La Lettera

Per ripulire la democrazia inquinata i ragazzi hanno bisogno di un giornale libero

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È abbastanza frequente che editori della carta stampata chiudano i loro giornali. Anche a me è capitato quando dirigevo “L’Avvenire d’Italia”, e oggi si annuncia una vera e propria epidemia a causa della decisione del governo di togliere i fondi all’editoria giornalistica. Ma che chiuda Domani di Arcoiris Tv, che è un giornale on line, è una notizia …

La Lettera

Domani chiude, addio

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L’ironia di Jacques Prévert, poeta del surrealismo, versi e canzoni nei bistrot di Parigi, accompagna la decadenza della casa reale: Luigi Primo, Luigi Secondo, Luigi Terzo… Luigi XVI al quale la rivoluzione taglia la testa: “Che dinastia è mai questa se i sovrani non sanno contare fino a 17”. Un po’ la storia di Domani: non riesce a contare fino …

Libri e arte » Teatro »

Teatro bene comune per il palcoscenico di dopodomani

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Teatro Municipal - Foto di Elton Melo

“Non si può bluffare se c’è una civiltà teatrale, ed il teatro è una grande forza civile, il teatro toglie la vigliaccheria del vivere, toglie la paura del diverso, dell’altro, dell’ignoto, della vita, della morte”. Parole di Leo …

Inchieste » Quali riforme? »

Il governo Berlusconi non è riuscito a cancellare l’articolo 18, ci riuscirà la ministra Fornero?

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Il governo Monti ha perso il primo round con Susanna Camusso che fa la guardia alla civiltà del lavoro, fondamento dell’Europa Unita. Sono 10 anni che è morto Marco Biagi, giuslavorista ucciso dalle Br. Si sentiva minacciato, chiedeva la scorta: lo Scajola allora ministro ha commentato la sua morte, “era un rompicoglioni”. Rinasce l’odio di quei giorni? Risponde Cesare Melloni, …

Società » Italia »

Caro Berlusconi, imiti Bill Gates: divida due terzi dei suoi miliardi con gli italiani poveri e il Signore la ungerà

16-08-2010

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Signor Presidente,

sono certo che il Sottosegretario Bonaiuti Le avrà certamente riferito dell’ultima americanata, la bizzarra idea di un gruppo di miliardari buontemponi che hanno deciso di restituire alla società, in forma di beneficenza, la metà o oltre delle fortune da loro accumulate. Immagino vi siete fatti due risate, parlando di Bill Gates, Georges Soros, Michael Bloomberg e degli altri 37 plurimiliardari. Se così fosse questa lettera sarebbe destinata a non avere effetti. Ma Le scrivo egualmente, dato che la speranza è l’ultima a morire (mi scusi, so che lei, aspirante alla vita eterna su questa Terra, non ama il verbo morire e si tocca i cosiddetti appena lo sente pronunciare).

L’idea dei Suoi colleghi americani poi tanto strampalata non è, a guardar bene. Innanzi tutto, così facendo in futuro pagheranno meno tasse. Già questo dovrebbe essere un buon argomento per uno come Lei, che ha sempre avuto un ruvido rapporto col fisco. In secondo luogo è bastato l’annuncio per gettare una luce angelica su nababbi che dopo la crisi finanziaria non erano certo amati. E chi se non lei aspira ad essere considerato un angelo, parla spesso d’amore che vince l’odio e si presenta con l’aureola in tv?

Rifletta: immagini quale improvviso successo mediatico potrebbe avere una decisione analoga da parte Sua. Alle prossime elezioni ci sarebbero certamente parecchi elettori disposti a votarla solo per questo. E coi tempi che corrono ogni voto, lo sa, sarebbe utile.

Scusi se torno a evocare ciò che a Lei, Unto dal Signore, mai accadrà. Ma anche Gates e compagni si sono dati tempo. Alcuni verseranno subito larga parte di ciò che possiedono per cause sociali, altri lo faranno post mortem, lasciando gli eredi a mangiarsi il fegato. Scelga la soluzione che più Le aggrada, caro Presidente, ma la scelga!

Certo, il Suo patrimonio stando a Forbes dovrebbe aggirarsi “solo” sui nove miliardi di dollari. Un decimo di quello della famiglia Walton (magazzini Wal Mart), meno di un quinto del finanziere Soros o dell’ex boss di Microsoft. Una miseria, si potrebbe dire. Ma la Sua ricchezza è cinque o sei volte maggiore di quella accumulata da altri generosi americani che hanno seguito l’esempio di Gates. Dunque, Lei ha tutti i titoli per fare un gesto che certo non sarebbe identico a quello di chi moltiplicò pani e pesci, ma che agli occhi di molti la farebbe apparire come un benefattore. In fondo, se rinunciasse, diciamo, a due terzi del Suo patrinonio Le resterebbero comunque tre miliardi di dollari. Potrà continuare a vivacchiare in Sardegna, Le resterà abbastanza per festeggiare con le amiche e per invitare Putin.

Vada da Bruno Vespa e sottoscriva un atto notarile davanti alle telecamere. Regali i Suoi soldini – prima di doverli dividere con Veronica o di sperperali in escort – che so… ai cassintegrati, ai pensionati della fascia più bassa, alle madri sole, ai profughi (non lo dica a Maroni, però) o a chi merita d’essere aiutato.

Non ascolti gli avvocati del Suo entourage, che suppongo potrebbero avere idee balzane in proposito. Ci sarà certo qualcuno pronto a suggerirle d’istituire un fondo di solidarietà con gli ex ministri della difesa incarcerati, o una fondazione benefica a favore degli orfanelli di Licio Gelli, o ancora un lascito destinato alla famiglia del suo ex stalliere. Non dia loro retta, per cortesia. Una sola volta nella Sua vita prenda una decisione a favore degli altri e vedrà che nessuno più parlerà di conflitto d’interessi.

Antonio Umberto RiccòAntonio Umberto Riccò, ex dirigente scolastico, si è occupato per molti anni della scolarizzazione dei figli di emigrati italiani in Germania Hannover. Cura con altri amici il sito www.aussorgeumitalien.de. Ha pubblicato presso l'editrice alpha beta di Merano i romanzi "Biscotti al cardamomo" (sui profughi afgani in Italia, 2009) e "C'era in Germania un Girasole" (sulla dittatura nella Germania Orientale, sett. 2010). Web: www.antonioricco.it e www.antonioricco.eu

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