Mosca – È la città delle chiese. Bellissime, colorate con pennacchi e cupole che vanno dal verde smeraldo all’oro luccicante. La religione ortodossa è stata soppressa nel periodo buio, non dimentichiamoci che i comunisti mangiavano bambini e preti. Poi la perestroika ha permesso a Dio di ritornare in Russia e oggi, il sig. P è un assiduo frequentatore della chiesa (c’è chi fa di peggio per guadagnare qualche voto…).
I padri spirituali sono diventati delle “star” e a scuola si è ritornati a studiare religione. Non potevo quindi esimermi da una visita ad un tempio ortodosso. Sono entrata, molto timorosa, la chiesa è piccola tutta ornata di icone dorate e imponenti che ti guardano con occhi dolcissimi. È affollata, ci sono tantissime donne con velo in testa che si fanno il segno della croce, poi toccano il pavimento, lo baciano e mormorano. Molto rispettosa (sono in un luogo che non mi appartiene) sto in disparte appoggiata al muro in un angolo e osservo.
Il pope indossa i classici paramenti: abito, mantello, sovramantello, strano copricapo. Come tutti i Pope è alto, grande e grosso con la barba e ha una voce tonante. Questo Rasputin urla frasi a me incomprensibili con occhi sbarrati. Insomma ha il “fisic du role”. Ad un certo punto scende dall’altare e comincia a passeggiare tra le fedeli in catalessi. Sembra un profeta dell’Antico testamento, avanza con un crocifisso in mano si mette davanti a loro e strilla qualcosa, loro rispondono. Lui se ne va soddisfatto. Cammina lentamente, ripete la scena più volte, e si avvicina. Io sono in un angolo e lo vedo arrivare, mi guardo intorno: non c’è via di fuga! Che faccio?
Faccio la turista, guardo in alto con viso compiaciuto come per dire: “Belle queste icone, di che secolo saranno?” Comportandomi così forse capisce che io non sono il genere pia-donna. Niente, si avvicina sempre di più. Ce l’ho di fronte, mi guarda, lo guardo. Comincia la sua litania appassionata. Mi sta chiedendo qualcosa. Ma cosa? Io lo guardo e sorrido, mi sento proprio una deficiente e per giunta senza fede! Mi ripete la tirata e questa volta con fare che non ammette insicurezze da parte mia. Mi sento veramente in trappola, tutte le caritatevoli donne mi guardano e bisbigliano. Mamma mia che ansia!! Faccio un ultimo sorriso e un cenno di saluto con la mano, tipo bye-bye e me la squaglio. Con ciò mi sono giocata ogni chance di andare in paradiso, persino in quello ortodosso.
Mojto
La guida turistica “Wallpaper” è la mia preferita. Mi fido dei suoi consigli e vado a prendere l’aperitivo all'”02 Lounge” . È un locale all’ultimo piano di un hotel. Si spia Mosca dall’alto. Magnifica. In un batter d’occhio si vede Cremlino, Piazza rossa, San Basilio, spettacolo che toglie il fiato. Mi riappacifico con la città. Seduta su di un divano bianco mi guardo intorno: il bar vuole ricreare l’atmosfera di “2001 Odissea nello spazio”. Qui a Mosca tutti i posti devono essere fashion, cool, trandy altrimenti non esisti, sparisci.
È una mania, una malattia che contagia tutto. Basta vedere i titoli delle riviste è un trionfo di “Vip”, “Snob”, “Luxury guide”, “Chic”. Sembra che qui non esista nulla di normale, di comune, di convenzionale. Forse i moscoviti non hanno capito che il vero lusso è l’aria pulita (qui l’inquinamento è fuori controllo) o l’acqua incontaminata (non si puo’usare l’acqua del rubinetto nemmeno per lavare la frutta). Fuori fa freddo, per venire qui mi sono vestita come un’eschimese, ma già mi sento a disagio, nella hall ho visto una ragazza, era senza calze, in sandali dorati altissimi e unghie rosse laccate e un vestito con così tante cerniere e borchie che solo Houdini sarebbe in grado ti spogliarla!. Hanno un altro fisico (…in tutti i sensi) forse sono state abituate fin da piccole: “per essere belle bisogna soffrire” oppure qui hanno medicine contro il raffreddore che sono un segreto militare che noi ignoriamo!
Il bar è affascinante, musica lounge, filmati su grandi schermi. In tutti i bar, ristoranti, pizzerie della città c’è uno schermo al plasma gigantesco che trasmette incessantemente Fashion Tv e Luxury Channel: libera informazione in libero stato!
Guardo ancora il panorama: spiccano le stelle rosse sopra le torri del Cremlino, sono di rubini sintetici (durante i periodi bui erano rubini veri), illuminate all’interno sembrano magiche. Ma l’incanto si rompe quando arriva il conto: un mojto ( per giunta analcolico) 36 euro. Rapina o esproprio proletario?
Daniela Miotto insegna a Torino, dove vive quando suo marito non la trascina in giro per il mondo. Attualmente abita a Mosca senza conoscere una parola di russo. Sbircia il mondo a volte senza capirlo, ma è convinta che curiosare sia una delle attività più stimolanti e divertenti che si possano fare