Children - Foto di Josefnovak33
Confesso che, nonostante io appartenga, oramai, a un’età anagrafica preistorica, essendo comparso alla luce del sole nel remoto 1945, e a dispetto della mia appartenenza a una famiglia cattolicissima – ma non taleban-cattolica – non sono mai riuscito a comprendere e a giustificare l’affaire “famiglia numerosa”, ossia con prole strabordante, quale segno e traguardo, insieme, della vita coniugale, benedetta da Dio e dagli uomini.
Nella mia famiglia eravamo quattro fratelli, io ho cooperato alla nascita di due figlie. Non sufficit? Perché? C’è gente che, tra figli autoctoni, adottivi e in affidamento, ha deciso, secondo me, di strafare. Il troppo stroppia, dicono. Siamo uomini o animali da riproduzione coatta? Questi stakanovisti della procreazione, assistita, sì, ma solo dalla Provvidenza, si sono riuniti, in agosto, all’Aquafan di Riccione; il record apparteneva a un pensionato di Monza, con ben 15 figli. Cinque anni fa, una famiglia di Brescia aveva fondato un’associazione di difesa dei diritti delle famiglie numerose; siamo ora, giunti a diecimila iscritti, con tanto di sito web, ove operano soprattutto i Gaf, Gruppi acquisti familiari, per ammannire consigli su alimentari ed extra con cui tirar su questi squadroni casalinghi.
La riunione è stata, naturalmente, preceduta da un’immancabile Messa. Uno di questi padri di super-famiglie si lagnava del fatto che che, per ogni passaporto per l’estero, per i figli minori, deve scucire 100 euro; ma come, hai sei figli e ti permetti e pretendi anche di portarli all’estero? Vuoi la botte piena e la moglie ubriaca, oltre che sempre incinta? Naturalmente non mancano, tra i prolifici, i genitori insegnanti, un must nel campo specifico, anzi, sono esemplari tipici e numerosi. Si affidano alla Provvidenza, quasi fosse un bancomat; io trovo che sia quasi una sfida blasfema, lanciata a Dio ed al Suo intervento, preteso, più che invocato. È tutta gente che non conosce la più modesta delle vacanze, che ricicla abiti usati, che non esce mai per un film, una pizza, dove i giocattoli, anche i più modesti, sono un lusso, dove si leggono solo libri presi in prestito in biblioteca.
Loro, i genitori, si dicono appagati, ma i figli? Con tremila euro di introito complessivo, se va bene, devono tirar su sei, sette, otto figli; ma come fanno? È indispensabile, nel 2010, un’operazione del genere? Ci sono famiglie di questo genere che vivono in case popolari fatiscenti, con camere zeppe di letti a castello. Ma questi papi e mami, con superlavoro di copulazioni, solo in periodi fertili, ça va sans dire, sono contenti così, si sentono anticonformisti. Ma io continuo a chiedermi se, in un mondo non più arcaico e contadino, sia necessario imporsi e imporre, con un certo sadomasochismo, sacrifici, contrarietà, ostacoli, rinunce, da portare avanti, al giorno d’oggi, fino all’università ed oltre, dato che il tempo dell’analfabetismo o delle elementari frequentate per due, tre, cinque anni, è passato da un pezzo.
Vi sono svariate specie di genitori super-prolifici: abbiamo i Focolarini e gli affiliati all’Opus Dei si accontentano di tre, quattro, cinque. Poi ci sono gli adepti dell’Equipes Notre Dame, della Comunità di Schoenstatt, della Santa Famiglia, delle Diaconìe dei Servi di Maria. Il loro altare, l’arena dei loro sacri certamina sessuali e fedeistici, è il letto matrimoniale; ivi vanno banditi termometri e calendarii, gli strumenti di base dell’Ogino-Knaus, vade retro pure a quello. Se proprio si fa necessario, preghiera ed astinenza! Questi clan di spiritualisti sono diffusi soprattutto qui in Emilia, sull’Appennino bolognese e tra Reggio e Modena. Pur essendo, o reputandosi , cattolici esemplari, vivono, però, come gli Amish o gli anabattisti. Ora, io mi chiedo se veramente si può attribuire a Dio Padre Onnipotente, Creatore del Cielo e della Terra, e, soprattutto, di noi, poveri esseri umani, la volontà sadomaso e luciferina di averci fornito di organi sessuali, per abusarne, ad libitum, solo e soltanto in vista di un incremento demografico globale.
Mi chiedo anche se qualche giornalista non abbia mai provato ad intervistare, lungi dalla presenza ossessiva dei genitori, anche i componenti figli di queste famiglie, e magari anche quelle povere madri, che non fanno che sfornare figli ogni due, tre anni al massimo, a ripetizione. Che mai penseranno veramente, questi ragazzi e le loro sorelle; o le loro madri ognor pregne, che immagino fisicamente sfondate a 30-35 anni.? Confesso, insomma, di non arrivare a comprendere queste frenesie di ripopolamento demografico coatto; forse sono un meschino egoista, egotico, egocentrico, che, comunque, già con solo due figlie, ne ha passate e viste delle belle, come in ogni normale famiglia di questo pianeta, del resto. Ma mi è bastato, non so se sarei sopravvissuto con un numero doppio o triplo di infanti per casa, da allevare e poi mantenere, dignitosamente e decentemente, per decenni.
Franco Bifani ha insegnato Lettere in istituti medi e superiori dal 1968 al 2003. Da quando è in pensione si dedica essenzialmente alle sue passioni: la scrittura, la psicologia e il cinema.