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Annalisa STRADA – Impastato: non solo una questione di targhe

16-09-2009

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Il sindaco di Ponteranica (in provincia di Bergamo), leghista, ha rimosso la targa che intitolava una piazza del comune a Peppino Impastato. L’intenzione è quella di dare spazio a un personaggio locale, il sacerdote Giancarlo Baggi, morto nove anni fa. Siccome per intitolare una strada o una piazza a qualcuno, questo qualcuno deve essere trapassato da almeno dieci anni, ed essendo fallito il tentativo del sindaco di far accogliere alla Prefettura una procedura d’urgenza, per un anno al posto del nome “Peppino Impastato” apparirà la scritta “Biblioteca Comunale di Ponteranica”. Personalmente, amo le biblioteche, ma questo non basta a farmi contenta, anzi mi ha indispettito. Ne ho parlato in casa e mia figlia, dodicenne, ha chiesto: “Chi è ‘sto Impastato, che te la prendi tanto?” Come molti preadolescenti, mia figlia è una smanettona e ci siamo messe sul web (a quest’età la Rete è più autorevole della mamma e ha pure a più memoria). Abbiamo letto insieme chi era Impastato, cosa ha fatto e come è morto. Le farò veder presto il film “I cento passi” di Marco Tullio Giordana.
Fatto tutto questo, mi sono compiaciuta: mia figlia sa chi era Impastato e deciderà da sé se la scelta del sindaco di Ponteranica è più o meno apprezzabile.
Ho soppesato la possibilità di scrivere al sindaco di rimuovere anche le targhe di Mazzini e di Oberdan, così possiamo ripassare anche il Risorgimento. Mi ha trattenuto la pigrizia.
Però ho continuato a pensare e ne ho concluso che, in fondo, in casa avevamo solo recuperato il più antico modo di trasmissione del sapere: il racconto orale (con la mediazione virtuale, per un tocco di modernità). Il mio interesse e la mia partecipazione hanno risvegliato l’interesse e la partecipazione di chi mi è vicino: anche questa è scuola. Una specie di scuola per osmosi lessicale: parliamo insieme per far passare conoscenza. Una scuola empatica: un passaggio di passioni.
In fondo, nessun genitore può accusare la scuola di latitanza se non sa essere lui stesso per primo insegnante.
Il rischio è comunque lo stesso: non escludo che mia figlia – dissociandosi dal mio punto di vista –  possa decidere che il sindaco di Ponteranica ha avuto ottime ragioni per agire come ha agito, ma le ho dato gli strumenti per trarre le sue conclusioni.
Se tutti i genitori risvegliassero nei figli un po’ di curiosità, non dico che vivremmo in un mondo migliore, ma certamente in un mondo meno ignorante. E mi pare un mondo meno ignorante del nostro non solo non è difficile da realizzare, ma non può che andare meglio, ovunque vada.

Annalisa StradaAnnalisa Strada (1969) si occupa di servizi editoriali e di promozione della lettura. Autrice di libri per bambini e ragazzi. Pubblica con San Paolo, Piemme, Ape Junior, Paoline, Città Aperta e Gabrielli Editori.
 

Commenti

  1. Eleonora

    ..io un email di protesta al sindaco l’ho scritta. Anch’io prima mi facevo prendere facilmente dalla pigrizia, ma e’ ora di reagire anche in queste piccole cose.
    Comunque ha ragione, le famiglie accusano le scuole di non educare i propri figli e di non stimolarli e hanno ragione, ma quante famiglie parlano con i propri figli di questioni sociali e politici?

    La scuola e’ alla deriva e le famiglie sono sempre piu’ passive. Sono alquanto pessimista sul futuro italiano.

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