Nello scenario camorristico odierno si va si attestando il trend relativo ad una crescente frammentazione dei clan ed una conseguente continua mutevolezza degli assetti di potere sul territorio. È una realtà che coinvolge soprattutto il capoluogo partenopeo dove si registrano continue implosioni da parte dei gruppi storici, indeboliti dai ripetuti arresti e da casi sempre più frequenti di dissociazione di affiliati, a vantaggio di nuovi e ambiziosi clan che stanno dimostrando la capacità di fare alleanze e rescinderle in maniera sempre più frenetica e scomposta. In questa disordinata situazione si inseriscono anche i numerosi latitanti di spicco che sono stati arrestati nel corso dell’ultimo anno.
Latitanti di camorra catturati:
Giuseppe Setola era il boss più sanguinario del clan dei casalesi, reggente da dopo l’arresto di Francesco Schiavone, ricercato dal 2008, stato arrestato il 14 gennaio 2009 a Mignano Monte Lungo, in provincia di Caserta. Aveva solo 21 anni quando compì il suo primo omicidio e da allora è stata un escalation di sangue e paura che ha toccato il suo apice il 18 settembre 2008 in quella che viene ricordata come “la strage di Castelvolturno”, sette morti di cui sei innocenti e condannati a morte solo per il colore della pelle. Era ricercato per associazione a delinquere di tipo mafioso, omicidio e per altri reati minori.
Il 18 gennaio 2009 viene arrestato dal comando provinciale di Napoli, in terra spagnola, Salvatore Zazo, considerato il reggente del clan camorristico dei Mazzarella. Zazo era un trafficante internazionale di cocaina con consistenti contatti con il cartello colombiano, il traffico di stupefacenti veniva gestito tramite un call-center di Barcellona a pochi passi dalla Sagrada Familia.
Il 27 gennaio 2009 Antonio Caiazzo, boss della camorra latitante da marzo 2007 in seguito ad una condanna a 12 anni per associazione a delinquere, viene arrestato dalla polizia spagnola e dalla Squadra Mobile della Questura di Napoli a Macaonda, un sobborgo di Madrid, gli inquirenti stavano investigando su un traffico di stupefacenti. A Napoli il suo clan aveva da tempo soppiantato il clan Alfano nell’egemonia sui quartieri del Vomero ed Arenella di Napoli.
Il boss viene arrestato in compagnia del suo luogotenente Francesco Simeoli.
Ciro Mazzarella, figlio del boss della camorra Gennaro, il 10 febbraio 2009 dopo due anni di latitanza viene arrestato a Santo Domingo, nella Repubblica Dominicana, dove viveva in una lussuosa residenza. Si ritiene che l’uomo fosse il reggente del clan che opera nel centro di Napoli, nella zona del Mercato, gestendo il locale spaccio di stupefacenti. Al momento del fermo Mazzarella ha tentato di mostrare un passaporto falso ma stato smascherato ed arrestato.
Raffaele Amato, detto o’ spagnolo, latitante dal 2006 con l’accusa di aver eseguito almeno otto omicidi di stampo camorristico, viene arrestato a Marbella, in Spagna, il 17 aprile 2009. Era ritenuto il boss di uno dei più pericolosi gruppi criminali, esponente degli scissionisti e protagonista nella faida di Scampia contro il clan Di Lauro.
Raffaele Diana, detto rafilotto, ricercato dal 2004, imputato e condannato all’ergastolo anche nel famoso processo Spartacus, viene arrestato il 3 maggio 2009 in un bunker sotterraneo a Casal di Principe (Caserta). Si era dato alla macchia sei anni fa dopo che non era rientrato in carcere da un permesso premio dato dopo tre anni di detenzione.
Franco Letizia, boss casalese ritenuto esponente di spicco della fazione “bidognettiana” e successore designato di Giuseppe Setola, viene arrestato il 19 maggio 2009 a San Cipriano d’Aversa, dopo un anno di latitanza.
Antonio Pompilio, conosciuto come ‘o cafone, era un narcotrafficante facente parte degli scissionisti di Scampia. Viene arrestato dall’interpol in Ecuador il 23 maggio 2009. L’uomo era solito inviare la cocaina in Italia nascosta all’interno di palloni da calcio o in tronchi di piante esotiche.
Gaetano Ferone, riciclatore di fiducia per l’estero del clan dei casalesi, viene arrestato a seguito del mandato di arresto europeo emesso dai gip del tribunale di Roma il 4 giugno 2009, a Braila in Romania.
