La pubblicità della Cei per l’8xmille di quest’anno è una domanda: «Chiedetelo a loro», cioè alla suora che serve i poveri, alla ragazza che ha aperto un doposcuola, a chi è senza casa, ecc. La si trova anche sugli autobus delle città. Sinceramente a me sembra eccessiva perché ogni giorno troviamo persone sfrattate da istituti religiosi, da opere pie, da istituzioni ecclesiastiche. Lo sappiamo che tra il dire e il fare spesso, anzi sempre c’è di mezzo il mare. Se però il dire appartiene ad una istituzione che deve esprimere una Parola «altra» che si fa carico dei poveri e di quelli che tutti rifiutano, allora è necessario che i fatti siano la prova testimoniale, la prova giuridica e vitale che il nostro dire è vero e coerente.
Ogni giorno abbiamo poveri che ormai i Comuni hanno abbandonato a se stessi e chiedono case, luce, acqua, gas e cibo. Ogni giorno siamo disperati per non riuscire a rispondere non dico alle necessità, ma ai bisogni di sopravvivenza. Ora a Genova (dove vivo) siamo alle prese con gli sfratti ai senza dimora che si era riusciti a levare dalla strada e che rischiano di ritornarci. Per impedire questo vogliamo acquistare un caseggiato per cui siamo in trattative. Ogni giorno incontriamo decine e decine di disperati e non possiamo «chiederlo a loro» perché ci prenderebbero a forcate.
E’ anche vero che i Centri di Ascolto che vivono sul territorio ricevono una quota dell’8xmille senza della quale moltissime famiglie, persone, singoli, bambini patirebbero la fame ancora di più. E’ anche vero che una parte dell’8xmille va a mantenere beni artistici che fanno il nostro patrimonio e la nostra storia: la mia chiesa per esempio riceve circa 15.000,00 (quindicimila) euro annui per pagare i restauri durati dieci anni ed è un luogo dove avvengono tante realtà: cultura, musica, liturgia, formazione, raduni, ecc.).
Io Paolo prete in quanto parroco ricevo dall’8xmille 850,00 euro al mese dopo 40 anni di lavoro e una buona parte va dove deve andare. Mi devo sentire in colpa? Non mi sento in colpa perché io credo di lavorare per la società civile e religiosa (per me non fa differenza) e quando viaggio, viaggio a spese mie e non accetto ricompense o buste perché la Parola deve essere gratuita e l’impegno civile deve essere gratuito.
Anche quest’anno, dunque, sebbene tutte le contraddizioni, nonostante la politica dei cardinali e dei vescovi che combatto da una vita, io darò l’8xmille alla Chiesa Cattolica, consapevole che la mia firma andrà ad aiutare i Centri di Ascolto e le Caritas e attraverso di loro tanti e tanti poveri. Lo farò anche perché una quota dell’8xmille mantiene monumenti di valore artistico e storico, alimentando quel turismo virtuoso che ha ricadute economiche su un indotto esteso e spesso familiare (trattorie, negozi, ecc.). Lo farò perché una parte dell’8xmille sostiene i preti poveri che dedicano la loro vita agli altri quando potrebbero andare a fare altri mestieri e guadagnare centinaia di migliaia di euro.
Stiamo attenti di non fare come quello che segò il ramo dove era seduto o come quell’altro che per punire la moglie adultera, si tagliò gli annessi e connessi. Per fare un dispetto a qualche cardinaluccio, rischiamo di fare molto più male a chi veramente ne ha bisogno e lavora per il popolo senza interessi e senza secondo fini.
Paolo Farinella, biblista, scrittore e saggista, è parroco nel centro storico di Genova in una parrocchia senza parrocchiani e senza territorio. Dal 1998 al 2003 ha vissuto a Gerusalemme "per risciacquare i panni nel Giordano" e visitare in lungo e in largo la Palestina. Qui ha vissuto per intero la seconda intifada. Ha conseguito due licenze: in Teologia Biblica e in Scienze Bibliche e Archeologia. Biblista di professione con studi specifici nelle lingue bilbiche (ebraico, aramaico, greco), collabora da anni con la rivista "Missioni Consolata" di Torino (65.000 copie mensili) su cui tiene un'apprezzata rubrica mensile di Scrittura. Con Gabrielli editori ha già pubblicato: "Crocifisso tra potere e grazia" (2006), "Ritorno all'antica messa" (2007), "Bibbia. Parole, segreti, misteri" (2008).