E il Consiglio comunale di Raffadali, provincia di Agrigento, conferma la “profonda stima” per il povero carcerato. In compenso da anni rifiuta di intitolare una strada alla memoria di Peppino Impastato...
Italiani Brava Gente (1) – Cuffaro, in prigione per mafia, incensato dal “viceré” di Casini all’inaugurazione della Chiesa Madre
18-07-2011
di
P.D.
Aldo Virone, capogruppo dell’opposizione in Consiglio comunale
Duro scontro tra maggioranza e opposizione nel corso dell’ultimo consiglio comunale a Raffadali. Seduta tranquilla fino a quando il capogruppo dell’opposizione Aldo Virone ha presentato una mozione di censura nei riguardi del presidente del consiglio comunale Gaspare La Porta (Udc) che durante la recente inaugurazione della Chiesa madre del paese aveva espresso parole d’elogio all’ex presidente della regione Salvatore Cuffaro attualmente in carcere per una condanna di favoreggiamento aggravato alla mafia.
“Siamo in una terra difficile – ha detto Virone – dove chi rappresenta le Istituzioni deve fare una scelta chiara e non ingenerare dubbi o equivoche interpretazioni con le proprie parole: o sta con chi la mafia la combatte ogni giorno o sta con quel sistema di potere che ha fiancheggiato la criminalità organizzata fino ad esserne condannato”.
Apriti cielo. Dai bachi della maggioranza è stata un esplosione nervosa d’invettive nei confronti dell’esponente politico democratico che, per nulla intimorito, ha rincarato la dose: “capisco che l’ex presidente della regione è il padrino politico di molti dei presenti in consiglio comunale, ma l’affetto non può far dimenticare i doveri connessi alla rappresentanza istituzionale né tanto meno l’insegnamento di Cuffaro che ha accettato la condanna in silenzio e con rispetto delle istituzioni. Il comportamento del Presidente del Consiglio va in tutta altra direzione e la sua responsabilità risulta aggravata poiché nessuna smentita è stata data alla diffusione della notizia sulla stampa nazionale”.
Giunti al voto, mentre il presidente del consiglio comunale La Porta usciva dall’aula, il consigliere comunale Claudio Di Stefano, neo reggente dell’Udc raffadalese, verbalizzava una dichiarazione di voto che sposava le parole d’elogio a Salvatore Cuffaro e anzi gli esprimeva il ringraziamento e la vicinanza della collettività raffadalese e dei consiglieri di maggioranza.
“Di Stefano farebbe bene a tacere -dice Gaetano Alessi dell’associazione AdESt – e non confonda i raffadalesi con la stretta cerchia dei cuffariani che ha devastato il nostro paese negli ultimi 10 anni. La stessa cerchia che non si sta facendo scrupolo di passare da partito in partito per avere sempre un posto al sole. Il voto in consiglio comunale ratifica ancora una volta che a Raffadali c’è chi sta dalla parte delle vittime di mafia e chi invece “onora” i condannati. In questo contesto vorremmo sapere con chi sta il Pd: con il suo capogruppo che ricorda a tutti che i valori sono fondamentali per la crescita culturale o con gli esponenti dell’Udc e del cosiddetto terzo polo che difendono i condannati per mafia.
Non è più il momento dell’ambiguità – conclude Alessi- sui valori non si possono lucrare voti. Noi sappiamo da che parte stare, dalla parte di quel Peppino Impastato a cui, tutt’oggi, l’amministrazione rifiuta di dedicare una via”.
La mozione di censura è stata bocciata, solo tre i voti favorevoli, Aldo Virone, Giovanni Mangione e Salvatore Salemi.
Mentre il consiglio comunale veniva sospeso, tra minacce di querele e nervi tesi, l’ultima parola a microfoni spenti toccava ad Aldo Virone: “avete i numeri per essere maggioranza in consiglio comunale, ma sui “valori” siete netta minoranza, sui “valori” avete già perso”.