L’ALFABETO DELL’AFRICA – S come Sud Sudan, una patria pagata 2 milioni di morti
21-07-2011
di
Filippo Ivardi Ganapini
E’ nato il giorno in cui diventavo prete per l’umanità e quindi anche per lui. Data che passa alla storia personale e mondiale. Grande gioia a Parma, luogo della mia ordinazione, e molta di più a Juba, nuova capitale. Lavoro in Ciad ma il cuore di un missionario deve abbracciare tutti i popoli, in modo particolare quelli dei sud del mondo. Il nuovo Stato é sorto all’insegna della lunga e dolorosissima lotta di un popolo che da 191 anni si oppone alla schiavitù e colonizzazione portata da europei ed arabi agli inizi del 19° secolo. Altro che i più o meno nove mesi del bambino! Ci ha creduto fino in fondo e oggi festeggia. Molti hanno dato la vita per il sogno: un nuovo Stato, il 193° al mondo, il 54° in Africa. E da subito fanalino di coda nello scacchiere mondiale della ricchezza. Ma non della felicità, che segue altri parametri. Si chiama Repubblica del Sud Sudan e la sua data di nascita è il 9 luglio 2011. Pochi la conoscono, ancora meno se ne interessano se non fosse per il petrolio che utilizziamo. Perché l’Africa è considerata ancora vacca da mungere in silenzio! La benzina che circola nelle nostre auto, la luce che rischiara i nostri spazi notte e giorno, l’energia che sostiene il nostro benessere, le tecnologie sempre nuove che richiedono potente alimentazione sono sporche di sangue…
Dopo 40 anni di guerra e 2 milioni di morti nel 2005 il governo di El Bashir e il principale movimento ribelle, l’SPLA (Sudan People LIberation Army) avevano firmato il trattato di pace nel 2005 che prevedeva il referendum per l’indipendenza. Così il 9 gennaio di quest’ anno é stato un plebiscito a favore del SI’ e sei mesi dopo la nascita. Non è parto indolore: gli scontri si susseguono, il Nord non vuole mollare il petrolio del Sud, 60.000 persone sfollate da Abyei in fuga verso nuove terre, i due milioni di sudisti presenti a Karthoum che temono per il loro avvenire. Le sfide sono aperte e molteplici: nella regione del Kordofan, in pieno territorio del Nord Sudan le truppe del Nord assaltano e uccidono. Mentre continuano i bombardamenti sui Monti Nuba il cui popolo non ha eguali al mondo quanto a sofferenza. C’è un disegno preciso del regime del Nord per eliminare l’etnia Nuba come già si è fatto con il popolo del Darfur. Altro che genocidi o pulizia etnica! Lo scenario del nuovo nato appare in tremenda salita e così la sorte dei vicini. Il rischio è che al Nord si voglia stabilire la Sharia, la legge islamica. Dove chi la pensa diverso è escluso ed emarginato. Mentre qualcuno nel vicino Ciad, per tanti aspetti simile alle caratteristiche fisiche, etniche, religiose e politiche del Sudan, parla di prenderne l’esempio come cammino di liberazione.
Intanto nel silenzio di un mondo che pensa ai mercati (quelli di borsa!) si comincia anche in Sud Sudan a svendere la terra che sta diventando insieme all’acqua il nuovo business del futuro. Le multinazionali stanno mettendo gli occhi sul cibo e sulle materie prime i cui prezzi non a caso stanno salendo alle stelle, provocando quelle rivolte di piazza che dal Maghreb al Medio Oriente stanno facendo soffiare il vento della primavera araba. Anche perché terra e cibo sono rubati da noi ricchi, (che abbiamo già parecchio per riempirci la pancia), e utilizzati per altri scopi…come quello di continuare ad alimentare con nuove energie e carburanti il sistema imperiale del denaro. Da uno studio recente di una Ngo norvegese già il 9% dell’intero territorio del Sud Sudan è già stato venduto o dato in affitto per biodiesel, vegetali, produzione cibo e altri prodotti. Storia di oppressione e di ingiustizia che si ripete! Ma che possiamo cambiare per invertirne la rotta.
Benvenuto allora Sud Sudan…la terra la conosci. Sai bene che c’è da lottare da subito e ne sei preparato. Già così piccolo hai però tanto da insegnare…forse più che da imparare. Aiuta il mondo più ricco a cambiare, prendilo per mano. La tua nascita porta speranza e voglia rinnovata di un impegno per la giustizia che fa trionfare la vita.
Filippo Ivardi Ganapini è un giovane missionario comboniano. Opera nella missione cattolica di Moissala, Ciad meridionale.