Tra poco riapriranno le scuole e tutti i genitori si staranno sicuramente preoccupando di preparare i loro bambini ad affrontare il nuovo anno scolastico. Tra le tante cose cui la preoccupazione è rivolta, credo sia bene prestare attenzione alle possibili conseguenze sulla salute del bambino indotte dal trasporto quotidiano del materiale didattico che usualmente è contenuto negli zainetti che – oramai è cosa nota – non poche volte sono la causa di problematiche a carico della schiena e nel complesso del loro apparato osteoarticolare.
È dunque vero che lo zainetto fa male alla schiena? È assodato, diversi studi lo confermano, che lo zaino di per sé non provoca scoliosi, ma può contribuire all’aggravamento di una situazione preesistente, come dice Marco Crostelli, responsabile dell’Unità Operativa di Ortopedia e Traumatologia dell’ospedale Pediatrico di Roma “Bambin Gesù”:
Almeno il 10% dei bambini visitati è affetto da mal di schiena, in una buona parte dovuto allo zaino troppo pesante. Nei bambini predisposti, inoltre, un peso eccessivo porta all’insorgenza di spondilolisi, cioè dell’interruzione di una vertebra, e a lungo andare anche di ernia del disco. Anche se non influisce sulle malattie croniche della colonna vertebrale, come la scoliosi, un carico eccessivo porta a molti disagi. Oltre a spondilolisi ed ernia del disco, molti genitori sono preoccupati per l’insorgere di forme di scoliosi. È stato appurato, secondo recenti studi, che quest’ultima non è determinata direttamente dal peso dello zaino, ma, in alcuni casi, può provocare un peggioramento per coloro che ne soffrono. I bambini, non avendo ancora raggiunto un completo sviluppo osteo-muscolare, possono, sottoposti al peso dello zaino, assumere posture atte a determinare contratture muscolari che a loro volta possono indurre dolore soprattutto alla schiena, accentuando in questo modo la postura scorretta; per chi tende ad avere un atteggiamento scoliotico il trasporto di uno zaino pesante costituisce francamente un fattore di rischio per la colonna vertebrale”.
Come affrontare questo problema, concretamente, visto che comunque i bimbi devono andare a scuola e hanno bisogno di portarsi appresso libri e quaderni e quanto occorre per seguire le lezioni? Come prima cosa sarebbe bene procurarsi zaini di dimensioni contenute forniti di schienali rigidi ad evitare che i libri premano sulla schiena, forniti di larghe e regolabili bretelle e di una cintura da allacciare intorno alla vita per dare maggiore stabilità al peso trasportato. Inoltre è preferibile uno zaino in versione trolley che, però, vista la struttura, tende ad essere più pesante dello zaino comune e quindi coinvolge la consapevolezza del bambino nell’ambito del corretto utilizzo.
Da anni Adoc e Codacons, quali associazioni a tutela dei consumatori, prestano attenzione al problema ed invitano i genitori a seguire alcune regole a tutela dei loro figli, proponendo il “Decalogo sulle modalità d’uso dello zaino”. Risulta essere molto importante imparare a utilizzare lo zaino:
- controllando la disposizione dei pesi che deve essere equilibrata: i libri più pesanti saranno posizionati sul fondo dello schienale, poi, si procederà con quelli via via più leggeri cercando di riempire lo zainetto in altezza e non in larghezza
- per indossarlo è bene piegare le ginocchia facendo poi in modo che il sollevamento del peso sia più alla portata, ponendo lo zaino sul tavolo o comunque su di un piano rialzato e non a terra; girarsi di schiena, flettere le ginocchia e le anche, anziché la schiena, infilare le braccia nelle bretelle e sollevarlo mantenendolo contro la schiena. Non sollevarlo bruscamente
- ambedue le braccia devono essere infilate nelle bretelle che dovranno essere regolate in relazione alla corporatura ed in maniera simmetrica, in modo che una spalla non pesi più dell’altra e che la parte inferiore dello zainetto indossato non oltrepassi la linea delle anche
