“Sono tempi bui quelli in cui viviamo, tempi d’acuminati coltelli con delazioni, tranelli, imboscate, ingiurie, oltraggi, diffamazioni, profanazioni ed altro ancora. Si direbbe, col poeta che un “cielo basso e pesante grava come un coperchio / sul nostro spirito” se non fosse (ecco il miracolo!!!) la presenza di Mariastella Gelmini, il cui nome coniuga in sè un chiaro cielo e un che di purezza virginale.
In questa donna, che tutte vince, tutto è da segnare “albo lapillo”:
a) la sua modestia, per prima, che le fa dire, coinvolta come fu in un’aspra diatriba fra Tremonti e Brunetta, che le loro “erano liti fra professori” mentre lei, tapina, ….;
b) la sua semplicità d’animo che ce la mostra “frequentar parrocchie” in quel di “Gottolengo” (sic) con un solo sogno in cuore: “diventare ballerina”
c) la sua tenerezza di madre che la fa pronta a dialogare ad ogni ora del giorno col suo frugoletto, Emma, ”buona, dolcissima, tranquilla, cipi cipi cipi, vero tesoro”, come ci racconta con adorabile semplicità l’inviato del “Giornale”; e che la fa sollecita ogni mattina “allo scoccar delle otto”, non solo a “riempire il biberon con sei misurini di latte in polvere Humana 1”, ma anche a riscaldare spedita quel latte e a offrirlo, come precisa l’intervistatore-poeta “alla dolcissima lattante” dopo averne misurato il grado di calore col “dorso vellutato della mano ministeriale”.
Ultimo stigma di cotanta virtù il suo fervoroso impegno politico e la linearità della sua carriera che la vede assurgere da presidente del Consiglio comunale di Desenzano a quel posto di ministro cui ha dato novello prestigio. Inutilmente malelingue ignobili insinuano che da Desenzano fu cacciata per “manifesta incapacità ed improduttività politica e organizzativa”, ciò che nessuno può negare è che la nostra Mariastella, neppure sfiorata dal livore di queste anime malnate, continua la sua opera avendo per maestri il marito cui ricorre fiduciosa essendo costui “per fortuna estraneo alla politica e quindi molto lucido ed equilibrato”, l’ineffabile Renato Farina, agli occhi dei “sinistri” disgustosa spia, ma per lei e per lei sola “persona meravigliosa, adorabile, vero oggetto di passione che all’ora di cena è prodigo di Sms simili a preghiere”; l’ardente Giorgio Stracquadanio, per comunisti abietti ignobile voltagabbana, ma per lei e per lei sola “superbo incendiario”, capace di esaltare l’anima pidiellota. Viene poi, tra i precettori, Gianni Letta, “saggio come pochi, utile come pochissimi, dolce come nessuno, che riassume in una sola persona il sindaco, il parroco, il farmacista e il maresciallo dei carabinieri”.
E infine, il mentore supremo, il maestro e donno inarrivabile che “sta un chilometro avanti a tutti come un caterpillar”, l’uomo che “da 16 anni nessuno riesce a schiodare dal potere”. È da questo “talent scout, che manda avanti chi se lo merita”, è da questo “uomo del fare” che Mariastella ha imparato tutto. Non è forse vero che egli ha compiuto sovrumane imprese quali (cito letteralmente) “la ricostruzione dell’Abruzzo. La soluzione dell’emergenza rifiuti in Campania. Il salvataggio dell’Alitalia. Il blocco degli sbarchi di immigrati clandestini. Il piano carceri. Il ritorno al nucleare. Il nuovo codice della strada. La ripresa delle grandi opere. Le riforme relative al federalismo fiscale, il processo civile, l’università, la scuola superiore, il pubblico impiego. L’abbassamento degli stipendi ai politici, ai magistrati e alti dirigenti pubblici. La diminuzione del 10% delle spese dei ministeri. La riduzione del 20% delle auto blu. Il congelamento delle tasse. Il mantenimento di stipendi e pensioni. I bonus elettricità, i bonus gas, i bonus vacanze. La Social card ai più bisognosi. Il fondo per i nuovi nati (85 milioni di euro). Il fondo di garanzia per le giovani coppie impegnate nell’acquisto della prima casa (24 milioni di euro). L’abolizione dell’Ici sulla prima casa». Il piano casa per 100.000 nuovi alloggi popolari in cinque anni. Lo stop all’aumento dei mutui nel 2008 per venire incontro alle famiglie strozzate dalla crisi economica che non ce la facevano a pagare le rate. L’aumento di 20 milioni di euro per il fondo affitti. Il blocco dell’esecuzione degli sfratti per tutto il 2010. La risoluzione della crisi Russia-Georgia. Il riavvicinamento Usa-Russia. Il G8 all’Aquila. La chiusura della questione coloniale con la Libia. La difesa delle famiglie, delle imprese e dell’economia . La lotta contro il lavoro nero con oltre 100.000 controlli dell’Inps che hanno individuato 1 miliardo e 253 milioni di contributi non versati. La lotta alla criminalità non parlo che ha permesso di catturare più latitanti mafiosi il ministro dell’Interno in carica che quelli succedutisi negli ultimi 20 anni”?
