E se due ragazze innamorate vogliono un figlio? Rapporto etero da proibire per evitare il lesbico sfruttamento “del maschio italiano stallone”
Gasparri, uomo vero: lesbiche, padani e calabresi non devono essere protetti dalla legge
01-08-2011
di
Marco Lombardi
Certe volte mi dà sollievo la consapevolezza che l’Italia è sempre più provincia del mondo globale. Cosa accadrebbe, infatti, se tutte le sue magagne, ma soprattutto le continue puttanate – mi arrendo all’impossibilità di trovare eufemismi – della sua classe dirigente, avessero eco nelle cronache internazionali? Meglio che l’opinione pubblica estera ci ricordi come il paese del sole, dell’arte, della musica e della buona cucina: stereotipi sì, ma almeno positivi.
Questa considerazione non nasce tanto dalle dichiarazioni di Borghezio sui fatti di Oslo, sulle quali mi sono ripromesso di non riflettere per non cadere in una sorta di stagflazione emotiva che sbotti in uno tsunami di improperi, quanto dall’assurdo spettacolo che Maurizio Gasparri ha dato a TG3 Linea Notte. Chiamato a difesa delle posizioni del PdL contro il disegno di legge sull’omofobia, in un delirio filosofico da matticomio, avrebbe detto Walter Matthau, ha sparato almeno due bordate da antologia. La prima affermando che prevedere un’aggravante penale per omofobia aprirebbe la strada ad un diluvio di istanze discriminatorie, ad esempio per chi offenda (cito testualmente, dovete credermi) “padani” e “calabresi”. Insomma, viste le simpatie calcistiche del suddetto, ipotizzerei che baratterebbe il sì alla legge solo con un analogo provvedimento contro i cori al “bastardo giallorosso”. La seconda, circa la possibilità che una donna omosessuale possa comunque procreare in un legame coniugale etero senza amore, tuonando seriamente (ripeto, seriamente) contro il lesbico sfruttamento del “maschio stallone italiano”. Neppure Massimo Ceccherini che fa la parodia di Rocky Balboa si sarebbe spinto a cotanta vetta di surrealismo suino: roba da maiali insomma.
Pizza, baffo e mandolino, io li inserirei costituzionalmente al centro della bandiera italiana. Non sia mai che anche questi ultimi salvacondotti vengano a mancarci.
Marco Lombardi, nato nel 1977, laurea in Scienze Politiche conseguita alla Cesare Alfieri di Firenze, vive da sempre nella cintura del capoluogo toscano, dove attualmente si occupa di politiche sanitarie. Ha lavorato nel settore delle politiche sociali, seguendo progettazioni in materia di politiche giovanili, adolescenza, sport, immigrazione e cooperazione internazionale.