C’era una volta la Milano da bere (e da vendere)
15-12-2011
di
Elio Veltri
C’è una famosa poesia di Heine, forse il più grande poeta tedesco dell’800, intitolata “Le tre maledizioni”. L’avevo imparata a memoria al ginnasio di Orvieto e me la sono ricordata davanti a uno dei musei che ho visitato a Berlino nei giorni scorsi. Le tre terzine cominciano così: Maledetto il buon Dio….; Maledetto il Re; Maledetta la Patria nella quale… “i vermi ingrassa la corruzione”.
Milano fa scuola. Corruzione a gogò. In poco tempo si sono dovuti dimettere per lo stesso reato due vice presidenti del consiglio regionale: Filippo Penati e Franco Nicoli Cristiani. Corruzione contestata bipartisan.
Si allarga il cerchio delle investigazioni del caso Sesto, ex Stalingrado d’Italia, anche della doppia morale: una per il partito (che era come la mamma) e una per lo Stato. La guardia di finanza ha fatto una serie di perquisizioni mirate a conoscere la verità sull’ acquisto a caro prezzo dal gruppo Gavio delle azioni dell’autostrada Milano- Serravalle e sul vorticoso giro di soldi che ritornavano nelle tasche dell’ imperditore che li anticipava. Ma il caso più clamoroso è quello del San Raffaele di Don Verzè che ha un buco di bilancio di 1,5 miliardi di euro nonostante riceva dalla Regione Lombardia 450 milioni di euro all’anno.
Finora, il suicidio del braccio destro e factotum di don Verzè, Cal; due mandati di cattura per associazione a delinquere e altri reati da far tremare i polsi e le vene, per il mediatore di affari e custode di fondi neri Pierangelo Daccò, che intratteneva rapporti amicali con il presidente della Regione e di affari con Comunione e Liberazione; mandato di cattura( stessi reati) per Mario Valsecchi, ex direttore finanziario. Insomma un caso di scuola di associazione per delinquere che era di casa nelle maggiori istituzioni milanesi, nei salotti della finanza, e nella suburra della politica, sempre rispettata e temuta. Anche in questo caso mi sono venuti in mente episodi degli anni 80 quando la Regione favoriva, violando le leggi dello Stato, il San Raffaele, le cliniche di Ligresti e di Rotelli.
Maggioranze compatte e opposizioni di comodo in consiglio regionale. Solo due o tre consiglieri si opponevano alla Milano da bere e da Corruzione continua e l’hanno pagata cara. La politica in quel clima e con quell’andazzo non era per loro. Ma loro non era fatti per quella politica e non hanno mai mollato. Trenta anni dopo qualcuno dovrebbe ricordarselo e ammettere che se avessero dato retta a quei tre “matti” oggi il debito pubblico Italiano e lo Spread non costituirebbero la nostra ossessione.
Elio Veltri, medico chirurgo, è stato sindaco di Pavia dal 1973 al 1980. Eletto alla Camera dei deputati nel 1997, ha partecipato alle commissioni antimafia, anticorruzione e giustizia. È portavoce dell'associazione "Democrazia e Legalità". Tra i suoi libri: "Milano degli scandali" (scritto con Gianni Barbacetto, 1991), "L'odore dei soldi" (scritto con Marco Travaglio, 2001), "Mafia pulita" (scritto insieme al magistrato Antonio Laudati, 2010).