non capisce quando rompe camere e microfoni delle Iene che senza portarle rispetto vogliono saqpere come mai va così poco in parlamento. Con quale buona volontà il Cavaliere l’ha sopportata? Ecco l’altra faccia dell’incantevole signora. Si illumina d’amore a radio 24. “Per i miei figli adolescenti Berlusconi è un mito perché racconta le barzellette ed è anche superpotente dal punto di vista sessaule. I ragazzini lo ammirano come la maggior parte degli italiani che vorrebbero essere come lui. Quanti italiani si sognano di andare con le donne dal mattino alla sera… All’età dei loro nonni ha tutte queste donne…”. Complicato immaginare come la Carlucci trapianterà questa filosofia nello studio noioso di Buttiglione. Difficile indovinare con quali flabelli cortigiani il Cavaliere riuscirà a sostituire un’onorevole così. Se ne è andata senza una parola d’addio. Lui capirà. “Capirà anche che gli voglio bene”.