Vengo ora dal leggere, con un certo sbigottimento, che, a Poggio Imperiale (Foggia), in Puglia, una bimba di nove anni, affetta da sindrome di Down, non è stata ritenuta idonea all’inserimento in una colonia estiva per bimbi delle Scuole Medie ed Elementari. È stata rifiutata per ben due volte, prima dalle assistenti cosiddette sociali – sociali di che? -, che hanno chiaramente spiattellato in faccia alla madre, Maria, che nessuno, anche solo per sei giorni, si sarebbe addossato la gravosa responsabilità di seguire la sfortunata bimba; ed in seguito anche dal caritatevole sindaco, Rocco Lentini, che è anche medico curante della famiglia della piccola Maria Pia.
Mamma Maria allora, pur di assicurare alla sua bimba qualche giorno spensierato al mare, insieme con dei coetanei, si è offerta di unirsi al gruppo, a sue spese, per seguire da vicino e costantemente Maria Pia. Niente da fare! La madre assicura che la bimba conduce una vita sociale pressoché normale, perfettamente integrata nel tessuto sociale; avrebbe sicuramente bisogno di cure ed attenzioni maggiori, ma nessuno, dal Comune, le dà una mano. L’unico centro di logopedia con corsi di riabilitazione linguistica, ad esempio, si trova a Termoli; ma quando la madre ha chiesto, sempre al sindaco e medico curante, l’ausilio di un pulmino per il trasporto al centro, ha incassato un altro rifiuto.
La bimba con handicap è tua e te la gestisci tu, così un’altra volta impari a procreare creature portatrici di difetti, eh, che diamine! A Poggio Imperiale, evidentemente, sopravvivono seguaci granitici della dottrina eugenetica spartana e del darwinismo sociale. Ho altresì il sospetto che, nell’immediato dopoguerra, tramite la Rattenlinien della cosiddetta Operazione Odessa, siano giunti da quelle parti, alla chetichella, un paio di dottori pazzi nazisti. Per la precisione, nelle figure dei signori Fritz Lenz ed Eugen Fischer, in fuga dall’Istituto Kaiser Wilhelm di Hadamar, dove i due avevano lavorato alacremente al Progetto di Eugenetica Aktion T4, mirante a “bonificare” la Germania dai portatori di handicaps fisici o psichici.
Anche Maria Pia, quindi, in linea con l’operato dei due eminenti scienziati teutonici, è stata ritenuta una “Lebenunswertes Leben”, una vita senza valore, forse da qualche discepolo zelante di queste dottrine perverse. So che a Lecce esiste un prestigioso centro di studi e sperimentazione di nanotecnologie; che i cerebri di chi ha rifiutato Maria Pia, per sei giorni di centro estivo, siano usciti da un test sul rimpicciolimento del cervello, con esito infausto e negativo?
Franco Bifani ha insegnato Lettere in istituti medi e superiori dal 1968 al 2003. Da quando è in pensione si dedica essenzialmente alle sue passioni: la scrittura, la psicologia e il cinema.