- nei tragitti in autobus si consiglia di appoggiare lo zaino a terra e nei lunghi tratti a piedi di portarlo a mano afferrandolo per la maniglia, alternando le due mani nel trasporto e comunque non indossarlo per più di 15 minuti
Sarebbe estremamente utile che anche le istituzioni scolastiche si unissero ad affrontare e risolvere la questione d ovviare il trasporto quotidiano di pesi abnormi e sicuramente superiori a quelli raccomandati (inferiori al 10-15% del peso del ragazzino: dai 2,5 kg per i bambini delle prime classi sino ai 4-5 chili per i bimbi più grandi):
- la scelta dei libri di testo dovrebbe considerare il peso, considerando che, essendo testi scolastici, potrebbero essere presentati in una forma editoriale più adeguata agli usufruitori (per esempio suddivisi in manualetti o in raccoglitori al fine di potere dilazionare il peso del singolo volume)
- l’utilizzo di materiale didattico digitale che, oltre ad alleggerire gli zaini, contribuisce ad alleggerire anche l’impatto ambientale
- la possibilità di potere usufruire di armadietti o di spazi protetti ove i ragazzi possano lasciare il materiale didattico utilizzato solo a scuola
Le associazioni a tutela dei consumatori già diffidarono il Consiglio Superiore di Sanità affinché intervenisse in materia e nel dicembre 1999 tale organismo inviò una circolare (Prot. n. 45783 – Oggetto: Trasporto di libri di testo e materiale didattico – Eccessivo peso di cartelle e zainetti) che definiva un range di peso trasportato accettabile a prevenzione; oggi, alla vigilia dell’avvio di un nuovo anno scolastico, la cosa importante è che queste documentazioni, esperienze e sperimentazioni siano portate a conoscenza delle famiglie in quanto non vi è maggior tutela del passaggio di informazioni.
Inoltre sono convinta che gran parte del corpo insegnante, soprattutto nell’ambito della scuola primaria, si mostri sempre più sensibile ed informato nei confronti della salute dei piccoli scolari, malgrado le oggettive e, a quanto pare, sempre maggiori difficoltà che ogni giorno devono affrontare per potere svolgere un programma didattico adeguato.
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Laureata in medicina e chirurgia si è da sempre occupata di disturbi del comportamento alimentare, prima quale esponente di un gruppo di ricerca universitario facente capo alla Clinica psichiatrica Universitaria P.Ottonello di Bologna e alla Div. di Endocrinologia dell'Osp. Maggiore -Pizzardi, a seguire ha fondato un'associazione medica (Assoc. Medica N.A.Di.R. www.mediconadir.it ) che ha voluto proseguire il lavoro di ricerca clinica inglobando i Dist. del comportamento alimentare nei Dist. di Relazione. Il lavoro di ricerca l'ha portata a proporre, sempre lavorando in equipe, un programma di prevenzione e cura attraverso un'azione di empowerment clinico spesso associato, in virtù dell'esperienza ventennale maturata in ambito multidisciplinare, a psicoterapia psicodinamica e ad interventi specialistici mirati.
Ha affrontato alcune missioni socio-sanitarie in Africa con MedicoN.A.Di.R., previo supporto tecnico acquisito c/o il Centro di Malattie Tropicali Don Calabria di Negrar (Vr). Tali missioni hanno contemplato anche la presenza di Pazienti in trattamento ed adeguatamente preparati dal punto di vista psico-fisico.
Il programma clinico svolto in associazione l'ha indotta ad ampliare la sfera cognitiva medica avvicinandola all'approccio informativo quale supporto indispensabile. Dirige la rivista Mediconadir dal 2004, è iscritta all'Elenco speciale dei Giornalisti dell'OdG dell'Emilia Romagna e collabora con Arcoiris Tv dal 2005 (videointerviste, testi a supporto di documenti informativi, introduzione di Pazienti in trattamento nel gruppo redazione che oggi fa capo all'Assoc. Cult. NADiRinforma, redazione di Bologna di Arcoiris Tv).