I verbali sulle ragazze pon-pon nel tabernacolo di Arcore raccontano ciò che tutti sapevano: i fedeli ne ridevano con l'invidia dei maschi frustrati, i seguaci tempestavano contro la magistratura e l'Italia perbene si scandalizzava in privato. Ma il Paese precipita e l'ipocrisia non ci salverà
Berlusconi show: gli italiani devono ritrovare il decoro perduto
18-01-2011
di
Ippolito Mauri
Per inseguire Berlusconi nel labirinto delle bugie ogni italiano dovrebbe tralasciare lavoro e studio: chissà quanto tempo serve prima che cada l’ultima maschera e finalmente sia possibile guardarlo in faccia per capire chi è. Qualcosa possiamo subito fare: recuperare la dignità. Esercizio doloroso per i cortigiani ingrassati alla sua ombra. Addio comparsate Tv, visibilità mercenarie e la paga d’oro degli onorevoli obbedienti. Quanti stipendi raccoglie l’avvocato Ghedini? Deputato e difensore dell’indifendibile ma non degli italiani che tirano la vita.
Esercizio doloroso per i neofiti delle bande azzurre; esercizio che l’onorevole Cicchitto, navigatore di lungo corso, è in grado di superare dopo essere sopravvissuto alla vergogna del cappuccio nero, tessera P2 capitalizzata nel far da sponda al fratello Cavaliere. Un elettore disinnamorato della Lega raccontava la sua pena di uomo d’affari a Prima Pagina, Radio Rai3: ogni colloquio con clienti sparsi in Europa comincia col rituale di una curiosità che lo imbarazza: ” Cosa sta succedendo in Italia?”.
Risposta difficile anche perché il figlio laureato, tre lingue straniere, stages nelle università Usa, non trova lavoro mentre il figlio del suo ex capo carismatico guadagna 15 mila euro al mese, consigliere regionale con l’incarico speciale di far da badante al Bossi padre. Ecco l’urgenza di recuperare la dignità dei cittadini di un paese uscito dalla dittatura con l’impegno di affidare il futuro a una democrazia trasparente. Anni dopo la malinconia di milioni di elettori che ripetono a pappagallo le parole d’ordine dei giornali e delle Tv del divino pedofilo. Contro i magistrati, contro i comunisti, contro gli sfascisti che si ostinano a non prendere sul serio il “l’infaticabile lavoro di un imprenditore geniale”.
Sul tram, al bar, in metrò, voci indignate del Popolo della Libertà. Difficile ingoiare l’abbaglio infantile che ha accompagnato i tornaconti di chi rifiuta la ragione. Di chi sperava nella scorciatoia Berlusconi come passaporto per un benessere senza ombre di stranieri straccioni e il fastidio dei ragazzi disoccupati che ” non si accontentano mai”. Devono recuperare dignità i giocolieri della politica, transfughi da un partito all’altro, viados dell’opportunità o dell’ambizione dell’apparire senza essere. Non solo i cambiabandiera a noleggio, anche personaggi insospettabili: Rutelli, per esempio. La sua lunga marcia dall’inquietudine antifascista dei radicali all’abbraccio con Fini nell’ambiguità del terzo polo, “disponibile” per l’Italia o gli gli ultimi centesimi di una credibilità perduta? Devono ritrovare la dignità i giornalisti a comando.
Riabilitazione complicata per i professionisti del “sì signore”: Vespa che spedisce alla Mondatori dai fax di villa d’Arcore (da Berlusconi a Berlusconi) i capitoli della sua storia d’Italia dove Berlusconi trionfa. O il Minzolini sull’attenti, o i poveri. Feltri Belpietro alla ricerca di nuovi padroni. Se l’altra Italia degli Scalfari, Bocca, Mauro, Biagi, Cavallari, Montanelli; se l’Italia del Fatto continua a districare la realtà, la poltiglia degli informatori ” disponibili” è già alla ricerca di nuovi Papa Doc. Per il momento la parola d’ordine è tutti in trincea, ridotta della Valtellina nella quale sognava l’ultima difesa il Mussolini in fuga: sperava arrivassero gli americani a salvargli la vita. Oggi come ieri c’è da giurare che i grandi amici non si faranno vivi con Berlusconi: Ben Ali è scappato dalla Tunisia di Craxi.
Bush figlio ha ripreso la bottiglia nella noncuranza delle signore del TeaParty. Putin irrintracciabile ha perso la memoria a proposito delle ragazze pon-pon. Bisogna ammirare il coraggio della signora Gelmini: dall’ultima trincea di Porta a Porta ribadisce l’amore per il Cavaliere Cavaliere: “Sono andata a cenare ad Arcore. Serate bellissime, musica e politica, barzellette e discorsi seri. Posso giurarlo: nient’altro…>. Anche perché la disinvoltura del padrone di casa difficilmente arrivava ad abbassare le mutande di un ministro.