Mafia è bello, anzi, è bella! Venerdì 1 ottobre, a Budapest, nel famigerato night-club “Stage Pub”, è stata eletta “Miss Maffia”, con due F, mi raccomando, come scrivono, di solito, all’estero. Erano state selezionate 16 bimbe, tra cui una bella mora calabrese, tale Anna B., che compare, in una foto, in lingerie sadomaso nera e con pistola puntata verso l’obiettivo, di professione hostess. Come le altre, è stata votata online, sul solito Facebook, cliccando su www.missmaffia.com. Io sospetto che si sia votato anche, se non solo, con i pizzini. Il requisito irrinunciabile, la conditio sine qua non per partecipare al concorso, comprendeva la vicinanza a cosche mafiose, una fedina penale arricchita da reati contro il patrimonio ed altro, tipo spaccio, riciclaggio, evasione fiscale; se poi la condanna correlata avesse superato i 6 mesi, meglio ancora. Insomma, la trionfatrice è divenuta Riina di bellezza; al concorso non avrà presenziato, quindi, una madrina, ma un padrino. E forse è anche accaduto, visti i requisiti delle concorrenti, che la vincitrice sia stata proclamata tale in contumacia. Anna B. aveva dichiarato che sarebbe molto orgogliosa di risultare vincitrice di un tal titolo; pare che si iscriverà anche ad un prossimo venturo concorso di Miss ‘Ndrangheta, tanto per rispettare la par condicio e non scontentare nessuno, di qua e di là dello Stretto. I premii in palio non sono favolosi, ma nemmeno da disprezzare: 2000€, un’auto, un appartamento a Budapest, buoni-viaggio, trattamenti cosmetici in beuaty-farms. Alla vincitrice è stata posta, sul capo, una Sacra Corona, probabilmente. A seguire, più avanti nel tempo, sempre allo Stage Pub, il concorso “La schiava più bella del mondo”. Se Miss Maffia ha davvero dietro di sé Cosa Nostra e la ‘ndrangheta, può tranquillamente aspirare a diventare anche Miss Mondo od Universo. La bella calabrese ha uno sguardo, effettivamente, che ti scioglie; nell’acido? Naturalmente, sapesse anche farlo, non canterebbe mai, da brava ed esemplare calabrese. Ora, la faccenda , anche se avvenuta all’estero, è sgradevole, dato che puzza molto di spot pubblicitario per le organizzazioni criminali italiche, già, comunque, saldamente presenti nell’Ungheria post-comunista; ma il fatto non viene che a confermare una scomoda ed amara verità, ossia, che ancora una volta, per l’Italia e dintorni, valgono solo le donne “gnocche” e disoneste.
Franco Bifani ha insegnato Lettere in istituti medi e superiori dal 1968 al 2003. Da quando è in pensione si dedica essenzialmente alle sue passioni: la scrittura, la psicologia e il cinema.