Lo merita per coerenza politica, rispetto verso la cultura, puntualità nell'impegno pubblico e quella timidezza che rifiuta le comparsate tv
E Sgarbi diventa doge della Biennale
31-05-2010
di
Gino Spadon
Si parla dunque di una probabile nomina di Vittorio Sgarbi a sovrintendente del Polo Museale di Venezia: da cittadino veneziano considero tale nomina giusta e auspicabile, visto il curriculum dell’uomo politico, la notorietà della figura mediatica, la perizia del già funzionario ai Beni artistici e culturali del Veneto e, buon ultimo, la competenza del critico d’arte.
Come uomo politico ha dato prova di quella capacità di compromesso che è essenziale in chiunque eserciti il compito di manager. Candidato a sindaco di Pesaro, è stato, di volta in volta, consigliere a San Severino Marche per il Partito socialista, deputato eletto in rappresentanza del Partito Liberale Italiano, fondatore del Partito Federalista e, come tale, alleato ora con la Lista Pannella, ora con il Partito Repubblicano, ora con Forza Italia, ora con la Lista Consumatori, ora con l’Ucd-Dc, alleanza, quest’ultima che gli è valsa l’elezione a sindaco di Salemi nel 2008.
Quale artefice del Movimento per le Autonomie egli si è presentato candidato alle elezioni europee del 2009, e, infine, come promotore della Rete Liberal, Sgarbi ha partecipato alle elezioni regionali del 2010 a sostegno di Renata Polverini. Ma non basta! In qualità di anchorman egli si è distinto per il suo straordinario spirito di indipendenza che lo ha portato, anche subendo querele e condanne giudiziarie, ad attaccare l’italica intellighenzia codina e a farsi difensore di personaggi (cito per tutti Vanna Marchi), troppo acriticamente messi alla berlina dall’opinione pubblica.
Come funzionario ai Beni artistici e culturali del Veneto egli ha dimostrato estro e inventiva opponendo al Pretore di Venezia, che lo ha condannato a 6 mesi e 10 giorni di reclusione per il reato di falso e truffa aggravata e continuata ai danni dello Stato, il suo sacrosanto diritto di viaggiare, di studiare e di rifiutare l’uggiosa attività del passacarte. Della sua competenza di critico d’arte sono testimonianza le sue innumerevoli pubblicazioni alle quali è inutile opporre, come fece Federico Zeri, il loro carattere “giornalistico”, Come è ingeneroso affermare, sotto il velo della metafora, che nelle sue critiche Sgarbi si compiace di cantare col cantante, con la sola preoccupazione di mettere in rilievo la bellezza del PROPRIO canto piuttosto che quella del VERO cantante. Un solo elemento potrebbe far velo a questa nomina e cioè l’affermazione fatta dallo Sgarbi nel 1996 dopo la sua sconfitta alle elezioni nella circoscrizione del Veneto.
“[I Veneti] – così si esprimeva – sono dei deficienti. Egoisti. Stronzi. Destrorsi. Unti. Evasori. Hanno scelto la Lega? Complimenti […]. Questa gente non è stupida. È peggio: ignorante e plebea. Il concetto di fondo è: questi veneti sono tutti delle teste di cazzo”. Ma che vale questo innocente sfogo di fronte alle quali
Gino Spadon vive a Venezia. Ha insegnato Letteratura francese a Ca' Foscari.