La Lettera

Per ripulire la democrazia inquinata i ragazzi hanno bisogno di un giornale libero

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È abbastanza frequente che editori della carta stampata chiudano i loro giornali. Anche a me è capitato quando dirigevo “L’Avvenire d’Italia”, e oggi si annuncia una vera e propria epidemia a causa della decisione del governo di togliere i fondi all’editoria giornalistica. Ma che chiuda Domani di Arcoiris Tv, che è un giornale on line, è una notizia …

La Lettera

Domani chiude, addio

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L’ironia di Jacques Prévert, poeta del surrealismo, versi e canzoni nei bistrot di Parigi, accompagna la decadenza della casa reale: Luigi Primo, Luigi Secondo, Luigi Terzo… Luigi XVI al quale la rivoluzione taglia la testa: “Che dinastia è mai questa se i sovrani non sanno contare fino a 17”. Un po’ la storia di Domani: non riesce a contare fino …

Libri e arte » Teatro »

Teatro bene comune per il palcoscenico di dopodomani

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Teatro Municipal - Foto di Elton Melo

“Non si può bluffare se c’è una civiltà teatrale, ed il teatro è una grande forza civile, il teatro toglie la vigliaccheria del vivere, toglie la paura del diverso, dell’altro, dell’ignoto, della vita, della morte”. Parole di Leo …

Inchieste » Quali riforme? »

Il governo Berlusconi non è riuscito a cancellare l’articolo 18, ci riuscirà la ministra Fornero?

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Il governo Monti ha perso il primo round con Susanna Camusso che fa la guardia alla civiltà del lavoro, fondamento dell’Europa Unita. Sono 10 anni che è morto Marco Biagi, giuslavorista ucciso dalle Br. Si sentiva minacciato, chiedeva la scorta: lo Scajola allora ministro ha commentato la sua morte, “era un rompicoglioni”. Rinasce l’odio di quei giorni? Risponde Cesare Melloni, …

Società » Ricorrenze »

I lettori di “Domani” compiono due anni

30-05-2011

Domani di Arcoiris TVIl primo numero “Domani” è uscito nel 2009, ultimo lunedì di maggio, quasi la scommessa alla ricerca di una identità. Sono passati due anni e centinaia di migliaia di lettori sanno che forse l’abbiamo trovata. Lettori giovani perché la rete è lo spazio al quale affidano la speranza; lettori non sempre giovanissimi e con problemi quotidiani che avvelenano la giustizia sociale imbrogliata dalle illusioni dei signori della politica, ecco perché l’indignazione avvicina generazioni lontane.

La nostra libertà si nutre della libertà di chi ci frequenta, si consola o si arrabbia in un dialogo mai rassegnato. Ogni voce apre prospettive diverse. Migliaia di voci, migliaia di prospettive che nel bene e nel male, d’accordo o in disaccordo, inseguiamo assieme rimodulando le proposte con un’informazione che prova ad essere normale. Ma se piove bisogna aprire l’ombrello e quanto piove nell’Italia degli ultimi anni, ecco perché la nostra imparzialità diventa parziale, dalla parte di chi non ha riparo. Non è facile spiegare la felicità del navigare in un’Italia pulita e del sentirci uniti nella voglia di una normalità che stenta ad arrivare anche se l’agonia dei poteri oscuri comincia ad annunciarsi.

Ai giornalisti è proibito acquietarsi nei bilanci: ogni giorno è un altro giorno e la realtà rimescola sorprese da interpretare con le idee di chi ci accompagna. Perché “Domani” è un giornale aperto: aiuta a capire chi siamo e voi chi siete con la forza della testimonianza di chi affronta disgusto e colpi di mano nella convinzione del sapere che si può vivere senza nemici, lontano dagli imbrogli, in un equilibrio sociale sinonimo di civiltà. Ci risentiamo fra un anno.

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