Il 7 giugno 2009 Marcello Di Domenico, ex cutoliano e attualmente boss del clan Di Domenico alleato dei Moccia, viene arrestato a Paestum, nel Cilento, dove si trovava in un camper per una vacanza al mare con la famiglia. Era ricercato per associazione a delinquere di stampo mafioso, detenzione d’armi ed estorsione.
Giancarlo De Luca affiliato del clan dei casalesi e Bidognetti di Casal di Principe, viene arrestato il 18 settembre 2009 a bordo della sua auto mentre cerca di varcare il confine tra la Romania e l’Ungheria.
Lo spietato Salvatore Russo, boss del clan Russo di Nola insieme ai fratelli Pasquale e Carmine, era ricercato dal 1994 con una condannata pendente all’ergastolo per omicidio, associazione mafiosa e occultamento di cadavere. Viene arrestato il 31 ottobre 2009 a Somma Vesuviana (NA). Pasquale Russo e Carmine Russo vengono arrestati il giorno seguente il 1ー novembre 2009, a Sperone (AV). Salvatore Russo era ricercato dal 1993, da 16 anni il suo nome compariva nell’elenco dei 10 latitanti pipericolosi, era stato condannato più volte all’ergastolo per vari omicidi e per associazione per delinquere di tipo mafioso. Carmine Russo era latitante dal 2007.
Luigi Esposito, ricercato dal 2003 per associazione a delinquere di tipo mafioso, traffico di stupefacenti e trasferimento fraudolento di valori, viene arrestato il 7 novembre 2009 nella sua lussuosa villa a Posillipo, Napoli. Era ritenuto un elemento di spicco del clan camorristico dei Nuvoletta, egemoni sul territorio di Marano di Napoli. Dopo l’inizio della sua latitanza aveva costruito un villaggio turistico nelle isole Canarie, a Tenerife (Spagna).
L’ultimo arresto di un latitante registrato, in ordine di tempo, è quello scattato il 27 gennaio 2010 a Barcellona, in Spagna, a carico di Paolo Di Mauro. Era ricercato dal 2002.
Alla data del 20 marzo 2010 i latitanti di camorra ancora non catturati risultano essere:
- Mario Caterino, soprannominato o’ botta , è ricercato dal 2005, deve scontare l’ergastolo per omicidio e associazione di tipo mafioso. Viene considerato dagli inquirenti vicino al boss Francesco Schiavone.
- Marco Di Lauro, giovanissimo non ancora trentenne sembra che dopo l’arresto del padre, il famoso Ciruzzo ‘o milionario, sia lui a capo del clan Di Lauro. È ricercato dal 2005 con l’accusa di associazione di tipo mafioso. Deve scontare 14 anni di reclusione.
- Antonio Iovine, detto ‘o ninno, uno dei boss dei casalesi, ricercato dal 1996, deve scontare l’ergastolo a seguito della condanna per omicidio e associazione mafiosa del processo Spartacus. Viene considerato il responsabile della gestione dei rifiuti per conto dei casalesi.
- Francesco Matrone, capo clan dei Loreto-Matrone, ricercato dal 2007, deve scontare l’ergastolo per omicidio e associazione di stampo camorrista.
- Cesare Pagano, boss del clan Amato-Pagano, gli scissionisti di Scampia, ricercato dal marzo 2009 per associazione di tipo mafioso e traffico internazionale di stupefacenti.
- Nicola Panaro, ricercato dal 2003 deve scontare 9 anni e 4 mesi di reclusione per associazione a delinquere di stampo mafioso. È il nipote di Francesco Schiavone e viene considerato un elemento al vertice dei casalesi sopratutto per quel che riguarda il ramo estorsioni.
- Pasquale Scotti, ex esponente della Nuova Camorra Organizzata (NCO), ricercato dal 1985 per omicidio e occultamento di cadavere, deve scontare la pena dell’ergastolo. Durante un arresto nel 1984, prima che evadesse, aveva cominciato a collaborare facendo pesanti rivelazioni sul caso Cirillo e per questo si sospetta sia rimasto vittima della “lupara bianca”.
- Michele Zagaria, ricercato dal 1995, deve scontare l’ergastolo per associazione di tipo mafioso, omicidio, estorsione, rapina ed altro ancora. Sembra sia lui il capo operativo dei casalesi, nonché il più pericoloso latitante italiano oggi in circolazione.
Susanna A. Pejrano Ambivero (Milano, 06 Agosto 1971) ha una formazione medico scientifica, spesso impegnata in battaglie sociali e culturali soprattutto nell ambito del contrasto alla mentalità mafiosa. Vive nel profondo nord, a Cologno Monzese (MI), località tristemente nota per fatti di cronaca legati a 'ndrangheta e camorra.