Seguendo l’esempio di queste mirabolanti gesta, decoro e vanto del nostro paese, la Mariastella “un po’ fissata con le riforme” (son le sue parche parole) ha provveduto anche lei ad alcuni mutamenti “epocali” che han suscitato entusiasmi in anime ben nate e rancorosi strali ida chi ancor di Lenin è barbara progenie. Ma ecco il catalogo delle misure eccelse che, come dicono i sondaggi, hanno suscitato l’incondizionato plauso di quegli “insegnanti che per decenni [SIC] hanno visto applicare nella scuola le ricette di Bersani & C”:
a) obbligo di indossare il grembiulino per gli alunni della scuola elementare;
b) “introduzione del 5 in condotta” col risultato che quest’anno “abbiamo avuto 10.000 bocciati” proprio come conseguenza di questa nuova disposizione
c) “reintroduzione del voto in decimi nella scuola primaria”. Dispositivo memorabile che la cartesiana Mariastella ha così spiegato:. «Sono convinta che la chiarezza aiuti sempre. Ero arrivata a leggere giudizi astrusi, compilati con lo stampino. Almeno un 5 è un 5 e un 8 è un 8, senza giri di parole”.
d) “tagli agli organici e alla didattica con conseguente soppressione di oltre 87 mila posti di docente”. Tali tagli comporteranno “un risparmio da parte dello Stato di 7,8 miliardi di euro”
e) “riduzione del personale non docente, il cui organico complessivo verrà abbattuto del 17 per cento: 44.500 tra direttori amministrativi, collaboratori scolastici, amministrativi e assistenti tecnici”
f) riduzione del Fondo di finanziamento ordinario per gli atenei e diminuzione del numero dei ricercatori.
g) introduzione di nuovi insegnamento quali “l’educazione alimentare come materia interdisciplinare” e il “berlusconismo”, una conquista di civiltà che richiamandosi alla rappresentanza popolare, alla chiarezza dei programmi e del linguaggio, al legame con gli elettori ha cambiato la politica e il Paese”.
Grazie, Mariastella per questi tagli e doni. Domani, primo giorno del nuovo anno scolastico, sia per te tutto un plauso e non sembri encomio immeritato il chiamarti: virgo prudentissima…, virgo veneranda …, virgo potens…, virgo fidelis. Solo sarà permesso un inarcar di sopracciglia e (forse) un lieve pernacchietto se talun t’appellerà “sedes sapientiae”
POSTILLA FINALE
Il testo che precede, volto a sottolineare lo squallore in cui versa la nostra scuola, riporta le dichiarazioni del ministro Mariastella Gelmini e le osservazioni dovute a giornalisti che l’hanno intervistata o che di lei hanno scritto. Io mi sono limitato a trascrivere fedelmente i testi e a creare fra di loro la necessaria articolazione. Evidentemente non tutto è stato possibile riportare cosicché si sono perdute vere chicche quali, ad esempio, i gusti musicali espressi dalla Gelmini, vinta da frenetica passione per Vasco Rossi e alquanto tiepida pel Celentano perchè questi, oltre a cantare, parla. Spassosi certi accostamenti come quello contenuto in questa frase “Ma i fatti alla fine prevalgono sulle maldicenze. Se Barack Obama scende a picco nei sondaggi e Berlusconi no, significa che gli italiani badano ai fatti, non a ciò che scrive La Repubblica”. O come questo viatico di saggezza paesana: “Quando una torta viene divisa tra meno contendenti si possono fare le fette più larghe”. Oppure come la risposta che dà a un giornalista che le chiede come mai abbia come consigliere il deputato Giorgio Stracquadanio, cioè un dinamitardo che è l’esatto contrario di lei. “Coincidentia oppositorum” ribatte con gran sussiego la poveretta, e non sa evidentemente quel che si dice. Risibile, infine, l’elenco delle imprese effettuate da Berlusconi in materia di politica estera; raggelante la lista delle “cose fatte” in cui vengono per lo più sciorinati semplici annunci. È pur vero che anche gli annunci hanno un effetto, ma si tratta appunto di “effetti d’annuncio” e per ciò stesso privi di rilevanza reale. Per chiudere fornisco l’elenco dei numeri del “Giornale” (quotidiano particolarmente tenero con la Gelmini) dai quali ho tratto le mie informazioni: domenica 6 luglio 2008, mercoledì 29 ottobre 2008, lunedì 10 novembre 2008, sabato 15 novembre 2008, venerdì 19 mar 2009, giovedì 26 novembre 2009, domenica 10 gennaio 2010, mercoledì 19 maggio 2010, martedì 24 maggio 2010, martedì 6 luglio 2010, martedì 20 luglio 2010, domenica 22 agosto 2010.
Gino Spadon vive a Venezia. Ha insegnato Letteratura francese a Ca' Foscari.